Dovrebbe essere una vera e propria emergenza nazionale, uno dei
primissimi punti dell’azione del nuovo governo Monti: la corruzione che
strozza il Paese. E spesso lo fa dalla testa: politici, amministratori
locali, manager. Quella che dovrebbe essere l’élite di una comunità ne
diventa la zavorra più pesante. Materia da trattare nelle aule dei
tribunali, fardello pesante che ingolfa la macchina della giustizia.
Ovviamente non c’è solo Berlusconi. A processo quest’anno troveremo un
pezzo della classe dirigente. L’Italia peggiore.
Logge nel mirino
La P3: Verdini, Dell’Utri e la legge Anselmi
Si attende la decisione del Gip sulla richiesta di rinvio a giudizio
emessa nei confronti di Marcello Dell’Utri, Denis Verdini e Flavio
Carboni. L’accusa è di aver creato una nuova loggia, sotto il modello
della vecchia P2, che riuscisse a inferire non solo negli affari
dell’eolico, ma anche sulle decisioni di Consulta, Csm e Cassazione. I
pm di Roma Capaldo e Sabelli hanno chiesto di mandare a processo altre
17 persone, contestando reati che vanno dalla violazione della legge
Anselmi, all’associazione a delinquere, corruzione e abuso d’ufficio.
P4, tra appalti a palazzo Chigi, Papa e Bisignani Tra Roma e Napoli.
Nella Capitale da una parte i magistrati stanno lavorando sull’appalto
da 9 milioni di euro per l’informatizzazione degli uffici di Palazzo
Chigi, i contratti tra la società Ilte e le Poste, i rapporti traLuigi
Bisignani e l’ex dg della Rai Mauro Masi. Dall’altra si va invece verso
la chiusura del filone che riguarda Michele Adinolfi accusato di
rivelazione di segreto e favoreggiamento personale. Mentre si prospetta
l’archiviazione per la vicenda Papa-Casale. L’accusa contestata al
parlamentare Pdl è quella di aver “costretto o comunque indotto
l’immobiliarista Vittorio Casale a conferirgli beni e utilità vari per
un valore pari a migliaia di euro, prospettandogli in cambio una
soluzione ai suoi problemi giudiziari”. A Napoli invece l’inchiesta è
divisa in due canali. Processo con rito ordinario davanti alla prima
sezione del tribunale per Papa (accusato di favoreggiamento, concussione
e rivelazione di segreto d’ufficio). Bisignani, invece, ha patteggiato 1
anno e 7 mesi davanti al gip Maurizio Conte.
Il “sistema gelatinoso” dei Grandi Eventi
L’inchiesta sui grandi eventi, iniziata dalla procura di Firenze e
condotta dal Ros dei Carabinieri, ha sviluppato molti filoni
d’indagine,trasferiti anche a Perugia e Roma, la maggior parte dei quali
ormai chiusi, in alcuni casi già con delle condanne. L’indagine
riguarda gli appalti che furono commissionati per organizzare il G8 a La
Maddalena prima che l’evento fosse trasferito a L’Aquila.
a) A Perugia il patteggiamento di Toro, a giudizio Bertolaso & co.
Da questo filone d’indagine è scaturita un’altra inchiesta che ha già
visto la prima condanna: a luglio, l’ex procuratore aggiunto di Roma,
Achille Toro, ha patteggiato 8 mesi di reclusione. È stato condannato
per aver rivelato segreti d’ufficio a esponenti della “cricca”. Sempre a
Perugia sono stati rinviati a giudizio l’ex capo della Protezione
Civile, Guido Bertolaso, l’ex presidente del Consiglio superiore dei
lavori pubblici, Angelo Balducci e l’imprenditore DiegoAnemone. Le
imprese di Anemone, secondo le accuse della procura perugina, avrebbero
ottenuto utili illeciti per circa 75 milioni di euro. La prima udienza
del processo è fissata per il 23 aprile.
b) La Banca di Verdini e i finanziamenti occulti
La procura di Firenze ha chiuso, ad ottobre, l’inchiesta sul credito
cooperativo fiorentino. Tra i 55 indagati c’è l’ex presidente
dell’istituto di credito Denis Verdini, coordinatore del Pdl, ilsenatore
Marcello Dell’Utri,parte dei vertici della banca e della BTP, l’azienda
di costruzioni all’epoca presieduta da Riccardo Fusi. L’inchiesta sulla
banca è nata da quella relativa agli appalti per i Grandi eventi. I
reati ipotizzati vanno dall’associazione a delinquere, alle
appropriazioni indebite. Verdini è stato anche indagato per falso in
bilancio e finanziamento illecito (come esponente politico): si sarebbe
servito dell’istituto “per finanziare operazioni affaristiche del
gruppoFusi-Bartolomei” all’ epoca alla guida dell’impresa edile BTP, “in
relazione alla quale egli aveva talora anche interessi diretti e
occulti”. La procura ha anche ipotizzato che 34 finanziamenti siano
stati concessi senza che ci fossero le giuste credenziali. Fra i
destinatari anche Dell’Utri.
c) A Roma il dibattimento sulla Scuola dei Marescialli
Nella Capitali, dove è prevista la chiusura del primo grado entro
l’anno, si sta svolgendo infine il processo, nato sempre dalle indagini
fiorentine, sull’appalto per la ristrutturazione della Scuola dei
Marescialli.
Milanese: ricatti e Bentley dell’ex braccio destro di Tremonti
A Roma sono due le indagini che coinvolgono il braccio destro del
ministro Tremonti. La prima sulle presunte irregolarità legate agli
appalti della Sogei, la società generale di informatica controllata dal
ministero dell’economia. La seconda indagine, invece, riguarda un giro
di false fatturazioni che coinvolgono alcune società dell’imprenditore
Tommaso Di Lernia. In questo caso l’accusa è di corruzione. Ma per
Milanese un processo è già alle porte. Inizierà infatti il 21 febbraio
il dibattimento dove è imputato per finanziamento illecito ai partiti
per la compravendita di uno yacht nell’ambito dell’inchiesta su appalti
Enav. Milanese è indagato anche a Napoli per corruzione, rivelazione del
segreto d’ufficio e associazione per delinquere. Le indagini
rappresentano lo sviluppo dell’inchiesta in cui è coinvolto anche Paolo
Viscione in relazione alle attività della società assicurativa Eig.
