Nella mattinata del 29 gennaio sono state consegnate a 38 lavoratori dell’hub piacentino di GLS 32 lettere di licenziamento e 6 lettere di sospensione.
Tale inedito provvedimento si configura come un licenziamento disciplinare collettivo.
Il contesto nel quale tali atti avvengono è quello in cui 3 militanti di USB vengono aggrediti con tirapugni e pistola al peperoncino.
La “colpa” degli iscritti alla nostra sigla sindacale è quella di essersi mobilitati contro il clima di violenza e di aver scioperato per rivendicare sicurezza e serenità nel posto di lavoro.
La risposta venuta dal loro datore di lavoro è stata l’invio di circa 200 lettere di contestazione disciplinare in circa 15 giorni (una media di 5/6 per ogni lavoratore) e alla fine senza nemmeno rispettare l’iter procedurale, con l’obbiettivo di forzarlo, è arrivato il licenziamento.
Occorre specificare che il datore di lavoro in questione, SEAM srl, ha comunicato l’intenzione di cessare l’appalto presso GLS di Piacenza alla data del 31/01/2019 con il conseguente rischio del non assorbimento di tutto il personale in oggetto da parte del subentrante come previsto dall’art. 42 comma 9 del contratto nazionale di categoria.
Quello che ci sembra palese è il tentativo concentrico da parte dei padroni della logistica di colpire il sindacato conflittuale e le lotte dei facchini che in questi anni hanno avuto il merito di far emergere le illegalità e lo sfruttamento che si celano nel mondo della logistica e parimenti hanno portato diritti e dignità al lavoro.
Sono i fatti a dimostrare che la campagna di criminalizzazione dei facchini ha come unico obbiettivo quello di riportare indietro le lancette della storia, li vogliono ancora schiavi e sottomessi.
USB ha avviato un percorso di mobilitazioni (oggi ci sarà un presidio alle ore 10.30 davanti alla Prefettura) per proseguire con gli attivi dei delegati (venerdì a Milano) e lo sciopero nazionale della logistica.
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