La politica nostrana ci ha ormai abituati all’eterna contraddizione tra il dire e il fare, tra le le promesse sbandierate e la reltà che si materializza, infrangendo sistematicamente le promesse.
È il caso di quanto sta avvenendo a Fico, il parco giochi del cibo fortemente voluto da Oscar Farinetti ed inaugurato poco più di due mesi fa in pompa magna da Matteo Renzi e da tutto l’establishment politico-economico legato al Partito Democratico locale e nazionale (leggi qui).
Dopo le grandi promesse occupazionali e di benessere per il territorio annunciate dai fautori di questa immensa opera di speculazione, ecco che arriva la prima notizia che fa tornare coi piedi per terra: 90 lavoratori assunti con contratti interinali disdettati e non rinnovati a nemmeno 6 mesi dall’apertura. La motivazione è legata alle “fluttuazioni degli ingressi”, come hanno a dire i responsabili del parco che da lavoro a più di mille persone e che doveva essere una delle strategie per aumentare l’occupazione nel territorio.
Questi sono probabilmente solo i primi licenziamenti non concordati coi sindacati e che quindi rende già carta straccia il protocollo firmato nel luglio dell’anno scorso tra sindacati e azienda per «la tutela dell’occupazione, la qualità del lavoro e le relazioni sindacali». Protocollo che prevedeva un incontro entro marzo 2018 per verificare la situazione.
Ma si sa, all’epoca del renzismo, del Jobs Act e della politica occupazionale fatta solo di sgravi e incentivi, il potere delle aziende è pressoché totale, finchè davanti si trovano sindacati concertativi e poco inclini a puntare i piedi.
Dunque non è bastato regalare un terreno pubblico immenso a privati per un’enorme opera di speculazione e profitto, non è bastato mettere a disposizione decine di autobus pubblici come navette che fanno costantemente la spola tra la stazione Fs e il Food Park di Farinetti (e, il più delle volte, con non più di cinque persone, autista compreso), così come non basterà promettere un ulteriore collegamento diretto, questa volta con l’aeroporto.
Fatto sta che basta un lieve calo degli ingressi (reale o atteso) che da un giorno all’altro, senza alcun preavviso, novanta persone si ritrovano senza lavoro.
Questi sono i miracoli economici e sociali promossi e incentivati dal governo Renzi, il quale domani inizierà la sua campagna elettorale proprio a Bologna. Che qualcuno gli stia preparando il comitato di benvenuto?
Di seguito proponiamo un’intervista a Giorgio Cremaschi, candidato di Potere al Popolo a Bologna e realizzata dalla redazione di Radio Città Aperta, clicca qui e poi clicca sul simbolino “play” sotto il titolo.
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