Secondo l’accusa, Milanese avrebbe ricevuto da Viscione e dalla società
somme di denaro, ma anche orologi di valore, gioielli e auto come una
Ferrari e una Bentley, viaggi e soggiorni all’estero.
“Why not”, il complotto ai danni di De Magistris
Riprende l’11 gennaio la deposizione a Salerno di Luigi de Magistris,
parte lesa del processo che vede alla sbarra i presunti responsabili del
complotto ordito ai suoi danni per sottrargli le inchieste più
scottanti, da “Why Not” a “Poseidone”, quando era pm a Catanzaro.
Le toghe sporche di Potenza contro i colleghi onesti
L’indagine sulla “loggia delle toghe di Potenza” è stata chiusa il 12
dicembre. Prossima tappa: la richiesta di
rinvioagiudizio.IpmdiCatanzaroGiuseppeBorrellie Simona Rossi ha
individuato un gruppo occulto di
magistratieinvestigatorichemettevaibastonitraleruote ai colleghi onesti –
il pm Woodcock, il gip Iannuzzi – calunniandoli con l’ausilio di
carabinieri e funzionari di polizia. Tra i 13 indagati anche il
procuratore generale di Potenza Vincenzo Tufano, i suoi due vice Gateano
Bonomi e Modestino Roca, la pm Claudia de Luca, l’ex capo della mobile
di Potenza, Luisa Fasano, moglie del parlamentare del Pd Nicola
Margiotta, e il tenente colonnello dei Carabinieri Pietro Gentili.
Scajola e la casa “scontatissima” con vista Colosseo
A primavera inizierà il processo in primo grado (data ancora da
decidere) per l’ex ministro Claudio Scajola in relazione alla vicenda
della casa in via Del Fagutale di-fronte al Colosseo. Processo anche per
Diego Anemone, l’imprenditore al centro dell’inchiesta sugli appalti
del G8. L’accusa è di finanziamento illecito: l’imprenditore avrebbe
pagato, tramite l’architetto Angelo Zampolini, parte (circa 1,1 milioni
di euro su 1,7 milioni di euro) della somma versata nel luglio del 2004
per acquistare l’immobile e avrebbe poi eseguito lavori di
ristrutturazione per 100 mila euro, finanziando così l’ex ministro.
Viale Mazzini, i prezzi gonfiati per i film e l’ipotesi evasione
Inchiesta ancora agli esordi (pm Barbara Sargenti) che mira a verificare
la regolarità delle procedure seguite dal 2003 in poi nelle trattative
sui diritti di trasmissione tv delle società Rai Cinema e Rai spa. Per
l’accusa i film sarebberostativendutiallaRaiaprezzimaggioratiinmodo da
evadere le imposte. L’indagine è di fatto un filone di quella su
Mediaset e Mediatrade, per cui prima dell’estate sono stati depositati
gli atti.
II “direttorissimo” e le spese pazze a carico nostro
Inizierà l’8 marzo il processo per l’ex direttore del Tg1 Augusto
Minzolini, accusato di peculato. Per il procuratore aggiunto Alberto
Caperna il giornalista, in soli 15 mesi, precisamente da luglio del 2009
a dicembre del 2010, avrebbe speso, tra pranzi, cene e viaggi,
(stranamente molti concentrati nei week-end o a ridosso dei
finesettimana), oltre 68mila euro, sforando il limite consentito dalla
Rai per migliaia di euro. Tutto denaro pubblico.
Mazzette à go go
Finmeccanica e la corruzione internazionale
Valter Lavitola è indagato dalla procura di Napoli per corruzione
internazionale: al centro dell’inchiesta la commessa di radar,
elicotteri e cartografia venduta dalla Selex Sistemi Integrati,
attraverso Lavitola, al governo panamense del presidente Martinelli.
Lavitola, ancora latitante, ha
annunciatodivolerrientrareinItaliaperfinegennaio.Nel frattempo la
procura sta interrogando Mauro Velocci, l’imprenditore che, sempre
attraverso Lavitola, intendeva vendere a Panama le sue carceri modulari.
L’inchiesta è nella fase delle indagini preliminari.
Il traffico di rifiuti all’ombra del Pirellone
Il 30 novembre è finito in carcere , su richiesta della procura di
Brescia, il vice presidente del Consiglio regionale della Lombardia,
Franco Nicoli Cristiani, Pdl. I
carabinierihannotrovatonelsuoappartamentole“bigbubble”, banconote da
500, per un totale di 100 mila euro: dalle intercettazioni sembra che
fossero la metà di una tangente. Dimissionario, Nicoli deve rispondere
di corruzione e traffico illecito di rifiuti insieme a un dirigente
dell’Arpa (agenzia regionale per l’ambiente), Giuseppe Rotondaro,
all’imprenditore bergamasco, Pierluca Locatelli e altre persone. Sui
rifiuti tossici, finiti sotto il manto stradale della
Bergamo-Brescia-Milano, continuano a indagare i pm bresciani, mentre
sulla mazzetta che sarebbe servita per l’autorizzazione regionale ai
lavori in un cava, l’indagine, per competenza, è passata a Milano. In
questi giorni il tribunale del Riesame deve decidere sulla richiesta di
scarcerazione degli indagati.
Lombardia, in provincia le tangenti in salsa leghista
A Milano c’è un’altra inchiesta sulla corruzione, molto riservata. Nasce
nella primavera scorsa con una storia di mazzette in provincia, a
Cassano d’Adda. Finiscono in carcere il sindaco, Claudio Sala, ancora
detenuto e l’architetto Michele Ugliola, ora libero. Il professionista è
una vecchia conoscenza di tangentopoli e secondoSala è un architetto
vicino alla Lega. Tanto che in uno degli interrogatori, l’ex sindaco
dichiara: Ugliola mi ha portato “due o tre volte a parlare
dall’assessore regionale all’Urbanistica, Boni (Davide Boni, attualmente
presidente del Consiglio regionale, ndr)”.
L’ex ministro Fitto e i 500mila euro di Angelucci
L’ex ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, è a
processo per corruzione e finanziamento illecito del suo partito, la
“Puglia prima di tutto”, a causa d’una presunta tangente da 500mila euro
versata dal patron della sanità laziale – e dei quotidiani Libero e Il
Riformista – Gianpaolo Angelucci, anch’egli rinviato a giudizio per
corruzione. La somma rappresenterebbe, secondo i pm, una tangente
finalizzata a ottenere un appalto da 198 milioni di euro per gestire
alcune residenze sanitarie assistite.
