Dopo la convalescenza dovuta all’operazione subita alla tiroide, la
presidente argentina Cristina Fernandez Kirchner, è tornata al lavoro.
Davanti all’esecutivo argentino la Fernandez ha subito affrontato quello
che nell’ultimo periodo è uno degli argomenti principali nel Paese: il
contenzioso con Londra per l’arcipelago delle Malvinas/Falkland.
La
presidente argentina non ha esitato e ha chiesto alla Gran Bretagna di
accettare di sedersi al tavolo delle trattative e del dialogo per
dibattere sulla giurisdizione delle isole.
“Insisteremo con rigore
giuridico e diplomatico” continuando a chiedere all’Onu di far
applicare la risoluzione per l’inizio dei colloqui. Non solo. La
Fernandez ha anche criticato il comportamento britannico dopo le uscite
dei giorni scorsi sulla sovranità delle isole.
Certo è che
l’arcipelago è seguito con molto interesse sia da Londra che da Buenos
Aires, soprattutto per le risorse petrolifere che cela il sottosuolo che
dovrebbero aggirarsi intorno agli 8 miliardi di barili. “Londra ci sta
depredando del petrolio e della pesca” dicono da Buenos Aires dove le
manifestazioni anti-britanniche si moltiplicano con il passare dei
giorni. Anche ieri, infatti, centinaia di persone si sono date
appuntamento davanti all’ambasciata britannica della capitale argentina e
al grido “Fuori gli inglesi dall’arcipelago, fuori gli yankee
dall’America latina”.
“Non abbiamo nulla contro il popolo
britannico” dice un manifestante che aggiunge “noi siamo contro il
sistema politico inglese che ci ha colonizzato per troppi anni”.
Secondo
la Fernandez la guerra che 30 anni fa contrappose inglesi e argentini
“fu un atto suicida per giovani ragazzi che non erano preparati”.
La polemica, nel trentesimo anniversario della guerra delle Falkland, non sembra poter finire a breve.
Fonte.
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