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06/03/2020

Cuneo fiscale, l’enorme presa per i fondelli di Gualtieri

Le ritenute fiscali dei redditi dei lavoratori sostengono le entrate tributarie nel 2019, che presentano complessivamente una crescita dell’1,7%.

Il Ministero delle Finanze ha pubblicato ieri pomeriggio il dato delle entrate complessive. Ebbene il fisco sul lavoro dipendente privato ha visto un aumento del 3,3%, corrispondenti a +2,625 miliardi (totale 81,425). Le ritenute sul lavoro pubblico, che nel frattempo è attraversato da un esodo di personale sia come pensione di anzianità sia come quota 100, sono cresciute del 3,3%, corrispondenti a 2,461 miliardi (76,017 il totale).

Su entrate complessive di 471 miliardi i lavoratori vi partecipano per ben 180 miliardi. Un vero salasso, in un contesto di bassi salari. Se a ciò si aggiungono le bollette, i mutui, l’Iva su quanto i lavoratori comprano, rimane una miseria. La riduzione del cuneo fiscale che partirà a luglio per i lavoratori è un pannicello caldo: i 3 miliardi non coprono nemmeno il tiraggio fiscale del 2019, figuriamoci gli altri anni.

Una presa per i fondelli descritta come un “successo” del Ministro Gualtieri, che tra l’altro non aveva previsto ben 10 miliardi di maggiori entrate rispetto a quanto preventivate. C’è un’enorme problema di giustizia fiscale in questo Paese. Non è possibile che gli aumenti contrattuali, quando e se ci sono, vengano risucchiati dal fisco. Già gli aumenti contrattuali sono miserrimi, figurarsi poi il tiraggio fiscale.

Per controbilanciare in parte il salasso fiscale sui lavoratori il cuneo dovrebbe ridursi di almeno 20 miliardi, andando a trovare le risorse nell’evasione e nell’elusione fiscale e diminuendo drasticamente gli incentivi a fondo perduto – regionali e statali – per le aziende.

Un’azienda seria, sana, non ha bisogno dei soldi dello Stato. Vuole semplicemente che lo Stato funzioni e ciò è possibile se, a distanza delle riforme Bassanini che hanno provocato un cortocircuito amministrativo e istituzionale, si semplifica tutto.

Ciò porterebbe ad enormi risparmi, la digitalizzazione lo permette, da dirottare alla riduzione massiccia del cuneo fiscale dei lavoratori, da decenni agnelli sacrificali del fisco italiano.

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