Penati, la corruzione e il sostegno illecito al Pd
A Monza, da luglio, è indagato per corruzione e finanziamento illecito
ai partiti, Filippo Penati, Pd, ex capo della segreteria di Bersani ed
ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo. L’inchiesta ruota
attorno alle aree ex Falk e Marelli di Sesto San Giovanni, di cui Penati
è stato sindaco. L’esponente del Pd e altri indagati avrebbero preso
mazzette da due costruttori, diventati grandi accusatori: Piero Di
Caterina e Giuseppe Pasini. L’indagine riguarda anche l’acquisto da
parte della Provincia di Milano, allora guidata da Penati, del 15% della
Milano-Serravalle in mano all’imprenditore Marcellino Gavio, morto nel
2009 e i finanziamenti di Fare Metropoli, un’associazione di Penati.
Salerno, il sindaco galoppa verso la prescrizione
Il 2012 potrebbe essere l’anno in cui finiranno in cavalleria i processi
a carico di De Luca. Galoppano verso la prescrizione le vicende legate
alla variante Mcm in favore dell’imprenditore Pdl Gianni Lettieri
(candidato sindaco di Napoli, sconfitto da de Magistris) e alla
trasformazione (fallita) dell’ex Ideal Standard in parco acquatico.
Inizierà il 1 marzo un terzo processo, che vede imputato De Luca di
peculato per l’incarico di ‘project manager’ del termovalorizzatore di
Salerno ad un suo fedelissimo, firmato allora nella veste di commissario
governativo dell’opera. Per il pm Roberto Penna, il nominato non aveva i
titoli e la figura di project manager non poteva essere prevista dalla
procedura. È già iniziato infine un processo che lo vede imputato per
diffamazione ai danni del vicedirettore de Il Fatto Quotidiano Marco
Travaglio, che lo querelò per le affermazioni fatte durante una
convention delPd:“Spero di incontrarlo di notte,da solo, al buio…”.
Prossima udienza, il 31 gennaio.
Il “Campanile” e la Udeur-connection di Ceppaloni
Due i filoni delle inchieste sulle clientele del Campanile . Uno,
avviato nel gennaio 2008 con l’arresto di Lady Mastella, è a
dibattimento. Un altro, culminato con il divieto di dimora della signora
Mastella nel novembre 2009, è in aula da pochi mesi. Nel primo
processo, Clemente Mastella non è imputato: posizione stralciata per la
questione delle intercettazioni a un parlamentare. Nel secondo, è stato
rinviato a giudizio per alcuni episodi, ma assolto dall’accusa di
associazione per delinquere: pende però un ricorso del pm Curcio.
Mastella, Zamparini e la “stecca” da 50 mila euro
Il processo per corruzione nei confronti del presidente del Palermo, del
leader dell’Udeur e della moglie, consigliere regionale della Campania,
inizierà il 18aprile di fronte al Tribunale di Benevento: 14 gli
imputati per vari reati. La presunta ‘mazzetta’ – un bonifico di 50.000
euro di Zamparini in favore della onlus presieduta da Lady Mastella –
sarebbe servita, secondo il pm Antonio Clemente, a sbloccare l’apertura
dell’ipermercato di Benevento ‘I Sanniti’, frenata da seri problemi di
natura burocratica e urbanistica.
Tedesco e le nomine pilotate nelle Asl della Puglia
Il senatore Pd Alberto Tedesco è accusato dalla procura di Bari di
associazione per delinquere, concussione, corruzione, turbativa d’asta e
abuso d’ufficio. La Cassazione, a dicembre, ha deciso per sì al suo
arresto, riattivando la richiesta di autorizzazione al Parlamento, che
già l’ha negata una volta. Ex assessore regionale per la Sanità, Tedesco
è accusato d’aver fatto pressioni per le nomine di alcuni manager delle
Asl, “in modo da costituire una rete che era in grado di controllare
forniture e gare d’appalto che venivano illecitamente pilotate verso
imprese facenti capo a imprenditori, collegati da interessi
familiariedeconomiciconireferentipoliticiecheerano in grado di
controllare rilevanti pacchetti di voti elettorali da dirottare verso
Tedesco”. I figli di Tedesco hanno operato a lungo nel settore delle
protesi sanitarie. L’indagine è chiusa, si attende la decisione del
Parlamento sull’arresto e la richiesta di rinvio giudizio.
Frisullo, Tarantini e le forniture nella sanità
L’inchiesta sulla Sanità pugliese e sul “sistema Tarantini” hanno
pesantemente coinvolto il centrosinistra e la giunta guidata da Nichi
Vendola nella passata legislatura. Per Sandro Frisullo, Pd, all’epoca
vicepresidente della giunta regionale, è stato chiesto il rinvio a
giudizio.L’inchiestacontamoltiimputati,accusatiavario titolo di
associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbativa
d’asta e millantato credito. Frisullo è accusato di aver ricevuto da
Tarantini escort e denaro favorendo, in cambio, l’aggiudicazione di
appalti, nella Asl di Lecce, tra il 2007 e il 2009.
Firenze: Ligresti e la speculazione Castello
Il processo sulla trasformazione urbanistica dell’area di Castello a
Firenze di proprietà Fondiaria Sai è iniziato il 6 giugno. Con Salvatore
Ligresti sono imputati per corruzione i due ex assessori del comune di
Firenze, Gianni Biagi e Graziano Cioni, insieme con due dirigenti di
Fondiaria e un architetto fiorentino. Secondo l’accusa l’ex assessore
all’urbanistica Biagi e quello per la sicurezza Cionisi misero a
disposizione di Ligresti favorendo i suoi interessi nell’ambito delle
trattative sulla urbanizzazione dell’area di Castello. Il processo è a
metà dell’istruttoria dibattimentale. Il calendario delle udienze è
fissato fino alla fine di marzo.
Menarini, la truffa da 800 milioni sulle medicine
La procura di Firenze ha chiuso l’inchiesta sul colosso farmaceutico
ipotizzando una truffa di 860 milioni ai danni del Ssn. Il patron del
gruppo, Alberto Aleotti, è accusato di aver realizzato da oltre 30 anni
un ingiustificato aumento dei prezzi dei farmaci. Con lui sono indagate
15 persone tra le quali ci sono anche i figli Lucia e Giovanni. I reati
ipotizzati sono, a vario titolo quelli di truffa ai danni dello stato,
riciclaggio, frode fiscaleecorruzione.Indagatopercorruzione,insieme a
Alberto Aleotti, anche il senatore Pdl Cesare Cursi.
