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17/09/2023

Polonia, gli F-35 italiani al confine con la Russia

Atterrati a Malbork in Polonia gli F35A della Task Force Air 32° Wing che garantirà il supporto alle operazioni di Air Policing attraverso missioni aeree di difesa e deterrenza sul fianco Est dei Paesi NATO. Cresce pericolosamente il coinvolgimento dell’Italia nel sanguinoso conflitto russo-ucraino: nessuna dichiarazione ufficiale del governo e men che meno uno straccio di dibattito parlamentare, appena un tweet dello Stato Maggiore dell’Aeronautica zeppo di hashtag e annunci bellicosi (#ForzeArmate – #Una ForzaperilPaese -#WeAreNato – #StrongerTogether).

Il 13 settembre sono atterrati nella base aerea di “Krolewo” a Malbork in Polonia nord-orientale (a meno di un centinaio di Km dal confine con l’enclave russa di Kaliningrad) due cacciabombardieri di quinta generazione F-35A dell’Aeronautica italiana; altri due F-35 sono attesi entro un paio di giorni. “I caccia italiani arrivano in Polonia a sostegno della deterrenza e della difesa della NATO”, riporta l’ufficio stampa dell’Allied Air Command, il Comando centrale delle forze aeree dell’Alleanza di stanza nella grande base di Ramstein, Germania. “Gli aerei pattuglieranno i cieli sul fianco orientale europeo nell’ambito delle missioni di Air Policing della NATO. Oltre ad unirsi ai caccia dell’Aeronautica polacca e di altri paesi partner, i velivoli italiani contribuiranno anche alle attività addestrative che l’Alleanza Atlantica conduce nell’ambito delle sue rafforzate attività di vigilanza”.

Le attività di Air Policing consistono nella “continua sorveglianza” dello spazio aereo, nonché nell’“identificazione di eventuali violazioni alla sua integrità”, dinanzi alle quali scattano “appropriate azioni di contrasto”, come ad esempio, il decollo rapido (scramble) dei caccia intercettori. Pericolosissimi faccia a faccia tra piloti delle forze avversarie che possono sfociare in veri e propri duelli aerei, specie se gli incontri ravvicinati avvengono negli spazi aerei di frontiera esplosivi come quelli tra la Polonia nord-orientale e l’enclave Russia nel Mar Baltico.

“Lo schieramento di moderni aerei da caccia di quinta generazione in Polonia – appena sei mesi dopo la fine di un dispiegamento simile da parte degli F-35 dell’Aeronautica italiana – dimostra la capacità della NATO di posizionare capacità di combattimento avanzate in modo flessibile”, ha affermato il generale Gianluca Ercolani, Capo di Stato Maggiore dell’Allied Air Command. “È un’altra prova del fatto che gli alleati operano integrati, secondo efficienti accordi di comando e controllo aereo per eseguire una significativa deterrenza e difesa lungo il fianco orientale”.

Ancora più enfatiche le dichiarazioni del tenente colonnello Ciro Maschione, a capo del distaccamento dei cacciabombardieri F-35A “Task Force Air – 32nd Wing” dell’Aeronautica Militare. “Con l’offerta dei nostri aerei da caccia alla NATO, sottolineiamo che l’Italia è pienamente impegnata a sostenere le missioni collettive e durature dell’Alleanza”, spiega Maschione. “L’Italia è stata il primo alleato a schierare i propri F-35 in una missione NATO – in Islanda – aprendo la strada all’integrazione dei moderni velivoli di quinta generazione nelle operazioni aeree dell’Alleanza insieme a Paesi Bassi, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti”.

L’Aeronautica Militare aveva già schierato nella base polacca di Malbork quattro cacciabombardieri EF-2000 “Eurofighter Typhoon” dalla fine di luglio alla fine di novembre 2022. In poco meno di quattro mesi di attività la task force “White Eagle” ha effettuato oltre 500 ore di volo, nonché 23 Alpha Scramble “per la presenza di velivoli russi che operavano senza autorizzazioni nella zona di competenza degli assetti aerei italiani”. L’altissimo rischio che le operazioni dei caccia italiani potevano concludersi con un confronto-scontro con i velivoli della Federazione Russa è stato ammesso dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica. “Una settimana intensa quella che gli uomini della Task Force Air White Eagle hanno affrontato fino ad oggi, a causa dei numerosi interventi richiesti dal Combined Air Operation Center di Uedem (altro Centro di comando e controllo aereo della NATO in Germania, ndr)”, ha riferito l’Aeronautica in un comunicato del 22 settembre 2022. “Considerata la complessità del momento, le difficoltà di operare così vicini al confine (i piloti italiani si sono trovati a operare a soli 5 minuti di volo da Kaliningrand, a 20 minuti dalla Bielorussia e a 25 dal territorio ucraino) e, non ultimo, il rischio che qualunque errore possa essere considerato come una provocazione, è assolutamente pleonastico rappresentare come la prontezza operativa di tutta la Task Force, messa duramente alla prova dal continuo operare in tutte le ore della giornata, sia stata garantita dalla preparazione professionale del personale italiano e dell’apparato logistico che ogni giorno li supporta”.

Dall’agosto 2023 l’Italia è pure presente con la Task Force Air Baltic Horse III alle attività di Air Policing della NATO in Lituania. La missione è condotta anch’essa sotto la supervisione del NATO Allied Air Command di Ramstein. “Il contingente italiano assicura il servizio di Quick Reaction Alert, ovvero la sorveglianza e protezione dei cieli atlantici sul fianco nord-orientale”, spiega lo Stato Maggiore dell’Aeronautica. “La Task Force Air Baltic Horse III è rischierata presso l’aeroporto lituano di Siauliai per contribuire a garantire l’integrità dello spazio aereo della Lituania e delle repubbliche baltiche, rafforzando le attività di sorveglianza delle forze aree dei paesi NATO già presenti nella regione”.

La task force schierata a Siauliai è posta sotto la diretta dipendenza nazionale del COVI (Comando Operativo di Vertice Interforze) ed impiega quattro caccia EF-2000 “Eurofighter Typhoon” provenienti dal 4° Stormo dell’Aeronautica di stanza a Grosseto, dal 36° (Gioia del Colle), dal 37° (Trapani-Birgi) e dal 51° (Istrana, Treviso). “La Task Force italiana in Lituania rappresenta l’espressione più autentica della proiettabilità di una Forza Armata moderna, capace di produrre effetti operativi ovunque sia necessario, adattandosi repentinamente ed efficacemente alle mutevoli condizioni di impiego dettate dall’attuale scenario geopolitico”, ha enfatizzato il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Luca Goretti, in occasione della sua recente visita alla base aerea lituana. Un altro teatro operativo ad alto rischio di deflagrazione: anche questo scalo dista infatti un centinaio di km dall’enclave russa di Kaliningrad e a 200 km dalla Bielorussia.

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