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31/01/2019

Un golpe preparato a lungo anche su Internet, con qualche pasticcio...

I golpe non si improvvisano. Specie se, nel paese che si vuole conquistare, gli “alleati” contano poco, socialmente parlando. Non è un’affermazione soltanto nostra, ma semplicemente un’informazione che proprio non riesce a trovar posto nei media mainstream, tutti o quasi filogolpisti (a partire da Repubblica e Corriere, ci mancherebbe...).

Anche GlobalProject, che ha cercato di informarsi su quanto accade lì con un’intervista a un professore venezuelano docente a Padova – peraltro molto disincantato e critico con l’attuale governo venezuelano – ha dovuto riferire che: “Questo Guaidò è una persona sconosciuta: la stessa opposizione ufficiale venezuelana è rimasta sorpresa quando questo ragazzo di 35 anni si è autoproclamato Presidente della repubblica, è diventato oggetto di presa in giro, gli dicevano “chi sei tu?”; la sorpresa è stato l’appoggio di Trump quando lo ha riconosciuto come Presidente. Internamente questo ragazzo non ha una legittimazione né sociale né politica da parte del resto dell’opposizione.”

Opposizione peraltro piuttosto limitata socialmente anche a Caracas: “questa violenza che mostrano in TV o di cui scrivono sui giornali si concentra in una sola zona di Caracas, la zona est, dove risiedono sostanzialmente le élite, la classe alta, e il ceto medio. E dove hanno sede gli interessi USA. Questo è ciò che fanno vedere i media, ciò che non fanno vedere è che il 21 gennaio, quando Mike Pence, il vice di Trump, fece una diretta TV chiamando i militari venezuelani a non riconoscere Maduro e di fatto a compiere il golpe, quella sera scesero dalle favelas centinaia di migliaia di persone che hanno accerchiato il palazzo del governo per proteggerlo, esattamente come accadde nel 2002 con il tentato golpe ai danni di Chavez. Questo nessuna TV, tranne la BBC, ha mostrato queste immagini.

La Bbc fa ancora giornalismo, per quanto governativamente orientato – Gran Bretagna, mica la la Bulgaria anni ’60... – il resto pare di no.

La cosa curiosa, ma non impensabile, è che la stessa amministrazione Trump, mentre prepara il golpe e chiede a tutti di emanare sanzioni verso il Venezuela di Maduro, contemporaneamente contratta con Maduro le forniture petrolifere... “sotto il profilo operativo, concreto, a partire dalla compravendita del petrolio, il Venezuela resta nelle mani di Maduro. Gli USA acquistano il 15% del loro fabbisogno petrolifero dal Venezuela: Trump ha dovuto negoziare con Maduro”.

La lunga premessa serve ad inquadrare l’inchiesta “casalinga” che vi proponiamo qui di seguito, fatta da Francesca Fortuzzi – non da un giornalista “professionista” o uno “specialista dell’intelligence”, in parecchi casi con imbarazzanti intersezioni – per soddisfare una sua personale curiosità. Con un pizzico di perseveranza e qualche consiglio da amici “smanettoni”, insomma, si possono comunque capire tante cose.

Per esempio, come si prepara un golpe. Ovviamente si tratta di un rivolo marginale, non di una “rivelazione che svela tutto”. I mainframe della Cia, in fondo, non sono così facilmente penetrabili, e non lasciano tracce troppo evidenti.

Ma qualcuna sì.

Tutto parte da una notizia mancante nella versione italiana della voce “Venezuela” su Wikipedia: la nazionalizzazione della compagnia petrolifera che prima dell’avvento di Chavez era privata e controllata da società riconducibili agli Stati Uniti.

Si sa che Wikipedia è teoricamente un’enciclopedia costruita “dal basso”, aperta a chiunque voglia fornire il suo personale contributo ad arricchire di informazione quella voce. Lasciando ovviamente traccia del proprio operare. In realtà, come nella realtà fisica, “dal basso” è un concetto vago, praticamente aleatorio. E quindi ogni singola voce di questa enciclopedia è controllata da un piccolo o grande gruppo di “redattori” che si riconoscono e legittimano tra loro. E impediscono – correggendole o ripristinando la versione originale – ogni contributo non in linea con la convinzioni del gruppo di controllori.

Per le voci scientifiche – esempio: “atomo”, “teoria della relatività”, “batterio”, ecc – questo non pone problemi. Ben pochi ignoranti in materia si azzardano a proporre modifiche ed è perfettamente logico che degli scienziati, magari di non primissima fascia ma scienziati, controllino che certe voci non diventino spazzatura in balia degli idioti.

Ma quando si passa a voci più comuni, dove chiunque può ritenere di avere le “competenze” sufficienti a proporsi come “autore”, i problemi sono quotidiani. Provate tranquillamente a proporre una modifica alle voci “Resistenza”, “Democrazia Cristiana”, o anche “Brigate Rosse”, “Anni ’70”, fino alle squadre di calcio. Scoprirete che tutto quel che provate ad inserire viene letto, corretto, cancellato, a seconda della “linea” decisa dal gruppo di “controllori” di quella voce.

Sarebbe tutto ovvio e persino “giusto”, in un qualche senso, se non fosse per quella pretesa assolutamente ideologica ed irreale per cui “uno vale uno” nel momento dell’elaborazione di una posizione e/o informazione. Insomma: sulle voci realmente “contendibili” da opzioni differenti prevale quella del gruppo costituitosi (autonominatosi o autoselezionato nel tempo). Il che, nelle questioni storiche e politiche, è certamente un grossissimo problema.

Scopriamo, grazie a questa inchiesta che chiunque davvero avrebbe potuto fare, che anche una voce teoricamente “geografica” è rientrata nella serie di quelle “politicamente pericolose”. E che la versione italiana – come probabilmente quelle in molte altre lingue “occidentali” – è controllata da un gruppo che prende ordini direttamente dalla Cia.

Ma sono anche abbastanza pasticcioni da annunciare con 15 giorni di anticipo un golpe che, per fortuna, non riesce ad avanzare. Se non nelle speranze dei “democratici”, reazionari e fascisti di casa nostra. Si tratta di un filone molto minore, gestito persino da incapaci. Ma proprio per questo – in qualche misura – illumina la dimensione di una preparazione del golpe che dura da mesi, se non anni, attraversa mezzo pianeta (quello controllato dagli Usa). E che nulla ha a che vedere con la volontà di un popolo.

Di lì in poi, il racconto ve lo fornisce Francesca.

Continua qui...

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