“That wasn’t any act of God. That was an act of pure human fuckery.”
Stephen King, The Stand
Numero dei casi di Covid-19 confermati al momento negli Stati Uniti: contagi 546, morti 22.
Nello specifico, sale il bilancio nello Stato di New York: i casi accertati sono 105. Lo rende noto il governatore Andrew Cuomo, sottolineando che i casi nell’area di Westchester sono saliti a 82, mentre quelli nella città di New York a 12. Viene quindi dichiarato lo stato d’emergenza anche nella Grande Mela.
L’autoquarantena che il senatore repubblicano Collins si era imposto ieri si è estesa stamattina anche al capo dello staff di Trump, Mark Meadows.
Alcuni college, fra i più prestigiosi nel Paese, cominciano ad adottare la didattica on line.
La “Grand Princess” è arrivata nel porto di Oakland. Sulla nave ci sono 21 persone risultate positive al coronavirus. A bordo anche 32 italiani. 3.500 persone verranno messe in quarantena: i californiani in due basi a nord ed a sud dello Stato, gli altri residenti in basi approntate in Texas e Georgia. Potenzialmente potrebbero essere tutti positivi.
Mentre scriviamo, arrivano notizie d’agenzia da Boston che delineano i primi cambiamenti anche nelle abitudini degli americani: due fra i programmi più seguiti dalla popolazione, “The wheel of Fortune” e“Jeopardy”, saranno registrate senza pubblico, a porte chiuse.
Sperando che la “Ruota” giri per loro.
Nel frattempo gli indici Dow Jones e Nasdaq precipitano ed il prezzo del petrolio cala vertiginosamente facendo investire sull’oro, “bene rifugio” per eccellenza, ponendo in crisi i mercati globali, già messi a dura prova dai conflitti sparsi per il mondo.
Domanda spontanea: quali sono le reazioni del Presidente Trump, uomo alla guida di una delle potenze più influenti del mondo in un momento come questo?
Lo sconcerto colpisce duro. The Donald minimizza: “Lo scorso anno 37mila morti in Usa per influenza. Vita ed economia vanno avanti. Il presidente francese Macron va a teatro!”
Ora, al di là delle dichiarazioni palesemente irresponsabili di Orange Man, scorrendo il quotidiano più autorevole e vicino al governo da sempre, il New York Times, ci imbattiamo invece in un articoletto che sembra bacchettare l’Italia. Il giornalista si chiede, citiamo testualmente: “Gli italiani sanno seguire le regole?”.
In un lungo articolo racconta le ultime 48 ore del Paese, tra nuove misure del governo per contrastare i contagi da coronavirus e fughe dalle zone rosse. Dopo la conferenza stampa terminata nel cuore della notte, continua il Nyt, “molti, fra cui Pil residente Conte hanno fatto appello agli italiani affinché respingessero la loro tendenza alla ‘furbizia’, la parola italiana per il tipo di astuzia o intelligenza utilizzata per arginare burocrazia e leggi scomode”.
Ma la “furbizia, a dire il vero – recita ancora il quotidiano americano – è un tratto di carattere generale attribuito agli italiani, spesso da altri italiani.”
Sembra evidente che il quotidiano “più autorevole degli USA” tenti di spostare l’asse di lettura di problemi che attanagliano il proprio paese, accusando gli italiani di comportamenti irresponsabili. Anche in tempi bui, il bue che dice cornuto all’asino.
Questo solo per segnalare una certa sottostima del problema; ed in tempi di campagna elettorale suona veramente strano, ondivago, soprattutto quando il presidente Trump promette in altre occasioni “azioni davvero incisive” a sostegno dell’economia contro il rischio coronavirus.
Ergo: il presidente americano e il Congresso sono pressati da vari settori dell’economia – viaggi e turismo, energia, manifattura, prodotti di largo consumo – affinché prendano provvedimenti incisivi il più presto possibile per contenere il danno economico da coronavirus.
Ma il danno economico si combatte solo se si prendono misure, drastiche, responsabili, non se si sottovaluta il problema.
Chiudiamo con un’immagine ricorrente ovunque al momento ed un’ultima notizia:
Una coppia fatta sbarcare ora dalla Grand Princess e risultata positiva al Covid-19, scortata da personale in tuta bianca, proviene da Houston, Texas. Riecheggia qualcosa nei nostri ricordi?
“Houston, we have a problem!...”
Fonte
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