Si
basa su un'indagine del Ministero del Tesoro su tutte le società
partecipate a qualsiasi titolo da comuni, province, regioni ed enti di
diritto pubblico.
L'indagine è lo spunto per l'ennesimo attacco al pubblico in generale "(...)
se una holding privata vedesse che un terzo delle società di cui essa è
azionista viaggia in rosso e che quelle perdite sono così pesanti da
portare in rosso il saldo totale, le opzioni sarebbero chiare: vendere,
oppure ristrutturare al più presto le imprese in perdita per arrestare
l'emorragia; la terza ipotesi, fingere di non vedere perchè così
conviene a quache manager corrotto, non atterrerebbe neppure sul tavolo" sibila con viva e vibrante indignazione l'autore dell'articolo Federico Fubini.
Già tutto chiaro: il pubblico è un disastro, mentre il metafisico privato sì che sarebbe in grado di garantire l'efficienza.
Premesso
che sono per la riappropriazione sociale di tutti i servizi pubblici,
che vanno sottratti ai profitti privati e al clientelismo
politico-manageriale attraverso la partecipazione diretta dei cittadini e
dei lavoratori alla loro gestione, una domanda sorge spontanea: ma
se l'indagine riguarda le società partecipate dagli enti pubblici
(dunque non le aziende speciali nè le SpA a totale capitale pubblico),
da chi altro sono partecipate queste società, oltre agli enti pubblci?
E la riposta è lapalissiana: sono società a capitale misto pubblico-privato, ovvero sono partecipate esattamente dai privati! Quelli che "(..) se un holding privata..." di cui sopra.
Approfondiamo l'analisi, perchè il titolo e il senso dell'articolo farebbero presagire un disastro senza confini.
Ebbene, analizzando i dati riportati, si scopre che su 7340 società partecipate, 2879 (47% ) sono in attivo e 1249 (20%)
sono in pareggio : quindi il 63% delle società analizzate non rientra
nel disastro gridato per tutto l'articolo. Sono invece in perdita 2023 società pari al 33%.
La
perdita complessiva di queste ultime è pari a 2,2 miliardi di euro
(come sbandierato nel titolo); ma se poi si va a vedere l'articolo nel
dettaglio si scopre che del rosso complessivo, ben 1,5 miliardi è provocato da appena 23 società.
Infine, un ultimo dato: la partecipazione media degli enti locali nelle società in utile è pari al 29%, quella nelle società in pareggio è pari al 60%, quella nelle società in perdita è pari al 15%.
Mi
fermo qui, anche perchè non è certo la contabilità delle quote di
capitale a determinare la funzione pubblica e sociale di un servizio.
Ma l'articolo di Repubblica
è senz'altro la dimostrazione che quando si vuole impostare una
campagna ideologica, la manipolazione della realtà è d'obbligo.
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