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29/01/2012

Pari sono

Mentre l'italietta delle sottili analisi linguistiche è impegnata a valutare se rimuovere la pagliuzza dall'occhio di Michel Martone, e mentre si sprecano grandi energie investigative per scoprire tutti i segreti del suo cv, le travi oscillano paurosamente sulle nostre teste. Non siate superficiali e non scambiatemi per un anti-europeista. Io sono solo uno dei tanti cittadini presi in giro dalla leggenda delle grandi democrazie liberali. Sono solo uno stanco di ascoltare favole e in ognuna delle tante sere ormai piovose mi metto intorno al fuoco della rete per raccontarvi un'altra storia: quella delle oligarchie che lasciano il popolo ad azzuffarsi sull'opportunità o meno di avere il pane anche la domenica, ma sulle cose da grandi decidono loro. In silenzio.

 Intendiamoci: può anche starvi bene così. Può essere che la responsabilità di decidere quello che un giorno i libri di storia scriveranno, se dopo di noi resterà ancora una storia, sia un peso eccessivo che non volete sopportare. Può essere che la tentazione di lasciare ad altri il compito di scegliere al vostro posto, con tutto il peso e la fatica che questo comporta, sia tutto sommato irresistibile. Può anche darsi che in fondo sia legittimo decidere che non siamo tartarughe e che non possiamo reggere il peso del mondo sulle nostre spalle. Ma allora lo dobbiamo dire forte e chiaro. Basta non prendersi in giro. Una democrazia come quella in cui viviamo è forse un passo avanti rispetto alle forme di governo nelle quali è negato perfino il diritto di parola, ma volendo grattare via un po' di vernice dalla carrozzeria potremmo anche domandarci a cosa serve avere il diritto di parlare se a fargli da contraltare poi non esiste anche un diritto ad ascoltarle, queste parole. Perché di parole siamo sommersi, comprese le mie, ma quelle che possono essere ascoltate lo decidono i giornali, le radio e soprattutto le televisioni. E sono sempre le stesse.

 Ma potremmo anche domandarci quante differenze reali ci siano fra il periodo delle aristocrazie nobiliari e quello delle élite affaristico-intellettuali che decidono di cambiare un governo in due giorni e non solo hanno il potere di farlo, ma anche quello di convincere il contadino che lo hanno fatto per il suo bene. Credete forse che al tempo dei faraoni si vivesse in un'era fatta di soprusi quotidiani, dove la vita valeva sempre e comunque meno di zero? Sbagliate: nell'antico Egitto gli schiavi che lavoravano alle piramidi avevano garanzie, protezioni e diritti che rivendicavano in maniera organizzata. Forse non avevano molte altre scelte rispetto al loro ruolo sociale se non costruire piramidi, è vero. Ma perché, scusate: oggi un operaio della Fiat, al quale Marchionne sta togliendo perfino il diritto di contrattare condizioni di lavoro meno sfavorevoli, cosa può fare se non andare in fabbrica e sperare di non perdere il lavoro? E andate a dirlo a tutti i giovani e gli anziani morti sotto le presse, nelle cisterne, negli incendi, in quelle che chiamano morti bianche e che ogni anno presentano un conto da guerra civile: chiedetelo a loro quali alternative avevano rispetto all'accettazione supina di condizioni di sicurezza precarie. Oltre il 90% dei cittadini di una "grande democrazia liberale", compresi quelli che vivono nel "grande sogno americano" dove chiunque può diventare milionario, non hanno alcuna chance di abbandonare la loro classe sociale: nasci operaio e ci muori; nasci contadino e ci muori, con una precisione da orologio svizzero. Puoi anche provare a fare l'avvocato, se vuoi, ma le probabilità di farlo con un certo grado di successo anziché soccombere di fronte agli studi professionali di tutti i Martone d'Italia, continuando a fare lo schiavo in un settore diverso, sono estremamente basse.

 Credete che la guerra in Iraq e in Afghanistan l'abbiano decisa forse i cittadini americani? Pensate forse che abbiano esplicitamente votato, per andare ad esportare la democrazia in tutto il mondo? O pensate invece che possano essere stati indotti ad accettare l'inevitabilità di una sceltra politicamente trasversale, indipendente dal risultato elettorale e quindi fuori da ogni garanzia di controllo democratico? Allo stesso modo, chi di voi crede realmente di avere mai votato per la costruzione degli Stati Uniti d'Europa, a fronte di un dibattito pubblico approfondito che ne illustra vantaggi e svantaggi, mettendo in grado un popolo di scegliere se cedere o meno la propria sovranità nazionale?

 No, non l'avete scelto. Lo sapete bene. Siete talmente poco "informati" che credete perfino che "informarsi" non valga la pena, che la costruzione di organismi indipendenti da tutto e da tutti come il MES, così come la nascita di un apparato militare unico o della Forza di Gendarmeria Europea o l'introduzione di una sostanziale licenza di uccidere durante le sommosse, contenuta nel Trattato di Lisbona votato segretamente a Ferragosto 2008, siano temi poco interessanti, quisquilie, o viceversa temi troppo complessi, da demandare a chi ne sa di più.

 Ecco: nel momento esatto in cui pensate di non capirne abbastanza per rivendicare il vostro diritto ad essere informati, nel momento preciso in cui nella vostra testa prende forma il fatidico pensiero: "Ma sì, se lo dicono loro, in fin dei conti, sarà una cosa buona. Lasciamoli fare, che ne sanno di più...". Ecco, in quel momento lì la vostra grande democrazia liberale e una qualsiasi altra organizzazione sociale dall'antico Egitto fino all'ottocento, più o meno, pari sono.

Fonte.

Per farla breve la democrazia non esistente perché la gente non ha voglia di sbattersi per "partecipare" alla vita pubblica. Del resto, l'uomo cova in se una dose di pigrizia notevole e per di più viene allevato nella pigrizia mentale più totale, non a caso una vaccata come il calcio spopola da decenni.

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