”L’emergenza non è finita, ma il progetto di rilancio del Paese è stato avviato con determinazione”, avverte il ministro che sottolinea come la politica debba “misurarsi in termini di posti di lavoro creati non solo di Pil e di equilibrio dei conti”. Per le imprese, l’inquilino di via Vittorio Veneto annuncia che sarà “saldato lo scaduto dei pagamenti privati e pubblici: 60-80 miliardi di debito forzoso”, mentre sulle liberalizzazioni è pronto a varare anche più di un decreto al mese, “non solo sulle liberalizzazioni ma su tutti i temi della crescita”, precisa. “Per questo procederemo in ogni campo: gas, energia, commercio, trasporti, professioni”. Quanto alle banche italiane, il ministro riconosce che “quando l’economia reale va male, ne risentono” ma “ciò non toglie che siano banche strutturalmente sane e forti”. Il tessuto industriale del Paese si fonda “su una base di aziende che tiene su l’Italia. Sono le aziende che fanno il 30 per cento del Pil grazie alle loro esportazioni – rileva l’esponente del governo – grazie a loro, l’Italia non perde quote del commercio internazionale. Dobbiamo fare di tutto per aiutare queste imprese”. Per finanziare i provvedimenti, Passera esclude che si farà ricorso alla tassazione dei cittadini. “Finito. Quel che c’era da fare è stato fatto”, le risorse si troveranno attraverso la riduzione dei “costi degli apparati pubblici”.
Sul mercato del lavoro, il ministro riconosce che va “migliorata la flessibilità in entrata e resa più logica la flessibilità in uscita”, quindi “servono contratti più chiari, più responsabilizzanti per le aziende”. “Dobbiamo ridurre l’abuso del precariato – aggiunge – valorizzare il contratto di apprendistato, liberare una generazione dalla condanna a sotto-lavori senza prospettive”.
Fonte.
E' alquanto comico constatare come un colpo di stato istituzionale abbia portato in sella facce di bronzo che stanno attuando le medesime ricette cui erano affezionate le facce (sempre di bronzo eh...) che le hanno precedute.
Mi spiace infinitamente dirlo, ma come Stato, avremmo fatto più figura tenendoci Berlusconi e la sua corte di leccapiedi e meretrici (quanto meno i partiti sarebbero stati costretti a fare in prima persona il lavoro sporco).
Tornando ai prodigi economici di Passera, scommettiamo che questo bollito misto di liberismo che affonda le proprie radici nei Chicago Boys ci porterà, nella migliore delle ipotesi, a privatizzarci anche il culo?
Ah i tecnici...
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