Ancora scontri nel Sudan mentre si annuncia una nuova manifestazione per domenica. La polizia sudanese ha lanciato gas lacrimogeni contro i manifestanti scesi in piazza ieri a Omdurman, una città situata sulla sponda occidentale del Nilo, di fronte alla capitale Khartoum. Uscendo dalla moschea dopo la preghiera del venerdì, i dimostranti hanno scandito slogan come “libertà, pace e giustizia”. Stando a quanto raccontato da testimoni, la polizia è intervenuta subito, usando i gas lacrimogeni per disperderli.
Una nuova giornata di protesta è in programma per domenica, quando è stata organizzata una marcia sul palazzo presidenziale per sollecitare l’uscita di scena di Bashir. Al momento sono ventidue i gruppi di opposizione che si sono riuniti sotto la sigla di Fronte nazionale per il Cambiamento e hanno chiesto le dimissioni del presidente Omar al Bashir, esprimendo pieno sostegno alle proteste in corso nel Paese da metà dicembre. Un’iniziativa che affianca la protesta scatenata dalla decisione del governo di triplicare il costo del pane, ma che si è trasformata nella richiesta al presidente, al potere dal 1989, di lasciare la guida del Paese e di favorire la nascita di un governo provvisorio.
Le attuali proteste sono molto più diffuse di quelle avvenute nel gennaio dello scorso anno o nel settembre del 2013. E sono iniziate in città di periferia, che erano rimaste a corto di farina perchè le scorte erano state dirottate a Khartoum. Misura che però non è servita a tenere la protesta lontano dalla capitale. “Il governo e il partito di governo sono stati presi di sorpresa quando le proteste sono arrivate alla periferia di Khartoum – ha detto Khalid Tijani, caporedattore del settimanale economico Elaff – dimostrando quanto sia isolato il partito di governo (National Congress Party, Ncp)”.
“La carenza di pane e lo scandaloso aumento del prezzo è forse la più immediata fonte di rabbia popolare, e non c’è niente che possa alleviare tale problema”, ha detto alla France presse Eric Reeves, analista statunitense esperto della situazione in Sudan. Tuttavia, ha aggiunto, “queste manifestazioni e la rabbia che le anima sono molto più forti di quelle viste negli ultimi anni”. L’inflazione è al 70% e c’è una grave crisi valutaria, mentre in molte città, tra cui la capitale Khartoum, mancano pane e carburante.
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