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28/05/2018

Potere al Popolo. Il documento politico uscito dall’Assemblea nazionale

Pubblichiamo qui il documento politico approvato al termine della due giorni di assemblea nazionale di Potere al Popolo, a Napoli. Come si può vedere facilmente, la svolta politica impressa da Sergio Mattarella non era ancora avvenuta e dunque molta attenzione veniva posta sulla necessità di costruire l’opposizione popolare al governo Salvini-Di Maio, in quelle ore in formazione.

Ma l’assemblea ha affermato con altrettanta forza la sua volontà di costruire un movimento popolare che si oppone anche alla Troika, all’Unione Europea, all’imperialismo. Perché le classi popolari non hanno governi amici da cercare nello scontro tra il grande capitale multinazionale (linea Merkel-Mattarella) e capitalisti meno potenti ma altrettanto liberisti (linea Lega-Cinque Stelle e populismi vari).

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L’assemblea di Potere al Popolo, di fronte alla evoluzione della crisi politica ed al possibile governo Lega M5S, assume i seguenti primi orientamenti e giudizi:

1) Rispetto al governo Lega M5S che si sta definendo, sulla base del contratto sottoscritto dai due leader e delle loro posizioni politiche, Potere al Popolo si schiera in ferma e radicale opposizione.

Contrasteremo le misure repressive, autoritarie e razziste che si annunciano verso i migranti, i poveri, il dissenso ed il conflitto sociale. Misure che raccolgono la violenta eredità delle leggi Minniti Orlando. PaP respinge e contrasta il modello giuridico autoritario che sostituisce lo stato penale allo stato sociale.

Ci opporremo alla flat tax coi suoi regali fiscali per i ricchi, non solo nel nome dell’eguaglianza, ma per difendere ed accrescere lo stato sociale.

Rivendicheremo l’abolizione del Jobsact e delle leggi a favore dello sfruttamento del lavoro, totalmente assente dai programmi in discussione. Chiederemo la cancellazione totale e non parziale della legge Fornero, così come della famigerata Buona Scuola. Il reddito di cittadinanza dovrà essere una misura strutturale e incondizionata, non l’estensione delle tenui misure assistenziali del governo Gentiloni. Mai come oggi è indispensabile porre la questione della riduzione dell’orario di lavoro e ci impegniamo a costruire una campagna sul tema. Diremo basta alle grandi opere e alla devastazione ambientale a partire dal TAV.

Sui vincoli UE e NATO, come da nostro programma, chiederemo la rottura con essi, a partire dal rigetto del Fiscal Compact e dal taglio alle spese militari e dal ritiro delle missioni all’estero, dal rifiuto di installare nuove bombe atomiche in Italia. Rispetto ai timidi e contraddittori intenti programmatici di Lega e M5S di voler ridiscutere quei vincoli, smaschereremo ogni falsa promessa a partire dalle prossime scadenze in sede UE e NATO.

Potere al Popolo rifiuta la parola d’ordine anticostituzionale “prima gli italiani”, al centro della ideologia del nuovo governo, e le contrappone – sul piano dei valori, della lotta e della mobilitazione sociale – una priorità solidale opposta che è prima gli sfruttati.

In questo quadro, emerge il cinismo dell’alleanza del M5S con una forza ferocemente antimeridionale come la Lega, sulla base di un “contratto” che prima aveva dimenticato il sud e poi lo ha ridotto a uno striminzito paragrafo vuoto di impegni. Potere al Popolo si impegna nella lotta per ridare centralità alla nuova questione meridionale in un paese in cui non è cresciuta solo la disuguaglianza, ma anche il divario tra il nord e il sud, con indicatori drammatici su disoccupazione, povertà, evasione scolastica, welfare, carenza di infrastrutture e investimenti.

Potere al Popolo chiede il ritiro di tutte le sanzioni unilaterali della UE, e comunque della partecipazione italiana ad esse; in particolare verso il Venezuela, per il quale va riconosciuto il risultato elettorale e la legittimità del governo bolivariano, respingendo l’aggressione ed il blocco economico internazionale guidato dagli USA di Trump.

Potere al Popolo esprime solidarietà e sostegno al popolo curdo, a quello catalano a tutti i popoli in lotta per l’autodeterminazione e tra questi in primo luogo a quello palestinese. È vergognoso che nessuno dei leader delle forze politiche presenti in Parlamento e il Presidente della Repubblica non abbiano speso una parola di condanna a Israele per la criminale strage di palestinesi. Questa condanna è invece parte dell’impegno più vivo dei militanti di Potere al Popolo, che in tanti in tutta Italia hanno contestato la vergogna del Giro d’Italia a copertura della occupazione israeliana della Palestina.

Salutiamo con gioia immensa la vittoria delle donne in Irlanda nel referendum per la legalizzazione dell’aborto e sosteniamo la mobilitazione in Italia per andare oltre la 194 promossa da #nonunadimeno.