Genova, appalti del provveditorato e il bagno del prefetto
Due anni di appalti del provveditorato alle Opere Pubbliche di Genova
sono l’oggetto di un’inchiesta della Procura e della Guardia di Finanza.
Le accuse, a carico di tre funzionari (tra loro un presidente di
municipio e un maager di una società della Regione) e di tre
imprenditori,vannodall’abusod’ufficio,allaturbativad’asta fino alla
corruzione. Le carte degli inquirenti ipotizzano che tra i potenziali
contatti romani del gruppo ci fossero il senatore Bornacin e l’ex
ministro Matteoli (non indagati). L’inchiesta è partita dalla
realizzazione del bagno del Prefetto, dotato di idromassaggio, ma si è
occupata anche dei lavori per gli uffici dell’ex Questore. Per il
provveditorato c’è il rischio di un commissariamento.
B. senza cavilli
I 600 mila dollari per Mills e la battaglia per la prescrizione
Per scongiurare la prescrizione, udienze a raffica questo mese al
processo Mills a carico di Silvio Berlusconi. L’ex premier è accusato di
aver corrotto con 600 mila dollari il testimone David Mills che lo ha
tolto “da un mare di guai” ai processi Gdf-Fininvest e All Iberian. In
calendario 6 udienze tra il 16 e il 28 gennaio. In programma, tra
l’altro, le dichiarazioni spontanee di Berlusconi. A bocce ferme, la
sentenza di primo grado, e solo quella, sarà emessa prima che scatti la
prescrizione, prevista tra febbraio e marzo. Comunque, l’ex premier può
stare tranquillo.Grazie a una delle sue leggi ad personam, la ex
Cirielli, non arriverà mai a giudizio definitivo.
Karima “Mubarak” e le cene eleganti di Arcore
Il 20 e il 27 gennaio si celebreranno le udienze rispettivamente dei
processi a Berlusconi e a Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede per
il caso Ruby-bunga bunga. Il processo a carico dell’ex premier è per
concussione (rilasciate la “nipote di Mubarak”) e prostituzione
minorile. Minetti, Mora e Fede, invece, devono rispondere di induzione e
favoreggiamento della prostituzione, anche minorile. In questo processo
si sono costituite parte civile Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane
Fadil, tre delle ragazze che hanno partecipato alle “cene eleganti” e
che dovranno testimoniare. Il 7 febbraio la Consulta discuterà sul
conflitto di attribuzioni sollevato dalla Camera contro i giudici
milanesi
Mediaset, i diritti tv e l’accusa di frode fiscale
Al processo Mediaset, Silvio Berlusconi è imputato di frode fiscale per
presunti costi gonfiati dalla sua azienda durante l’acquisto dei diritti
televisivi .Secondol’accusa, con questa modalità sarebbero stati
accantonati soldi in nero all’estero. Anche questo processo, come quello
Mills, non vedrà una sentenza definitiva grazie alla legge ex Cirielli
che ha ridotto da 15 a 7 anni e mezzo la prescrizione per la frode
fiscale. Da una costola dell’inchiesta che ha portato al processo in
corso, è nata quella su “Meditrade-Rti”. L’ipotesi è sempre il costo
alterato dell’acquisto dei diritti televisivi. Berlusconi è stato
prosciolto in fase di udienza preliminare (la procura farà ricorso in
Cassazione) mentre sono stati rinviati a giudizio, tra gli altri, il
presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri e il vicepresidente,
Piersilvio Berlusconi.
L’intercettazione rubata Fassino-Consorte sul “Giornale”
Il 30 gennaio si saprà se Berlusconi sarà processato a
Milanoperrivelazionedelsegretod’ufficioinrelazione alla pubblicazione
sul Giornale di un’intercettazione, del 2005, ancora segreta, tra il
segretario dei Ds, Piero Fassino e il presidente di Unipol, Giovanni
Consorte: “Allora, abbiamo una banca?”. Era la stagione dei “furbetti
del quartierino” e dei loro tentativi illeciti di scalare banche e il
Corriere della Sera. Quell’intercettazione arrivò ad ad Arcore, il 24
dicembre del 2005, grazie al fratello Paolo Berlusconi
(saràprocessatodal10gennaio), all’ex socio Fabrizio Favata (condannato
con rito abbreviato) e a Roberto Raffaelli (ha patteggiato), ex
amministratore delegato di Rcs, società di intercettazioni che lavorava
per la procura.
Le escort, il reclutamento e l’utilizzatore finale
L’indagine aperta nel 2009 sul giro di prostituzione del quale
Berlusconi, non indagato, era “l’utilizzatore finale” è stata chiusa
dalla procura di Bari a settembre. A Tarantini viene imputata
“un’attività, a seconda dei casi, di reclutamento, induzione e/o
favoreggiamento alla prostituzione” e si attende la decisione sul suo
rinvio a giudizio.
Lavitola, Gianpi e le bugie sul Cavaliere
Nata a Napoli – dalle indagini dei pm Piscitelli, Woodcock e Curcio –
l’inchiesta su Valter Lavitola è giunta a Bari per competenza
territoriale. La procura di Bari, inizialmente contraria, ha dovuto
chiedere l’arresto di Lavitola, nel frattempo latitante a Panama.
Lavitola è accusato di aver indotto Tarantini a rendere dichiarazioni
mendaci, dinanzi ai pm baresi che indagavano sulle escort, per tutelare
Berlusconi. In origine, secondo l’impostazione della procura di Napoli,
Lavitola era accusato – con Tarantini – di aver estorto a B. almeno
500mila euro. Il tribunale del Riesame di Napoli ha mutato il reato in
induzione a rendere dichiarazioni mendaci, trasferendo il fascicolo a
Bari, mentre, per la stessa vicenda, e con il reato di estorsione,
s’indaga a Roma.
Dopo quelle sulla cricca, sulle tangenti e sulle “cene eleganti” di
Arcore (vedi “Il Fatto” del 6 gennaio), ecco l’altra “metà” della
piovra: dalle organizzazioni criminali (mafia e ‘ndrangheta) infiltrate
in Parlamento e nelle altre istituzioni, per finire alle grandi aziende
dedite sistematicamente a frodi e falsificazioni. E poi ancora i
disastri ambientali ed edilizi: abusi, sprechi, traffici illegali.
