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06/11/2013

Ribelli poco credibili, salta Ginevra 2

Ginevra 2 è saltata. La conferenza di pace sulla Siria, intorno al cui tavolo avrebbero dovuto sedersi regime e opposizioni, con la benedizione delle diplomazie statunitense e russa, è rinviata a data da destinarsi.

Ad annunciarlo è stata una fonte russa, vicina alla delegazione di Mosca, a seguito dell'incontro a tre tenutosi a Ginevra tra l'inviato di Onu e Lega Araba Brahimi, Stati Uniti e Russia. Poco dopo il meeting è stato allargato a Francia, Gran Bretagna, Cina, Lega Araba, Giordania, Iraq, Libano e Turchia. Secondo una fonte Onu, sarebbe stato impossibile giungere alla definizione di una data per la conferenza di pace, rinviata a data da destinarsi, di certo - dice la fonte russa - "non prima di dicembre".

A far naufragare il nuovo tentativo internazionale - già rinviato più volte da maggio a oggi - sarebbero stati i tentennamenti sulla presenza o meno dell'Iran, alleato di ferro di Damasco, e l'indecisione dei gruppi di opposizione al regime di Bashar al-Assad. Ma soprattutto, l'assenza di rappresentanti credibili dei gruppi anti-regime. Da mesi le opposizioni si sono spaccate su Ginevra 2 e sono ormai decine i gruppi che hanno rispedito al mittente l'invito a partecipare alla conferenza: precondizione alla soluzione diplomatica è la cacciata di Assad e l'assenza dal tavolo negoziale di Teheran.

Lo stesso ministro degli Esteri russo, Lavrov, avrebbe indicato ieri le condizioni poste dalle opposizioni, secondo quanto riportato dall'agenzia stampa russa Itar-Tass: "La non partecipazione dell'Iran alla conferenza; le dimissioni da presidente di Assad; e l'invio di altri armamenti ai gruppi di opposizione. Stati Uniti e Russia sono concordi nel fatto che Ginevra 2 dovrebbe essere aperta senza alcuna precondizione".

Le diplomazie internazionali sono consapevoli dell'attuale condizione del vasto spettro delle opposizioni siriane: gruppi sempre più numerosi, dalle ideologie politiche e religiose distanti, armati ufficiosamente dai Paesi del Golfo, sono riusciti in pochi mesi a marginalizzare la Coalizione Nazionale Siriana, federazione delle opposizioni riconosciuta lo scorso anno dalla comunità internazionale come unico rappresentante legittimo del popolo siriano. Proprio la Coalizione aveva posto le due precondizioni - assenza di Teheran e di Damasco - che hanno infastidito la controparte russa.

Assad da parte sua è fermo sulla propria posizione: il regime di Damasco intende sedersi al tavolo internazionale per discutere di una transizione pacifica e politica dopo due anni e mezzo di guerra civile, ma senza lasciare il potere. Almeno per ora. Per dimostrare la buona volontà del regime, Assad ha aperto le porte agli ispettori Onu e accettato di distruggere l'arsenale chimico in suo possesso.

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