Dopo una breve pausa Israele torna ad annunciare progetti per
l’espansione dei suoi insediamenti coloniali nella Cisgiordania
occupata. Il ministro della difesa, Avigdor Lieberman, oggi ha
comunicato che chiederà l’approvazione di un piano per costruire nel più
breve tempo possibile 2.500 nuovi alloggi in 30 colonie. “I
2.500 nuovi alloggi che approveremo in un comitato di pianificazione la
prossima settimana saranno costruiti immediatamente nel 2018″, ha
precisato Lieberman, aggiungendo che chiederà il via libera del comitato
per la costruzione per altre 1.400 case per coloni che saranno
realizzate successivamente. “Estenderemo le costruzioni in tutta
la Giudea-Samaria – ha detto usando termini biblici in riferimento alla
Cisgiordania – da Nord a Sud, in insediamenti piccoli e grandi”.
Una nuova colata di cemento che, con ogni probabilità, ha già
ricevuto il via libera dell’Amministrazione Trump che sta assecondando
tutte le politiche del governo israeliano, non esitando ad infrangere la
legalità internazionale. E dopo aver riconosciuto Gerusalemme
come capitale di Israele, nei prossimi mesi il presidente americano
potrebbe fare altrettanto con il Golan siriano, un territorio arabo che
Israele ha occupato militarmente nel 1967 e che si è successivamente
annesso con un atto unilaterale.
Il ministro israeliano dell’intelligence, Yisrael Katz, un membro chiave del governo Netanyahu, ha detto in una intervista che il
riconoscimento statunitense dell’annessione delle Alture del Golan da
parte dello Stato ebraico, è “in cima all’agenda” nei colloqui con la
Casa Bianca. “E’ il momento perfetto per fare una tale mossa, è
la risposta più dolorosa che si può dare agli iraniani è riconoscere la
sovranità sul Golan di Israele”, ha affernato Katz in riferimento alla
presenza di iraniani in Siria – fortemente contrastata da Israele – e
all’alleanza tra Tehran e Damasco. “Penso che ci sia una grande
maturità e un’alta probabilità che questo accada”, ha concluso il
ministro, secondo cui il riconoscimento americano dovrebbe avvenire nel
giro di “qualche mese”.
La Casa Bianca non ha commentato le dichiarazioni di Katz.
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