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26/05/2018

Quattro anni fa veniva ucciso in Donbass il fotoreporter Andrea Rocchelli

Quattro anni fa il fotoreporter Andrea Rocchelli veniva ucciso a Sloviansk mentre documentava i danni sulla popolazione civile della guerra in Donbass.

A luglio 2017 i Ros di Milano ed i carabinieri di Pavia hanno arrestato, a Bologna, un italo-ucraino ritenuto responsabile, in concorso con altri non ancora identificati, dell’omicidio di Andrea Rocchelli, dell’interprete russo Andrej Mironov e del ferimento del foto-reporter francese William Roguelon, avvenuto il 24 maggio 2014 a Sloviansk, in Donbass. Rocchelli era lì per documentare il conflitto tra le forze militari ucraine e le milizie della Repubblica Popolare del Donetsk.

Dalle indagini sono emerse le responsabilità dell’italo-ucraino Vitaly Markiv ora in carcere a Pavia, che, alla la fine del 2013, era tornato in Ucraina ed aveva partecipato attivamente agli scontri di Piazza Maidan a Kiev. Subito dopo si era arruolato nei “Battaglioni di volontari” inseriti nella Guardia Nazionale, alle dirette dipendenze del Ministero dell’Interno Ucraino. il 24 maggio 2014, sulla collina Karachun, nei pressi di Sloviansk, avrebbe sparato indiscriminatamente contro i due foto-reporter e contro l’interprete russo causando la morte di Andrea ed il ferimento degli altri due.

L’assassinio del fotoreporter italiano era stato inizialmente liquidato da Kiev come «un danno collaterale» della guerra. La madre di Andrea, Elisa, ha sempre sostenuto che si trattò di un «attacco selettivo» contro Andrea mentre fotografava un treno, fermo sui binari per bloccare il passaggio dei carri armati, attorniato da militari ucraini. In quel frangente un civile consigliò al fotoreporter e ai suoi accompagnatori di allontanarsi, vista la presenza delle milizie ucraine. A quel punto partirono diversi colpi di kalashnikov ed anche alcuni colpi di mortaio verso Andrea ed i suoi due compagni.

Fra le varie ipotesi sui motivi per cui Andrea Rocchelli è stato ucciso ci sarebbe un legame con una ONG assai vicina alla Repubblica Popolare del Donetsk, ovviamente invisa al governo neonazista ucraino. In ogni caso è assai probabile che sia stato proprio il lavoro di documentazione sulla guerra in Donbass, la causa dell’assassinio di Andrea, dal momento che aveva scattato foto proprio in quella zona anche nei giorni precedenti la sua morte.

Nato a Pavia il 27 settembre 1983, Andrea era da poco diventato papà. Nel 2008 aveva fondato con altri quattro colleghi Cesura Lab, un collettivo indipendente di fotografi con cui voleva realizzare il suo desiderio di raccontare le guerre e le tragiche conseguenze sulle popolazioni civili.

Di certo l’attività di documentazione indipendente di Andrea e di William Roguelon doveva essere considerata assai scomoda dal governo e dalle forze militari ucraine che si sono macchiate di svariate atrocità ai danni del popolo del Donbass. Atrocità e crimini contro l’umanità fino a spingersi ad usare armi chimiche anche sui civili, come recentemente testimoniato da un reduce delle Forze operative speciali (SSO) di Kiev, tale Aleksandr Medinskij, rifugiatosi in Finlandia. Una notizia che non ha scosso minimamente le cancellerie di quegli stessi paesi che poco più di un mese fa hanno bombardato la Siria per un supposto uso di armi chimiche da parte delle forze armate siriane, peraltro, non provato né prima né dopo l’attacco missilistico che USA, Francia e Gran Bretagna hanno condotto insieme.

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