Ieri c'è stato una clamorosa doppia manifestazione, a Roma, in occasione dello sciopero nazionale delle telecomunicazioni. I lavoratori sono andati insieme ad alcuni sindacati di base presenti nell'azienda (Usb, Cobas, Snater, Cisal e Cub) in piazza Barberini, riempiendola all'inverosimile. Cgil-Cisl-Uil si sono visti a Santi Apostoli, ma più funzionari sindacali che dipendenti...
Radio Città Aperta ha intervistato Daniela Cortese, delagata Usb.
Tutte le foto sono di Patrizia Cortellessa.
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Sì. Intanto è uno sciopero che è andato molto bene, con una grande partecipazione di popolo. I lavoratori hanno rialzato la testa, sono scesi in piazza ed erano tantissimi. Diciamo che siamo in una condizione un po’ particolare. Noi siamo sotto rinnovo di contratto nazionale di settore, perché il contratto è scaduto da un paio di anni e non se ne vede ancora la luce. In più, contestualmente, negli ultimi tempi, l’azienda ha deciso la disdetta unilaterale del contratto di secondo livello (quello aziendale, ndr). Nella disdetta del contratto di secondo livello l’azienda ha avuto addirittura l’ardire di proporre una propria “piattaforma rivendicativa” e l’ha presentata ai sindacati confederali. Cosa chiede? Una riduzione delle ferie, un demansionamento fino a due livelli in meno, tutta una serie di tagli al salario accessorio dei tecnici – e sono questi lavoratori cosiddetti “tute rosse”, che si sono dati una forma autoconvocata in questo periodo – con una riduzione importante del proprio stipendio, il blocco degli scatti di anzianità, la riduzione all’inverosimile del premio di risultato, che comunque dovrebbe rimanere solamente per i vecchi assunti e non più per in nuovi; la riduzione delle relazioni sindacali con l’acquisizione completa del Testo Unico sulla rappresentanza, il controllo a distanza (quindi tutti video sorvegliati, tutti controllati...) e quindi la piena applicazione del Job acts dentro il contratto. Un contratto che con queste prospettive assomiglia moltissimo a quello appena sottoscritto dai metalmeccanici, tant'è che ad oggi non siamo ancora in grado di sapere né dall’azienda, né tanto meno dai sindacati confederali – sono gli unici ad oggi che portano avanti la trattativa – quale potrebbe essere l’aumento economico di questo rinnovo di contratto. Ora è chiaro che in questa situazione i lavoratori, per fortuna, hanno detto basta e sono scesi in piazza. Oggi le piazze sono state due: la piazza dei sindacati di base era quella di piazza Barberini, pienissima, un corteo numericamente importante. La piazza di Santi Apostoli di Cgil-Cisl e Uil, quando siamo arrivati lì abbiamo contato, diciamo 150 presenze ad essere generosi. Questo è uno schieramento e un posizionamento dei lavoratori di cui bisognerà tenere conto nel prossimo futuro.
Tu naturalmente eri presente questa mattina a piazza Barberini... Quale era l’atmosfera? C’era voglia di lottare dei lavoratori, prese di coscienza forti? Quale è la situazione?
Voglia di lottare, a livelli altissimi. E il mondo di Telecom non è il mondo delle fabbriche, è un mondo decisamente più pigro, dove la concertazione dei sindacati confederali la fa da padrona da decenni. Però, che la maggior parte dei lavoratori, a partire dagli autoconvocati, si sia data appuntamento con i sindacati di base è un cambio di fase. C’è una grandissima voglia di lottare, ci sono dei limiti sulla consapevolezza di dove andare a parare, perché comunque bisogna tenere presente alcune cose: Cgil-Cisl e Uil hanno già sottoscritto con l’azienda due terzi del contratto nazionale di settore, quindi da un lato convocano lo sciopero e dall’altro non hanno interrotto le trattative. Continuano a sottoscrivere aspetti importanti di quel contratto che è un contratto devastante e che sta procedendo. Dall’altro, rispetto alla richiesta unilaterale di rescissione del secondo livello – che comporta tutte quelle riduzioni di cui vi ho parlato prima – Cgil-Cisl e Uil hanno convocato lo sciopero di oggi, ma non hanno una proposta alternativa. Quindi, in realtà, loro hanno convocato uno sciopero senza prendersi la responsabilità di dire: “noi non vogliamo questo ma vogliamo” – ad esempio come diciamo noi – “che il Job Acts non rientri dentro al rinnovo del contratto”, perché non ci deve rientrare... Questa situazione comporta ovviamente una richiesta dalla base che invoca l’unità tra tutte le sigle sindacali mentre noi, come Usb, rimarchiamo in continuazione che se la delegazione trattante resta la delegazione di Cgil-Cisl e Uil – che sono anni che ci svende e che oggi non ha neanche una proposta alternativa per sostenere le ragioni dei lavoratori – noi non diamo deleghe in bianco a nessuno e chiediamo che i lavoratori debbano costituire essi stessi una delegazione trattante e devono delegittimare quella delegazione di Cgil-Cisl e Uil; quella che nel mondo delle telecomunicazioni ha posto la concertazione a livelli altissimi e praticamente istituzionali. E’ un tutt’uno con l’azienda. E noi non ci fidiamo...
A questo punto il prossimo passo è già programmato? Come si procederà?
Dunque... dire che viviamo alla giornata è un po’ esagerato, ma non è molto distante dalla realtà. Pochi giorni fa siamo andati di fronte al luogo dove Cgil-Cisl-Uil stavano trattando con l’Associazione datoriale per proseguire le trattative sul rinnovo del contratto. Cgil-Cisl e Uil insieme ad Astel non ci hanno fatto avvicinare, si sono fatti scudo con le forze dell’ordine, hanno cacciato i sindacati di base e, soprattutto, i lavoratori con i quali non vogliono avere nessun tipo di relazione. E questo la dice lunga sul clima... Il 21 e il 22 si sono già dati appuntamento per un nuovo incontro. Noi per quella data, ovviamente, insieme agli autoconvocati, insieme agli altri sindacati di base, penseremo a delle iniziative, manterremo tutta la distanza da questo modo di portare avanti le trattative a perdere con l’azienda e vedremo che cosa succederà. Della serie... li teniamo d’occhio! Noi continuiamo a non fidarci e la manifestazione di oggi, i lavoratori in piazza, questa cosa l’ha detta forte.
Daniela, naturalmente torneremo a sentirci, ci racconterai quello che accade il 21 e il 22 e come proseguirà la lotta di questi lavoratori. Grazie, grazie molte.
Grazie a voi per lo spazio che ci avete dato, grazie mille.
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