Infine i grandi scandali “civili”: dal rogo della Thyssen alla morte di
Stefano Cucchi. Dal G8 di Genova alla sciagura ferroviaria di Viareggio.
Per il 2012 un’agenda di udienze, processi e sentenze.
Boss e politica
Mori, Obinu, il 1992 e la pace dopo le bombe
Il processo ai due ex ufficiali del Ros, Mario Mori e Mauro Obinu,
accusati della mancata cattura del boss Provenzano in cambio della
cessazione della strategia stragista di Cosa nostra riprende il 20
gennaio con l’audizione in aula di Vincenzo Scotti, l’ex ministro
dell’Interno che nel febbraio del ’ 92, prima della stagione delle
bombe, lanciò inascoltato in Parlamento l’allarme su una strategia
violenta messa in atto da ambienti eversivi. Prosegue in Procura
l’inchiesta parallela sulla trattativa mafia-Stato: indagati i boss
Riina, Provenza-no, ilmedicoAntonino Cinà, Marcello Dell’Utri, Massimo
Ciancimino e alcuni esponenti dei Servizi per violenza e minaccia ad un
corpo politico, amministrativo e giudiziario dello Stato.
Dell’Utri e i rapporti con Cosa Nostra: l’ultimo atto in Cassazione
Il 9 marzo è attesa la sentenza della Cassazione su Dell’Utri,
condannato in primo grado a 9 anni e in appello a 7 per concorso esterno
in associazione mafiosa. La Suprema Corte è chiamata a confermare il
verdetto d’appello, oppure ad annullarlo senza rinvio, o ancora ad
annullarlo con rinvio a un nuovo processo d’appello. In quest’ultimo
caso potrebbe annullare l’intera sentenza o soltanto la parte
assolutoria che ha escluso ogni responsabilità dell’imputato nei
rapporti con Cosa Nostra dopo il 1992.
Romano, doppia accusa: mazzette e “a disposizione”
Il 18 gennaio il gup di Palermo Fernando Sestito renderà probabilmente
nota la sua decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio dell’ex
ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano, il primo ministro in
carica accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Contro
Romano intercettazioni imbarazzanti tra esponenti mafiosi e le parole di
sei pentiti che lo indicano “a disposizione” di Cosa Nostra. Intanto
sempre nei confronti di Romano – dopo il sì della Camera all’uso delle
intercettazioni del 21 dicembre – prosegue l’inchiesta che lo vede
indagato per corruzione nell’inchiesta sulle tangenti della società del
Gas del professore Gianni Lapisedi Cianciminojr. Romano è sospettato di
avere promosso un emendamento vantaggioso per la società in cambio di
300 mila euro.
“Abbiamo l’amico e socio di mio padre Renato Schifani”
Le dichiarazioni di Spatuzza, quelle di altri due collaboratori di
Giustizia, tra cui Stefano Lo Verso, e alcune intercettazioni
telefoniche tra boss, oltre a vecchie accuse archiviate e adesso
riaperte, sono contenute nel fascicolo aperto dalla procura nei
confronti della seconda carica dello Stato per concorso in associazione
mafiosa. Per LoVerso, la mafia poteva contare su Schifani e Romano, come
gli aveva rivelato il boss Nicola Mandalà: “Tranquillo,
abbiamol’amicoesocio di mio padre Renato Schifani e il paesano di mio
parrino Ciccio, Saverio Romano”.
Il governatore della Sicilia e il processo per quei voti del 2008
Secondo la Procura di Catania, traRaffaele Lombardo e la mafia c’era un
rapporto elettorale. Il 6 febbraio si
terràlasecondaudienzadelprocessoneiconfrontidel governatore siciliano e
del fratello Angelo (deputato Mpa). Il processo riguarda la campagna
elettorale del 2008 per fare eleggere Angelo Lombardo e quella per
l’elezione del presidente della Regione siciliana. I due fratelli erano
indagati anche per mafia: la Procura ha chiesto archiviazione, ora
parola al Gip.
Ciancimino jr, le 3 inchieste e “il signor Franco”
Prosegue a Palermo l’inchiesta per calunnia dichiarativa e documentale e
detenzione di esplosivo nei confronti del figlio di don Vito
Ciancimino, arrestato il 22 aprile scorso (e poi scarcerato) dopo il
ritrovamento di alcuni candelotti di dinamite nel giardino di
casa. Ciancimino jr. è indagato per calunnia anche a Caltanissetta dopo
avere accusato l’ex capo della polizia De Gennaro di essere il
misterioso signor Franco/Carlo e di concorso in associazione mafiosa a
Palermo per avere fatto da tramite tra suo padre e Provenzano nella
trattativa.
Cammarata, due scandali a Palermo: i rifiuti e la barca
Prosegue l’inchiesta: il sindaco di Palermo è indagato, insieme ad altri
11 dirigenti ed ex amministratori dell’Amia, per disastro doloso,
inquinamentodelleacquee del sottosuolo, truffa, gestione abusiva della
discarica di Bellolampo, abuso di ufficio e abbandono dei rifiuti
speciali. Si indaga sui rischi di inquinamento delle falde acquifere per
il percolato prodotto dalla discarica. Peripm Cammarata avrebbe
impartito gli ordini per gestire l’ex municipalizzata Amia e la
discarica. Cammarata è imputato anche di abuso di ufficio nel processo
che riprende il prossimo 18 gennaio: è accusato di avere utilizzato un
dipendente della Gesip, una partecipata del comune, come guardiano e
gestore della sua barca ancorata al porticciolo dell’Acquasanta.
Dai pentiti alla moglie: la decisione sul senatore D’Alì
Riprende il 3 febbraio l’udienza preliminare per decidere sulla
richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione
mafiosa avanzata dalla Dda di Palermo nei confronti del presidente della
Commissione Ambiente del Senato, Tonino D’Alì, sottosegretario
all’Interno con Berlusconi tra il 2001 e il 2006. L’ultima udienza il pm
Andrea Tarondo, che con il pm Paolo Guido e con il procuratore aggiunto
Teresa Principato ha firmato la richiesta al gup per processare il
senatore, ha prodotto nuove accuse, che si fondano sui pentiti, sulla
documentazione societaria e sulle accuse della ex moglie di D’Alì.
