Italia bloccata per lo sciopero degli autotrasportatori che, dalla
Sicilia, sta velocemente risalendo la Penisola. Code dai benzinai per
fare rifornimento, e si teme che anche le scorte alimentari comincino a
scarseggiare. La Coldiretti stima un danno potenziale di 50 milioni di euro al giorno. Cosa succede?
"Credo che questo sia solo l'inizio di una fase di protesta molto diffusa, perché il peso della crisi si sta riversando velocemente su larghe masse di popolazione,
che sono del tutto impreparate a reggerlo. Dunque, trovo del tutto
logico e normale che la gente reagisca tentando di difendersi. Il vero
nodo, in questa situazione, è l'assenza di una forza di opposizione
capace di organizzare queste proteste: se questa rivolta non viene
guidata, se non ha obiettivi chiari da perseguire, rischia di produrre
solo ulteriori disordini. Ci sono già persone senza scrupoli che intendono orientarla secondo i propri interessi".
Una protesta così disorganizzata, che finisce per arrecare danno
soprattutto ai cittadini, non rischia di diventare solo distruttiva
anziché produttiva?
"Il problema è proprio questo. Se non si dice la verità alla gente e non la si aiuta ad organizzarsi, questa protesta diventerà distruttiva.
Voglio fare delle domande molto precise: di chi è la responsabilità di
questo stato di cose? Se il governo Monti continua a dire che la fase2
della manovra avrà come risultato la crescita, sapendo che non ci sarà
nessuna crescita, e poi la gente si infuria e reagisce con violenza, di
chi è la colpa? La colpa sta sempre nei dirigenti che non sanno guidare e
indirizzare il Paese. Sono loro i principali responsabili, sia pure non
gli unici. La prima cosa da fare sarebbe cominciare a dire la verità: chi ha costruito questo debito? chi lo deve pagare? come si organizza la riforma morale e intellettuale di questo Paese? Se non si affrontano questi problemi, le conseguenze saranno dure, violente e drammatiche. Io faccio appello alle forze intellettuali di questo Paese perché capiscano che questa politica produrrà solo altri gravi danni.
Qualunque protesta, se non ha una direzione precisa, se non sa dove
andare, sfocia nella violenza. Questo fa parte delle regole generali
della politica. Chi la pensa diversamente sbaglia e e ci porterà verso
il peggio. Ma sono convinto che in Italia ci siano le forze intellettuali e morali per guidare questo movimento verso un cambiamento profondo."
Come si potrebbe attuare questo cambiamento? Come ricordava Grillo qualche giorno fa, soprattutto i giovani si sentono defraudati di ogni speranza e prospettiva di futuro...
"Aspettarsi una panacea immediata sarebbe poco realistico. Ma ripongo fiducia in quei 27 milioni di cittadini italiani
che l'anno scorso hanno partecipato al referendum, che hanno votato
contro la privatizzazione dell'acqua e contro il nucleare. Sono gli
stessi cittadini che oggi stanno inscenando nelle piazze una protesta
dura e drammatica. Innanzitutto, il debito che sta all'origine di questa
crisi non deve essere pagato prima che gli Italiani
sappiano chi lo ha contratto, come è stato firmato, e a chi vanno i
proventi. Dire apertamente come stanno le cose sarebbe già un primo
passo per una 'normalizzazione' della situazione. Questo debito è illegale, iniquo, e quindi va respinto, ovvero rinegoziato. In secondo luogo, propongo che il Governo Italiano, invece di applicare le norme della Bce, promuova immediatamente una riunione congiunta con i Governi di Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda, e a questo punto anche di Austria e Francia, che li conduca a chiedere insieme a Bruxelles la rinegoziazione dei criteri del debito europeo. La terza cosa da fare subito, è nominare un comitato di saggi al di sopra delle parti,
non appartenenti al Governo Monti, che promuovano una nuova legge
elettorale, con la quale andare il più presto possibile a nuove
elezioni, perché questo Parlamento non rappresenta il Paese ed è
incapace di guidarlo. Un accordo europeo potrebbe consentire allo Stato
italiano e anche ad altri paesi europei di avere le finanze necessarie
ad affrontare uno stato di emergenza che duri 2 o 3 anni, e per evitare
che i costi di questa crisi si riversino interamente sulle classi
lavoratrici e sui più poveri. E' un piccolo pezzo di un programma
politico di rinnovamento dell'Italia. Ma per attuarlo occorre
abbandonare del tutto la strada che stiamo percorrendo adesso."
Fonte.
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