Potere al Popolo è la fianco dei lavoratori francesi in lotta contro Macron, sostiene tutte le lotte in corso in Europa contro l’austerità e l’aggressione ai diritti sociali e del lavoro.

2) Vanno respinte al mittente le ingerenze della tecnocrazia e degli organi della UE e della NATO, cosi come gli interventi della finanza internazionale per imporre la continuazione delle politiche di austerità. Il popolo italiano deve riconquistare il diritto alla piena applicazione dei principi contenuti nella prima parte della Costituzione repubblicana, continuamente messi in discussione da quella ingerenza. Per questo pone con ancora più forza la necessità di abolire la controriforma costituzionale decisa nel 2013 quasi alla unanimità dal Parlamento. Bisogna cancellare l’obbligo di pareggio di bilancio inserito nell’articolo 81 della nostra Carta come tutte le limitazioni alla sovranità democratica.

Bisogna ripristinare il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, violato da quasi trent’anni da tutti i governi e da tutti i presidenti della Repubblica. In questo Parlamento, sulla base dei programmi elettorali, esisterebbe una maggioranza per cancellare la controriforma costituzionale. Se questa non verrà esercitata sarà per responsabilità delle forze politiche che non avranno mantenuto i loro impegni.

Sulla formazione del nuovo governo italiano si sono scatenati la pressione ed il conflitto tra le potenze della UE. Da un lato la Germania di Merkel che vuole continuare ad imporre il proprio controllo sulla politica economica italiana, dall’altro la Francia di Macron che apre al governo Salvini-Di Maio per avere un alleato contro l’egemonia tedesca nella UE. Potere al Popolo respinge e contrasta sia l’obbedienza a Merkel sia quella a Macron, sulle quali si sta dividendo il potere in Italia, entrambe unite dalla continuità delle politiche liberiste, antioperaie e antipopolari.

È comunque inaccettabile che si pongano veti sulla composizione del governo solo sulla base della maggiore o minore fedeltà alla UE e alla NATO. Potere al Popolo ribadisce che il diritto alla sovranità e alla autodeterminazione dei popoli non può essere soggetto ai limiti della Troika e di qualsiasi altra istituzione tecnocratico, finanziaria o militare.

3) Per queste ragioni, la nostra opposizione al governo Lega M5S non avrà nulla a che vedere con quella euroatlantica rappresentata da PD, residui berlusconiani e grande stampa, a partire dal quotidiano La Repubblica. Queste forze sono responsabili del degrado sociale politico che ha portato al governo attuale; dunque la loro opposizione non sarà mai la nostra. L’alternativa al governo Lega M5S non può e non deve essere il ritorno alle compatibilità e alle politiche di austerità. Non può essere la fedeltà alle politiche guerrafondaie di NATO, USA, Israele.

PaP si batterà dunque per una vera alternativa sia al governo Lega M5S, sia agli ex governanti PD e berlusconiani.

Il risultato delle ultime elezioni, conseguenza di una lunga stagione di politiche di rigore che hanno seminato malcontento e delegittimazione delle classi dirigenti, conferma la necessità della nostra indipendenza e alternatività rispetto a qualsiasi tentativo di riesumare uno schieramento di centrosinistra, in continuità con politiche che abbiamo contrastato e che sono alla base del successo di Lega e M5S.

Si può e si deve invece verificare la possibilità di costruire uno schieramento popolare alternativo ai poli esistenti, confrontandosi anche con interlocutori come le formazioni che con De Magistris – che è intervenuto positivamente all’assemblea di Potere al Popolo – stanno sviluppando un progetto, e verso i settori di movimento, della sinistra sociale e popolare, con cui possiamo condividere contenuti e obiettivi programmatici e di lotta.

La nostra opposizione sarà dunque nel nome dell’eguaglianza sociale, della democrazia, della pace. E sarà una opposizione sociale e politica, con il compito primario di organizzare mobilitazione e conflitto. Dovremo organizzare la ripresa della mobilitazione e del conflitto sociale e per l’ambiente, contro il razzismo per la libertà delle donne, a partire dalla manifestazione a Roma il 13 giugno.

Ci impegniamo nella moltiplicazione su tutti i territori dei tavoli per la raccolta firme sulle leggi di iniziativa popolare per la scuola e per l’abrogazione del pareggio di bilancio nella Costituzione.

Dobbiamo scuotere l’apatia e la rassegnazione sociale, dobbiamo tornare alla lotta nelle strade, nei quartieri, nei luoghi di lavoro. La ripresa della lotta è il primo compito che si assume Potere al Popolo.

Con questa impostazione, PaP lancia una campagna di assemblee e mobilitazioni su tutto il territorio nazionale, per smascherare gli intenti trasformistici del governo del “cambiamento” e per iniziare a contrastarne gli orientamenti più reazionari e repressivi, xenofobi, contro la libertà delle donne.

Potere al Popolo esprime tutto il proprio sostegno ai propri candidati alle elezioni amministrative del 10 giugno e chiama tutti i militanti al massimo impegno a sostegno delle liste PaP.

