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14/07/2018

Il “decreto dignità” è sempre più simile al Comma 22


“Chi è pazzo può essere esentato dalle missioni militari, ma chi chiede l’esenzione perché pazzo in realtà è sano di mente e non deve essere esentato.”

È il famoso “Comma 22″ dei regolamenti militari degli USA, così come viene presentato in un romanzo ed in un film famosi, ove viene messa alla berlina la stupida ferocia del potere, di guerra come di pace, che prima concede un diritto, poi nella pratica lo toglie.

Il Decreto Dignità, man mano che viene riscritto e precisato, sembra sempre più un ampio Comma 22.

Ora i contratti precari per lavoro stagionale non avranno più la “causale”. Quindi se un’azienda assume a termine una persona per lavori stagionali, non dovrà più scrivere che è un lavoro stagionale, non dovrà scrivere nulla. Si dirà che questo assurdo vale solo per turismo e agricoltura, dove per altro già si annunzia la restaurazione dei famigerati voucher. Ma è chiaro che il luminoso principio per cui se un’azienda fa lavoro stagionale, allora non deve dimostrarlo, beh è destinato a dilagare in una condizione del lavoro dove l’abuso è regola. Comma 22.

Per altro il governo ha reso noto quanti sarebbero i lavoratori precari toccati dal provvedimento di riduzione della durata massima complessiva dei contratti a termine da 36 a 24 mesi: 80.000. Cioè il 4% di tutti gli assunti con quel tipo di contratto e il 2% di coloro che ufficialmente – in realtà sono molti di più – sono precari.

È chiaro che è una pura bugia affermare che sarebbe la Waterloo del precariato un provvedimento che tocca 2 precari su cento. Ma come li tocca? Cosa succede ad un lavoratore che oggi ha un contratto a termine superiore ai 24 mesi? Verrà forse assunto a tempi indeterminato? No il Decreto Dignità non lo prevede, anzi al contrario prevede già che una parte di quei lavoratori non troverà altri impieghi. Quindi un contratto a tempo determinato superiore a 24 mesi dovrebbe trasformarsi in contratto a tempo indeterminato, ma chi oggi è in questa condizione – che domani scomparirà per tutti – resterà lo stesso precario. Comma 22.

Molti valori morali sono stati fieramente innalzati per il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo. Giusto principio. Solo che ora il Decreto Dignità aumenta il prelievo fiscale dello stato sui giochi. Insomma lo stato non autorizza più la pubblicità, ma mette in cassa più soldi proprio per la diffusione del gioco. È come per le sigarette, di cui infatti fu vietata la pubblicità, anzi fu imposta quella negativa: nuoce gravemente...

Lo stato ipocrita vieta la pubblicità su ciò che fa male, ma deve sperare che questo provvedimento non funzioni, perché vuole aumentare i suoi guadagni sulle persone che quel male subiscono. Comma 22.

Un altro provvedimento del decreto, presentato come un grande progresso, è quello sulle delocalizzazioni.

Qui i Comma 22 sono almeno tre. Come si sa chi delocalizza deve restituire gli aiuti di stato. Che però sono vietati per legge europea. Come fa un’azienda a restituire ciò che non avrebbe dovuto ricevere? Primo C22.

In realtà il decreto tratta solo di una particolare forma di aiuti, i fondi europei e gli iper ammortamenti per investimenti. Cioè un’azienda che delocalizza e che ha ricevuto fondi e aiuti fiscali a questo titolo dovrebbe restituirli, a meno che... A meno che questa restituzione non danneggi le attività e l’occupazione che restano in Italia. Cioè se l’azienda perde soldi con la multa, allora non deve perderli. Secondo C22.

Infine pare, ma qui bisogna aspettare i testi definitivi, che tutto questo colpisca solo le aziende che hanno ricevuto questi particolari aiuti negli ultimi 5 anni. Sarei curioso di sapere quante e quali sono. Secondo me nessuna delle multinazionali che già delocalizzano o potrebbero farlo rientra in questa norma. La FCA che sta smontando la produzione in Italia, ad esempio, ne è totalmente esente. Si fa una norma contro le delocalizzazioni che lascia indenni i delocalizzatori. Terzo definitivo C22.

Oggi si parla tanto di ”percepito” intendendo con ciò quanto l’opinione pubblica è indotta a sentire o capire della realtà, indipendentemente, o anche all’opposto, da come la realtà effettivamente sia.

Ecco, ora abbiamo anche la dignità percepita, sulla quale il palazzo si accapiglia, mentre quella reale è altrove. Comma22.

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