Borzacchelli, le talpe in procura a Palermo e Cuffaro
Si attende la Cassazione dopo la condanna in appello ad otto anni per
l’ex sottufficiale dei carabinieri Antonio Borzacchelli, ex deputato
regionale del Biancofiore (Udc), indicato come una delle “talpe” della
procura di Palermo, coinvolto nell’inchiesta su Cuffaro. In primo grado
condanna a 10 anni, in appello a 8.
De Mauro, l’indagine parallela e il filo rosso con il delitto Pasolini
Entro la fine di gennaio sono attese le motivazioni dell’assoluzione di
Totò Riina, accusato di avere deciso ed organizzato la “lupara bianca”
del giornalista Mauro De Mauro, scomparso a Palermo la sera del 16
settembre 1970. La procura ha aperto un’indagine parallela sui mandanti
occulti ed ha recentemente interrogato Dell’Utri, che dichiarò di avere
avuto in mano, per pochi istanti, il dattiloscritto Appunto 21 di
Pasolini, misteriosamente scomparso: una delle piste seguite lega,
infatti, il delitto De Mauro a quello dell’intellettuale ucciso a
Ostianel 1975, entrambi impegnati a scavare (DeMauro
percontodelregistaRosi) sulleragionidell’assassiniodel presidente
dell’Eni Enrico Mattei, nel contesto di una matrice
terroristico-eversiva concepita per tutelare gli interessi della grande
finanza e delle ”sette sorelle” petrolifere.
Via d’Amelio: la revisione, il depistaggio e l’ “agenda rossa”
Si attendono entro febbraio i nuovi provvedimenti già chiesti al gip
dalla procura di Caltanissetta nei confronti
deinuoviesecutorimaterialidopolerivelazionideipentiti Gaspare Spatuzza,
che ha riscritto la dinamica della strage auto attribuendosi il furto
della 126, e Fabio Tranchina, che ha aggiunto inediti dettagli. Entro
giugno è attesa anche la definizione dell’inchiesta nei confronti dei
tre funzionari di polizia (Mario Bo, Salvatore LaBarbera e Vincenzo
Ricciardi) indagati per calunnia aggravata per avere indotto le false
confessioni di Salvatore Candura, Vincenzo ScarantinoeFrancesco
Andriotta sulla dinamica della strage. Infine, sulla base di un
maxi-collage di immagini video, che ricostruisce nei dettagli lo
scenario della strage, la procura di Caltanissetta ha riaperto
l’inchiesta sulla sparizione dell’agenda rossa del giudice.
Trapani, l’uccisione di Rostagno e le nuove audizioni
Riprende l’11 gennaio con l’audizione in aula dei pentiti del trapanese
Vincenzo Calcara e Rosario Spatola il processo per il delitto di Mauro
Rostagno, ucciso a Lenzila sera del 26 settembre 1988. Sono imputati due
boss mafiosi: Vincenzo Virga, indicato come il mandante, e Vito
Mazzara, ritenuto uno dei killer.
Cosentino (Pdl): favori e soldi nelle terre di Gomorra
Iniziato nell’aprile scorso, procede a passo d’uomo il
processopercamorraaldeputato-coordinatoreregionaledelPdl,
impigliatositranumeroseeccezioni, perlopiù sull’utilizzo delle
intercettazioni indirette. Difficilmente il Tribunale di Santa Maria
Capua Vetere emetterà la sentenza entro l’anno. Intanto a Napoli si
attende a breve il deposito dell’avviso concluse indagini dell’inchiesta
condotta dai pm Curcio, Woodcock e Ardituro e coordinata dall’aggiunto
Cafiero de Raho che vede Cosentino indagato e con nuova richiesta di
arresto con l’accusa di aver esercitato illecite pressioni per far
ottenere un finanziamento bancario in favore di un’impresa vicina ai
clan.
’Ndrangheta, da Reggio al Nord: la nuova potenza criminale
Milano e Reggio Calabria collegate dalla ‘ndrangheta. Gli arresti, le
condanne, le intercettazioni e gli atti intimidatori, lo confermano.
L’ultima operazione (a fine novembre) dei magistrati antimafia di Milano
e di Reggio, riguarda il clan Lampada, ben insediato in Lombardia. In
carcere sono finiti anche un giudice di Reggio Calabria, Vincenzo
Giglio, un consigliere regionale calabrese del Pdl, Francesco Morelli e
Vincenzo Minasi, avvocato di Palmi, con studio a Milano e Como. Dopo le
inchieste delle Procure di Imperia, Sanremo e Torino, invece, la
Commissione di accesso sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta ha
presentato le proprie conclusioni sull’ipotesi di scioglimento del
Comune di Ventimiglia. La decisione del Prefetto di Imperia è attesa per
i prossimi giorni. Sarebbe la seconda amministrazione del Ponente
ligure travolta dalle inchieste sulla criminalità organizzata, dopo
quella di Bordighera. Vassallo, tutta in salita l’inchiesta sul sindaco
anticamorra ucciso La Dda di Salerno prosegue con la massima discrezione
le indagini sull’omicidio del sindaco di Pollica, avvenuto
nelsettembredel 2010. Il radicamento dell’inchiesta nella Procura
capoluogo di distretto conferma che la matrice camorristica del delitto
resta una delle ipotesi più battute.
Malafinanza
Ipotesi di frode fiscale da 245 milioni: Profumo indagato
L’ex ad di Unicredit, Alessandro Profumoe 15 dirigenti bancari sono
indagati per una presunta frode fiscale da 245 milioni, architettata con
3 dirigenti della Barclays. I 245 erano stati dapprima sequestrati, poi
dissequestrati dal Riesame, ora il procuratore aggiunto,
AlfredoRobledo, ha presentato ricorso in Cassazione che potrebbe
decidere nelle prossime settimane.
Scalata Bnl: Consorte, Caltagirone e Fazio verso l’Appello
Scalata Bnl: il tribunale di Milano ha inflitto a Consorte
treanniediecimesidireclusioneeunmilionee 300 mila euro di multa.
Condannati anche – tra gli altri – l’allora governatore della Banca
d’Italia, Antonio Fazio e il costruttore-editore, Francesco Gaetano
Caltagirone. Dovrebbero presentare appello nelle prossime settimane.
