Con il mese di Ramadan sono puntualmente ripresi gli attentati suicidi dei jihadisti sunniti contro gli sciiti in Iraq. Cinque
persone sono rimaste uccise in un attentato-kamikaze contro un caffè
all’aperto, in un parco di al Shoala, un’area a maggioranza sciita di
Baghdad. L’attentatore, ha riferito la polizia, ha azionato la propria cintura esplosiva
quando è stato circondato dalle forze di sicurezza che lo avevano
individuato. Tra le vittime ci sono agenti di polizia e civili. La bomba-umana ha colpito nel settimo giorno del mese di digiuno islamico del Ramadan. La sua azione non è stata ancora rivendicata ma le autorità sospettano sia opera dello Stato Islamico.
Lo scorso 16 maggio, un attacco compiuto durante un funerale, aveva
provocato la morte di sette civili e 25 feriti nel distretto di
Tarmiyah.
Gli estremisti sunniti preferiscono compiere massacri di
sciiti durante il Ramadan per ragioni simboliche e perché è più facile
trovare folle di persone nei mercati o nei luoghi e locali pubblici che
aprono la sera quando i musulmani rompono il digiuno iniziato alle prime
luci del giorno.
Lo scorso 9 dicembre, il premier iracheno Haider al Abadi
aveva annunciato la sconfitta dello Stato islamico che per tre anni
aveva occupato larghe porzioni dell’Iraq centro-settentrionale.
Nel Paese, dove nei giorni scorsi si sono svolte le elezioni
legislative che hanno visto il prevale dell’alleanza guidata dal leader
religioso sciita Muqtada Sadr, la tensione è sempre molto alta e gli
attacchi degli jihadisti non cessano. Secondo i dati della
Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Iraq (UNAMI), ad aprile,
almeno 64 civili sono stati uccisi e 122 sono rimasti feriti in
atti di terrorismo o a seguito di scontri armati. La provincia di
al-Anbar è stata la più colpita con 24 morti e 29 feriti, seguita da
quella di Baghdad, con 8 morti e 30 feriti, e da Kirkuk, con 10 morti e
21 feriti.
Anche la Siria del presidente Bashar Assad sta vincendo la sua battaglia contro lo Stato islamico, cacciato via anche dai sobborghi di Damasco. Il
Paese deve però fare i conti con le minacce esterne che arrivano da
Israele e dall’Amministrazione Trump e dai suoi alleati arabi. Almeno 12 combattenti
delle forze fedeli a Damasco sono stati uccisi nella Siria orientale da
bombardamenti compiuti dalla Coalizione internazionale a guida
statunitense. I raid hanno preso di mira un’area a sud di Abu Kamal,
al confine con l’Iraq. Gli Usa non hanno commentato la notizia riferita
dai media statali siriani e altrettanto hanno fatto le cosiddette Forze
democratiche siriane (Sdf), le milizie, in gran parte curde, appoggiate
da Washington.
AGGIORNAMENTI
ORE 14.30 Muqtada al Sadr: quasi pronto il governo tecnico
Ultimi ritocchi alla squadra di governo che ha in mente il leader
sciita, Moqtada al Sadr, vincitore delle elezioni del 12 maggio con la
sua Coalizione degli Uomini in Cammino (Sairun). Lo sviluppo arriva dopo
due settimane di intense consultazioni con i responsabili di altre
forze politiche. Al-Sadr ha spiegato che il nuovo governo “tecnico” non
sarà “sunnita, sciita, arabo, curdo, nazionalista o settario, ma un vero
governo iracheno con un’opposizione reale”. Secondo gli osservatori al
Sadr proverà a fare in modo che il nuovo esecutivo sia meno soggetto
all’influenza dell’Iran e di altri Paesi della regione.
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