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04/02/2022

Lotta di potere sul gas a caro prezzo

Esistono dei motivi per cui il prezzo del gas naturale è schizzato alle stelle e il riscaldamento è diventato caro. Ormai si conoscono. L’economia mondiale, dopo l’estremo ristagno dei lockdown, è ripartita e così anche il passaggio dal carbone al gas.

Tutto questo fa aumentare la domanda, soprattutto in Asia orientale, e ciò porta a sua volta ad una carenza in Europa. Ma uno dei fattori viene sistematicamente ignorato: il fatto semplice che l’aspra lotta di potere dell’Occidente contro la Russia sta mantenendo alti i prezzi e questo forse a lungo termine.

Causa numero 1: il blocco del Nord Stream 2. Lunedì sera il CEO di Eon Leonhard Birnbaum ha confermato una cosa che è ovvia ma che nel clima attuale particolarmente teso non bisognerebbe dire: il prezzo del gas diminuirebbe se il Nord Stream 2 fosse messo in funzione. La richiesta più volte ripetuta di non mettere in funzione questa linea contribuisce quindi a impedire un abbassamento dei prezzi del gas naturale.

Causa numero 2: Berlino e Bruxelles vogliono promuovere l’importazione di gas liquido per poter acquistare in futuro meno gas naturale russo. Anche questa decisione serve esclusivamente – come il blocco del Nord Stream 2 – alla lotta di potere contro la Russia. Ufficialmente si dice che l’obiettivo è quello di diventare più indipendenti dal gas russo.

Ma la dipendenza è reciproca: l’Europa ha bisogno del gas russo e la Russia ha bisogno di entrate dall’esportazione di gas naturale. Il motivo per rompere la dipendenza reciproca non è nient’altro che il tentativo di non dover più avere cura di quella parte e di essere liberi di provocare escalation. Tuttavia il gas liquido è notoriamente più caro del gas naturale. Chi punta al gas liquido punta di fatto a prezzi più alti a lungo termine.

E in terzo luogo, c’è un altro effetto collaterale del passaggio a più gas liquido: il gas liquido non è affidabile. Le cisterne che lo trasportano vanno là dove si può ottenere il prezzo più alto. Il gas in conduttura – anche quello dalla Russia – è stato consegnato in modo affidabile l’anno scorso.

Non è arrivato invece il gas liquido, che è finito per gran parte in Asia orientale. A dicembre le navi cisterna americane sono entrate nei porti europei in pompa magna. Il “gas della libertà” (Trump) ha attraversato l’Atlantico perché in quel mese il prezzo in Europa era addirittura aumentato più del prezzo in Asia. Ma se la tendenza si inverte, il gas liquido sparirà di nuovo in un lampo.

Ciò non è rassicurante in tempi in cui i volumi di gas naturale negli impianti di stoccaggio tedeschi sono scesi al di sotto della soglia minima critica. Quel che è sicuro è che le misure menzionate, che fanno aumentare i prezzi e producono incertezza sono dovute alla lotta per il potere contro la Russia.

Ma questa lotta per il potere non si può fare gratis, costa. E il conto, che è costituito in parte anche dall’impedito abbassamento di del prezzo del gas naturale, lo pagano i popoli.

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