Mi ha fatto molta impressione vedere in un tg una giovane coppia di
fidanzati intervistata nei paraggi della Costa Concordia, a picco a un
soffio dall'isola del Giglio. E a proposito del naufragio, scrivevo qui
una settimana fa testualmente: "...e appunto riesce difficile accettare
che sia riuscito per sua esclusiva responsabilità (Schettino, ndr) a
combinare questo macello da solo: se ci sarà un accertamento completo
della meccanica di questo Titanic tremendo e insieme grottesco, come
speriamo accada, vedrete che ne leggeremo delle bruttissime." Per dire
che fin da subito non ci voleva Einstein per capirne di più. Ci siamo
arrivato dopo molti giorni..., sia alla Concordia come metafora che alle
contraddizioni dell'armatore.
Tornando ai fidanzatini, essi dicevano alla telecamera
che dovevano sbrigarsi se volevano autofotografarsi o riprendersi con la
nave seminabissata sullo sfondo. C'erano infatti ancora "solo un paio
d'ore di luce...". Per carità, è un episodio che ne segue tanti altri,
penso al turismo macabro ad Avetrana degli anni scorsi, e casomai il
naufragio mortale ed ecologico della Costa Concordia fa solo da
evidenziatore al cosiddetto "trend" di morettiana memoria. Perché mi fa
così effetto, allora? Per due ordini di motivi, fondamentalmente. Il
primo riguarda lo stato del Paese, letteralmente e non soltanto
metaforicamente in fiamme: adesso il morto tra gli autotrasportatori, la
protesta di varie categorie per delle liberalizzazioni in teoria
inevitabili ma in pratica impervie come tempistica e modalità di
realizzazione, i disagi in progressione geometrica, le "guerre tra
poveri" ecc.
Il secondo ordine di motivi dipende dalla considerazione
che parliamo sempre e giustamente della nostra classe dirigente, di
come ci ha ridotto così, delle responsabilità enormi di Berlusconi ma
complementari con tutto il quadro politico, dell'arrivo dei "pompieri" o
dei "medici" agli ordini di Monti e dei suoi tecnici ecc. E ognuno ha
la sua idea su tutto ciò. Ma non parliamo o non parliamo abbastanza di
noi, di che cosa siamo o siamo diventati, di noi italiani, delle nostre
scelte, delle nostre priorità, della nostra visione del mondo cioè di
ciò che pensiamo e riteniamo giusto ecc. Così che quando nel bailamme
socio-economico di oggi, frutto di una scelleratezza di anni mai
denunciata come si sarebbe dovuto ( ve lo dice Cassandra...in una
categoria di opportunisti o peggio), le coppiette di fidanzati si vanno a
immortalare con dietro la Concordia naufragata, beh, il malessere
deborda.
Sono italiani come me, come noi, più giovani di me
certo, dell'età dei miei figli, quindi con molto più futuro davanti: ma
per farne che, di questo futuro, foto o riprese davanti alle disgrazie o
agli eventi cui è stato tolto il segno? Intendo dire che forse non fa
più differenza se dietro di te c'è lo sfondo di un naufragio drammatico o
di un varo festoso, per capirci.E' stato cancellato dalla testa il
segno + o -, come se positivo e negativo fossero variabili ininfluenti,
non interessanti, indipendenti dal contesto.L'importante è "esserci"
comunque, non importra come o perché.
Facevo queste riflessioni quando ho letto l'intervento di Marco Lodoli,
proprio qui, in questo portale. Lodoli è insegnante, scrittore, persona
di fine sensibilità. Le sue antenne funzionano. Nell'ultimo suo
intervento parla della differenza -a scuola- tra italiani e figli di
immigrati.I primi hanno smarrito il senso di comunità, di appartenenza,
di comunicazione delle cose importanti (ma quali sono le cose
importanti? Forse dovremmo appunto ricominciare dal piano condiviso di
ciò che conta e di ciò che non conta o conta meno...).I secondi lo hanno
mantenuto, e si vede, si sente, si percepisce basta volerlo, basta
"stare un po' attenti" anche senza le antenne drizzate di Lodoli.
Giacché questi anni italiani tremendi dovranno pur
sviluppare qualcosa d'altro,e a questa infelice stagione (non solo dal
punto di vista economico, del tenore di vita, ma della cultura, dello
stare al mondo nel complesso) dovrà pur seguirne un'altra si spera
vivamente migliore, forse tenere insieme gli elementi qui elencati ha un
senso. Forse noi intesi come Vecchia Italia dovremmo "prendere" dalle
nuove generazioni giovinezza e senso di comunità, dimensione solidale,
apertura e non chiusura.Così facendo scopriremmo che ci stanno indicando
una via. E per un Paese che ristagna senza apparente idea di futuro,
bloccato dalle sue nequizie e contraddizioni, forse vedere un po' di
luce è meglio che fare sofisticati ragionamenti su un nuovo impianto
elettrico, chiunque sia l'elettricista di turno.
Fonte.
Italia di merda, proprio di merda!
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