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16/01/2012

Da anni diciamo via da lì le grandi navi

«Lo scoglio non era segnalato sulle carte nautiche? Ma non diciamo sciocchezze, per favore. La verità è che quella nave era almeno a tre miglia fuori rotta, troppo vicino alla costa. E non è nemmeno possibile che non abbiano visto le luci dei fari del porto». Il geologo Mario Tozzi, fino a quindici giorni fa presidente dell'Ente Parco nazionale Arcipelago toscano, è ovviamente preoccupato e arrabbiato. Da anni si batte per spostare la rotta delle grandi navi e delle petroliere da quell'area marina. Dopo l'allarme ambientale dovuto alla dispersione al largo della costa livornese di 224 fusti contenenti rifiuti altamente tossici trasportati da un cargo, ora anche il naufragio della nave ammiraglia della Costa crociere rischia di creare un altro serio danno ecologico all'isola del Giglio e a tutto il parco.
 
Al momento non si è verificato alcuno sversamento delle 2380 tonnellate di gasolio contenute nei serbatoi della Concordia, almeno così assicurano le autorità locali. Ma ci cono altri rischi di inquinamento?
Lo scafo in sé ha prodotto già un bel danno: immaginiamo 300 metri di ferro che arano un tratto di mare e asportano un pezzo di scoglio. Gli ecosistemi sono fragili, ci vorrà un po' per sanare il danno. Poi ci sono tutti gli altri inquinanti contenuti in una nave con 1100 uomini di equipaggio: detergenti, saponi, olii combustibili.
 
I tecnici specializzati nella bonifica ambientale inviati dal ministero dell'Ambiente e provenienti anche dall'Olanda dicono che l'operazione di svuotamento dei serbatoio potrebbe essere pericolosa per la stabilità della nave. Cosa ne pensa?
La nave va messa in sicurezza e bisognerebbe riportarla in orizzontale per svuotare i serbatoi. Ma ha una falla sotto la linea di galleggiamento, quindi l'operazione diventa complicata. Però, anche se lungo e costoso, è un intervento da fare assolutamente. Quel carburante va rimosso, altrimenti l'isola è condannata. L'uso di agenti chimici non basta.
 
La nave era fuori rotta, ma anche quattro miglia da una costa di tale pregio non sono tante. Lei da anni si batte per allontanare le rotte delle grandi navi e delle petroliere dalla zona...
Teoricamente, nel piano del Parco le abbiamo bandite dal cosiddetto "Santuario dei cetacei", quel fazzoletto di mare compreso tra Genova, la Corsica e il Giglio. Eppure quel parco è il posto di maggior traffico di petroliere internazionali al mondo. Poi se in mare si sversano 2300 tonnellate di carburante o 20 mila, sempre disastro è. Almeno, dalle navi che solcano questi mari si dovrebbe pretendere la doppia protezione: doppio scafo per le petroliere e doppio serbatoio per i grandi natanti come la Concordia. E sistemi di svuotamento rapido - a pressione o ad aspirazione -per portare velocemente il carburante su una nave cisterna. Sono imbarcazioni che non possono approdare in porto e quindi non portano alcun beneficio economico. E invece addirittura a Venezia una nave così può perfino solcare il canale della Giudecca, spingersi fin dentro la città.
 

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