Il valore di un titolo pubblico per i creditori è
considerato intangibile. Se lo Stato che ha contratto il debito non
paga, allora va all'inferno, finisce in default. Il valore di un BOT, in
principio, non è però diverso da quello di qualsiasi azione di
un'azienda quotata in Borsa. Chi acquista un titolo di
Fiat o di ENI sa che può guadagnare o perdere. Non chiede l'intervento
del FMI o della BCE. Fa parte del gioco. L'economia di uno Stato si
fonda su molte variabili, un PIL che può crescere o diminuire, un
disavanzo, o un avanzo, di bilancio, e fattori imponderabili, come
disastri naturali o guerre, che lo possono mettere in ginocchio. Chi
compra un'azione si assume un rischio, lo stesso dovrebbe valere per chi
acquista un BOT. Se Formigoni, per fare un esempio, ha acquistato milioni di euro di titoli greci
che oggi valgono il 60% in meno, la responsabilità è sua, non dei greci
(ma perchè la Regione Lombardia investe in titoli? La Corte dei Conti
sa rispondere?).
Chi compra il debito pubblico si assume il rischio
della sua svalutazione. Con questa regola il rischio ricadrebbe in
prevalenza sugli acquirenti, in particolare sulle banche che hanno in
pancia centinaia di miliardi di euro di debito, a cui cinicamente si
potrebbe dire "Nessuno vi ha costretto" o, metaforicamente, "Sono c...i vostri".
Questo approccio ridurrebbe l'uso del debito per tenere in piedi le
economie malate degli Stati. Le aste pubbliche andrebbero semideserte. E
sarebbe un bene per un pianeta che farnetica di una "crescita" senza limiti sostenuta da un debito senza fine. Nel 2012 sono in scadenza nel mondo almeno 11.000 miliardi di titoli pubblici. Chi li comprerà?
Una moglie, stanca di vedere il marito rigirarsi nel letto per un debito con il vicino, apre la finestra e grida "Giovanni, i soldi mio marito non li ha e non li avrà mai!". E quindi al coniuge "Ecco, ora il problema lo ha lui". Nel romanzo francese la "Guerra dei bottoni", due bande di ragazzi si rubano i bottoni
come trofeo di guerra. Chi possiede più bottoni è il vincitore. La
battaglia finale è vinta dai ragazzi che decidono di combattere nudi. Un
debito si può cancellare o ristrutturare, la
responsabilità è anche del compratore. Loro non si arrenderanno mai (ma
gli conviene?). Noi neppure, Ci vediamo in Parlamento se non fanno una
legge elettorale per impedirlo.
Fonte.
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