4) Potere al popolo non è un partito ma vuole essere un movimento politico-sociale di alternativa dentro il quale convivono posizioni e culture diverse impegnate nella costruzione di uno spazio e un soggetto unitario. Con il nostro manifesto ci siamo infatti impegnati a costruire “un movimento popolare che lavori per un’alternativa di società ben oltre le elezioni (...) Un movimento di lavoratrici e lavoratori, di giovani, disoccupati e pensionati, di competenze messe al servizio della comunità, di persone impegnate in associazioni, comitati territoriali, esperienze civiche, di attivisti e militanti, che coinvolga partiti, reti e organizzazioni della sinistra sociale e politica, antiliberista e anticapitalista, comunista, socialista, ambientalista, femminista, laica, pacifista, libertaria, meridionalista che in questi anni sono stati all’opposizione e non si sono arresi”.

Per questo, assieme alle assemblee e alle iniziative, PaP avvia la campagna per le adesioni individuali.

In questa due giorni abbiamo fatto un altro passo avanti. Riportiamo nei nostri territori l’entusiasmo, la passione militante e la volontà di unità, lotta e resistenza che abbiamo respirato in questa due giorni.

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Nel merito del documento conclusivo della IV assemblea nazionale di Potere al Popolo (Franco Astengo)

Il documento risulta assolutamente spiazzato, molto di più di quanto non s’intenda far apparire, dalla svolta assunta nella situazione politica italiana con la mancata formazione del governo Lega – 5 Stelle.

Il motivo di questo stato di cose risiede principalmente nella prospettiva di fase che si sta aprendo nel merito di un complessivo riallineamento in atto nell’intero sistema politico, riallineamento che avrà effetti duraturi e non contingenti relativi semplicemente a quella che pare essere una campagna elettorale ravvicinata.

Si era già accennato a un inedito bipolarismo che oggi prende forma più concreta: da un lato la destra sovranista (semplifico per ragioni di spazio) alla quale cominciano a guardare anche settori che fino a ieri si auto consideravano di sinistra; dall’altro il governo degli “ottimati” (più ancora dell’establishment inteso come tale) nel nome di una difesa delle prerogative del Presidente della Repubblica e apparentemente della Costituzione, in realtà in una logica di fronteggiamento della crisi della democrazia liberale (nella scomparsa del sistema dei partiti di massa) attraverso il ritorno alle élite: schieramento a guida Forza Italia il cui obiettivo non sarà tanto quello del mantenimento dell’aggancio con l’Europa dell’austerity ma quello della conservazione del potere di sopraffazione e di sfruttamento che la fase di gestione del ciclo capitalista ha consentito ai padroni di intensificare fortemente nel corso di questi anni attraverso la precarizzazione, l’insicurezza, l’abbassarsi del livello complessivo delle condizioni materiali di vita e di lavoro.

E’ evidente che non appare possibile nel frangente un qualche schieramento dall’una e dall’altra parte: in questo senso assumere i temi euro/non euro come prioritari apparirebbe del tutto fuorviante.

Serve considerare l’Europa un campo di azione politica in collegamento con le altre forze anticapitaliste, comuniste, d’alternativa e d’opposizione presenti nei diversi paesi europei, attorno ai due obiettivi: svincolarsi dalla logica di guerra che pure sta attraversando lo scenario internazionale; lottare contro l’intensificazione dello sfruttamento ben oltre la sola “contraddizione principale”.

Abbiamo vissuto davvero momenti ben più drammatici di quelli odierni: tra il 1950 e il 1960 la polizia sparava spesso sugli operai in sciopero e i contadini che occupavano le terre: Melissa, Montescaglioso,Modena fino a Reggio Emilia restano indelebili nella nostra memoria di allora, giovani militanti, e di oggi.

La svolta si verificò con la classe operaia in campo e la cacciata, dalla piazza, di un governo democristiano appoggiato dai fascisti.

Oggi la situazione si presenta completamente ribaltata. E’ bene ricordare ancora, infatti, che affrontiamo questa difficile situazione dell’oggi al di fuori dalla possibilità di essere presenti sul serio nella dinamica politica, sovrastati e schiacciati da motivazioni strumentalmente opposte che non ci appartengono, non stanno nella nostra storia internazionalista e di solidarietà di classe.

Alle compagne e ai compagni di “Potere al Popolo” va ricordato come non sia il caso di proseguire sulla strada che in questi anni ha portato ostinatamente rifiutati di ascoltare chi chiedeva di ripensare alla possibilità di costruzione di una soggettività politica, cedendo invece da un lato a perdenti ispirazioni governiste sia a livello centrale, sia in sede locale e dall’altro a ispirazioni movimentiste (non da oggi beninteso) e di vero e proprio “arretramento storico”: due valutazioni asimmetricamente sbagliate che ci hanno condotto in una situazione di vera e propria marginalità politica della quale è necessario prendere atto per ripartire senza troppo facili ottimismi.

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