Dossier illegali e corruzione internazionale: i guai di Tronchetti
Il presidente di Pirelli ed expresidente di Telecom, Marco
Tronchetti Provera, è indagato a Milano per la vicenda dei dossier
illegali quando a capo della security di Telecom c’era Giuliano
Tavaroli. Tronchetti è accusato, inoltre, di corruzione internazionale,
in relazione a 26 milioni di euro che sarebbero stati pagati dalla
Telecom tra il 2002 e il 2006 a un mediatore brasiliano per avere favori
dall’autorithy locale. Interrogato, Tronchetti ha sostenuto che Telecom
non è stata avvantaggiata. Il manager durante la prima inchiesta non
era stato indagato.
San Raffaele, il buco da 1, 5 miliardi: da don Verzè a Formigoni
A Milano inchiesta per associazione a delinquere, concorso in bancarotta
fraudolenta e false fatturazioni. A novembre è finito in carcere
Pierangelo Daccò, il faccendiere vicino a Cl e amico di Formigoni.
Sarebbe lui il manager ombra addetto allo “smistamento” di fondi neri,
probabilmente anche a politici. A capo dell’associazione criminale ci
sarebbe stato Mario Cal, vice presidente del San Raffaele, morto suicida
nel luglio scorso. Ne facevano parte, tra gli altri, Mario Valsecchi
(in carcere dal mese scorso), ex direttore finanziario, e gli
imprenditori Pierino e Gianluca Zammarchi. Il dominus del SanRaffaele,
don Luigi Verzè, morto il 31 dicembre, era indagato per concorso in
bancarotta. A marzo scadono i termini dell’indagine ma i pm possono
chiedere una proroga.
Ponzellini e i fondi concessi da Bpm alla Atlantis
Massimo Ponzellini, ex presidente della Popolare di Milano è
indagato dalla procura milanese per ostacolo all’autorità di vigilanza e
associazione a delinquere. Bpm ha concesso un prestito da 43 milioni
alla società Atlantis-BplusdiFrancesco Corallosenzache, secondoipm,
neavesseirequisiti. I magistrati hanno anche inviato alla Camera una
richiesta di autorizzazione all’acquisizione del computer che il
deputato Pdl Laboccetta si è portato via, facendosi scudo dell’immunità,
durante la perquisizione della Gdf nell’ufficio romano di Corallo.
La-boccetta è indagato per favoreggiamento mentre Corallo, che si era
spacciato per ambasciatore della Fao, deve rispondere di falsa identità a
pubblico ufficiale.
La bancarotta di Lele Mora: 4 volte “no” alla scarcerazione
Lele Mora a Milano è pieno di guai giudiziari. A giugno è stato
arrestato per concorso in bancarotta. Ha distratto dalla sua (fallita)
Lm managment 8, 5 milioni di euro. A novembre ha patteggiato una pena a 4
anni e 3 mesi. Resta indagato Emilio Fede. Per 4 volte giudici diversi,
hanno confermato il carcere per Mora.
Telecom Sparkle e Fastweb, la megatruffa di Mokbel & co.
Tutto è nato da un’inchiesta del pm Capaldo sul maxi riciclaggio da 2
miliardi di euro, sottratti all’erario tra il 2004 e il 2010 con la
truffa del 2 % dell’Iva messa in atto dalle società telefoniche Fastweb e
Telecom Sparkle. Il processo è iniziato alla fine del 2010 ma non si
concluderà che alla fine di quest’anno. Alla sbarra due gruppi di
imputati: i sodali di Gennaro Mokbel, il faccendiere nero, sono una
quindicina, e rispondono di associazione per delinquere, riciclaggio,
falsificazione di schede elettorali. Sull’altro lato, i grandi manager
dei colossi telefonici Telecom Sparkle e Fastweb. Su tutti l’ex
presidente Silvio Scaglia, a lungo rimasto in carcere.
Sempre Lavitola: l’Avanti e i fondi dell’editoria
A Napoli indagine sempre intorno a Valter Lavitola, questa volta in
veste di ex direttore ed editore del quotidiano l’Avanti: l’obiettivo è
scoprire se, dietro i finanziamenti di Stato all’editoria, ottenuti da
Lavitola, si nascondano operazioni illecite. Dal 2003 al 2009,
L’Avantihaottenutocirca 21 milioni di euro che, secondo l’ipotesi
investigativa, potrebbero essere stati usati per affari personali non
inerenti alla gestione del quotidiano. Sui finanziamenti ottenuti da
l’Avanti aperto un fascicolo anche a Pescara.
Privatizzazione dell’aeroporto, Mussari (Mps) indagato a Siena
Chiuse le indagini anche sulle procedure di privatizzazione del piccolo
aeroporto di Ampugnano. Tra i 14 indagati anche il presidente di Mps
Giuseppe Mussari. Secondo l’accusa la gara per la cessione delle quote
di maggioranza della società aeroporto di Siena fu pilotata e
condizionata.
Delitti e segreti
Rogo Thyssen, a breve fissato il processo d’Appello
Il processo di appello per la strage della Thyssen Krupp (sette operai
morti nel rogo dell’acciaieria di Torino nella notte tra il 5 e il 6
dicembre 2007) sarà calendarizzato abreve. Il processo di primo grado di
fronte alla Corte di Assise di Torino si è concluso con sei condanne,
la più alta delle quali (16 anni e sei mesi) inflitta all’ad Harald
Espenhan, ritenuto colpevole di omicidio volontario con dolo eventuale.
Amianto a Casale Monferrato, verità e giustizia sul disastro
Si sta concludendo a Torino il maxiprocesso Eternit. La prossima udienza
(l’ultima si è tenuta il 21 novembre) è fissata per il 13 febbraio. La
sentenza potrebbe arrivare già quel giorno. I pm Raffaele Guariniello,
Gianfranco Colace e Sara Panelli hanno chiesto la condanna a 20 anni per
due imputati, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone Belga
Louis De Cartier (ultimi proprietari della multinazionale dell’amianto)
con l’accusa di disastro doloso permanente. Secondo l’accusa i due, pur
essendo a conoscenza della pericolosità dell’amianto, avrebbero
deliberatamente omesso le misure necessarie affinché le polveri non
fossero respirate da lavoratori e cittadini. Nell’elenco delle oltre
seimila parti lese figurano quasi duemila vittime, 1. 700 circa nella
sola Casale Monferrato.
