Ginevra 2 è saltata. La conferenza di pace sulla Siria, intorno al cui
tavolo avrebbero dovuto sedersi regime e opposizioni, con la benedizione
delle diplomazie statunitense e russa, è rinviata a data da destinarsi.
Ad annunciarlo è stata una fonte russa, vicina alla delegazione di
Mosca, a seguito dell'incontro a tre tenutosi a Ginevra tra l'inviato di
Onu e Lega Araba Brahimi, Stati Uniti e Russia. Poco dopo il meeting è
stato allargato a Francia, Gran Bretagna, Cina, Lega Araba, Giordania,
Iraq, Libano e Turchia. Secondo una fonte Onu, sarebbe stato
impossibile giungere alla definizione di una data per la conferenza di
pace, rinviata a data da destinarsi, di certo - dice la fonte russa -
"non prima di dicembre".
A far naufragare il nuovo tentativo internazionale - già rinviato più volte da maggio a oggi - sarebbero stati i
tentennamenti sulla presenza o meno dell'Iran, alleato di ferro di
Damasco, e l'indecisione dei gruppi di opposizione al regime di Bashar
al-Assad. Ma soprattutto, l'assenza di rappresentanti credibili dei
gruppi anti-regime. Da mesi le opposizioni si sono spaccate su
Ginevra 2 e sono ormai decine i gruppi che hanno rispedito al mittente
l'invito a partecipare alla conferenza: precondizione alla soluzione
diplomatica è la cacciata di Assad e l'assenza dal tavolo negoziale di
Teheran.
Lo stesso ministro degli Esteri russo, Lavrov, avrebbe indicato ieri le
condizioni poste dalle opposizioni, secondo quanto riportato
dall'agenzia stampa russa Itar-Tass: "La non partecipazione
dell'Iran alla conferenza; le dimissioni da presidente di Assad; e
l'invio di altri armamenti ai gruppi di opposizione. Stati Uniti e
Russia sono concordi nel fatto che Ginevra 2 dovrebbe essere aperta
senza alcuna precondizione".
Le diplomazie internazionali sono consapevoli dell'attuale condizione del vasto spettro delle opposizioni siriane: gruppi
sempre più numerosi, dalle ideologie politiche e religiose distanti,
armati ufficiosamente dai Paesi del Golfo, sono riusciti in pochi mesi a
marginalizzare la Coalizione Nazionale Siriana, federazione delle
opposizioni riconosciuta lo scorso anno dalla comunità internazionale
come unico rappresentante legittimo del popolo siriano. Proprio la
Coalizione aveva posto le due precondizioni - assenza di Teheran e di
Damasco - che hanno infastidito la controparte russa.
Assad da parte sua è fermo sulla propria posizione: il regime di
Damasco intende sedersi al tavolo internazionale per discutere di una
transizione pacifica e politica dopo due anni e mezzo di guerra civile,
ma senza lasciare il potere. Almeno per ora. Per dimostrare la buona
volontà del regime, Assad ha aperto le porte agli ispettori Onu e
accettato di distruggere l'arsenale chimico in suo possesso.
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