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17/05/2018

“Fermate il Giro per lutto!”. Stop all’eccidio dei palestinesi. Contestazioni tappa su tappa


Sta diventando virale l’appello a fermare per un giorno il Giro d’Italia per lutto, come atto dovuto di riparazione verso i palestinesi dopo la vergognosa decisione della Rcs/Gazzetta dello Sport e delle autorità sportive italiane di far partire il giro da Israele. Una decisione che, nonostante mesi di appelli a rivedere quella scelta, ha legittimato l’occupazione israeliana di Gerusalemme/Al Quds come capitale ed ha coperto la strategia di annichilimento delle istanze del popolo palestinesi palesatasi con l’eccidio avvenuto a Gaza.

Qui sotto le foto della contestazione della tappa del Giro d’Italia in Umbria dopo quelle già avvenute nelle tappe in Sicilia, Campania, Abruzzo.


“Il Giro d’Italia transita nella nostra Regione mentre in Palestina si ricorda la Nakba, la “catastrofe”, quando 700.000 palestinesi furono cacciati dalle proprie case e terre e trasformati in profughi, nel biennio 1948–1949. E mentre al-Dali, ciclista della Federazione Palestinese di Ciclismo, designato a gareggiare nei Giochi Asiatici 2018 in Indonesia, ha dovuto subire l’amputazione di una gamba in seguito ad un proiettile esplodente sparato dai cecchini israeliani al confine con Gaza, la stessa sorte subita da altri 5 atleti” scrivono gli attivisti solidali con i palestinesi in Umbria.


Altre contestazioni si annunciano nelle prossime tappe nelle altre regioni. Ma è evidente che l’indifferenza degli organizzatori del Giro della vergogna di fronte alla richiesta ormai esplicita di fermare il Giro per un giorno come lutto, sta innalzando il livello di rabbia e delle proteste. Gli organizzatori non possono trincerarsi dietro le motivazioni economiche. Hanno ricevuto 19 milioni da uno sponsor israeliano per legittimare una operazione ideologica su Gerusalemme che ha provocato decine di morti e migliaia di feriti tra i palestinesi. Non possono pensare di cavarsela gratis.

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