Strage di Viareggio, indagati i vertici Trenitalia: verso chiusura inchiesta
Tra i 38 indagati per il disastro del 29 giugno del 2009 (32 morti),
anche Mauro Moretti, amministratore delegato Fs, il suo successore alla
guida di RFI Michele Mario Elia, l’ad di Trenitalia Vincenzo Soprano e
altri membri della catena di comando delle Fs. Imminente l’avviso di
conclusione indagini.
Diaz e Bolzaneto, per le lesioni si avvicina la vergogna della prescrizione
Dopo l’assoluzione in Cassazione per Gianni De Gennaro mancano soltanto
le sentenze della Cassazione per Diaz e Bolzaneto. La quasi totalità dei
reati – calunnia, lesioni non gravi, abusi vari – contestati ai
poliziotti della Diaz così come agli imputati per le violenze nella
caserma di Bolzaneto sono stati spazzati dalla prescrizione. Restano in
piedi le lesioni gravi, che però vanno in
prescrizionedopodieciannieseimesi (proprionelgennaio 2012) e i falsi che
di anni ne prevedono dodici e mezzo (gennaio 2014).
Morire di carcere: Stefano Cucchi, le udienze proseguono
Tempi lunghi per la verità sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra
romano morto il 22 ottobre al Pertini dov’era stato ricoverato per le
gravissime lesioni provocate dal pestaggio subito la notte dell’arresto.
Il processo vede imputati 6 medici, 3 infermieri e 3 agenti di custodia
ed è giunto alla sesta udienza. Alle prossime saranno ascoltati i
periti che attribuiscono il decesso alla carenza di cure dei medici del
Pertini. Tesi respinta dalla sorella Ila-ria:
“Stefanoèstatouccisoincarcere, sperocheigiudici annullino le perizie e
si riparta da zero”.
Trans, ricatto a Marrazzo: il 10 gennaio imputati in aula
Trans e coca, ricatto a Marrazzo: il 10 gennaio compariranno, di fronte
al gup, i quattro imputati “sopravvissuti” all’inchiesta, i carabinieri
Nicola Simeone, Carlo Tagliente e Nicola Testini-i primi due accusati di
estorsione, il terzo rinviato a giudizio anche per la morte del pusher
Gianguarino Cafasso, nonostante il perito Arcudi abbia escluso l’ipotesi
di omicidio per overdose. Ci sarà anche Natalie, il trans che ospitava
Marrazzo, imputata di detenzione e spaccio di coca. Il gup dovrà
stabilire la connessione tra i due filoni d’indagine- estorsione e morte
del pusher- prima che il vero processo abbiainizioindatadastabilire.
Intantoèallaterzaudienza il processo parallelo sulla “falsa” perizia sul
cadavere di Cafasso che, riesumato, risultava intatto.
Concorsi truccati all’università di Messina: è l’anno della sentenza
In arrivo il verdetto contro il Rettore Franco Tomasello,
imputatodiaverfattopressionisulpresidentedellacommissionechedovevaassegnareunpostodiassociatonell’ateneo
messinese. Tomasello è anche indagato per un altro concorso truccato al
Policlinico universitario.
Siena, il rosso di bilancio da 200 milioni dell’ateneo
Gli indagati sono 23, fra cui gli ex rettori Piero Tesi e Silvano
Focardi: i reati ipotizzati sono falsità ideologica, abuso d’ufficio e
peculato. Avviso di conclusione delle indagini anche per l’inchiesta
sulle elezioni dell’attuale rettore Angelo Riccaboni.
Calciopoli, scommesse truccate: 3 procure al lavoro
Tre procure al lavoro – quelle di Napoli, Cremona e Bari, indagini
preliminari – e 22 partite di serie A monitorate dagli inquirenti.
Centinaia, invece, le partite sospette tra serie B e campionati minori.
Tra i più noti calciatori coinvolti, oltre Beppe Signori, ci sono
Cristiano Doni e Luigi Sartor. La procura di Cremona ha scoperto una
centrale operativa che gestiva un giro di scommesse e truccava partite a
livello internazionale: la base era a Singapore, ma le ramificazioni,
attraverso gli uomini di mister Den, arrivavanoancheinItalia,
attraversoilgruppodegli “zingari”, per esempio, o attraverso contatti
con clan della mala barese, secondo l’ipotesi della procura di Bari. La
procura di Napoli, invece, indaga sulle infiltrazione del clan
d’Alessandro, di Castellamare di Stabia, nella società di scommesse
Intralot.
Abusi di cemento
Crotone: la truffa della centrale a turbogas
Iniziata dal pm Pierpaolo Bruni, trasferitosi nel frattempo a Catanzaro,
l’indagine è ora condotta dalla pm Luisiana Di Vittorio. Si tratta
della presunta truffa sulla mancata realizzazione del Contratto di
programma di Scandale, con conseguente installazione della centrale a
turbogas, costruitadallaEurosviluppoindustriale, amministrata da Aldo
Bonaldi, e poi venduta al gruppo Endesa. Un affare da 15 milioni di
euro. Tra gli indagati, anche l’ex ad di Barclays Bank Italia, Vittorio
Maria De Stasio.
La villa ad Anacapri di Luca di Montezemolo
È attesa per il 12 marzo la sentenza del giudice unico della sezione
staccata di Capri del Tribunale di Napoli su Montezemolo, accusato di
abuso edilizio e falso nell’ambito della ristrutturazione di Villa
Caprile ad Anacapri.
Matteoli accusato di favoreggiamento all’Elba
Per la procura di Livorno, l’ex ministro toscano avvertì il
prefettoVincenzo Gallitto che c’era un’indagine nei suoi confronti. Il
giudice sta aspettando che la Corte costituzionale su pronunci sul
conflitto di attribuzioni sollevato dal tribunale di Livorno nei
confronti della Camera.
Il megaporticciolo da 150 milioni: c’è Scajola indagato
A Imperia l’inchiesta sulla realizzazione del mega-porticciolo turistico:
con l’ex ministro indagato il costruttore Caltagirone. Nelle prossime
settimane è prevista la decisione del gip con il deposito degli atti.
Bassolino e i rifiuti, la sentenza e il rischio prescrizione
Il 2012 potrebbe essere l’anno della sentenza per il processo al ciclo
di gestione dei rifiuti in Campania. Ma la prescrizione incombe su gran
parte dei reati. Alla sbarra da quattro anni ci sono Bassolino, gli ex
vertici della Fibe-Impregilo e una folla di altri imputati, per un
totale di 28 persone.
Fonti: 1 - 2
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