Le manifestazioni di protesta scatenate dalla notizia dei Corani
bruciati per sbaglio nella base Usa di Bagram, giunte oggi al quarto
giorno, si stanno trasformando in un’insurrezione generale. La rivolta,
estesasi a tutte le province afgane, prende di mira le istallazioni
militari delle forze d’occupazione Nato, i consolati americani, le
caserme della polizia afgana e perfino il palazzo presidenziale di
Kabul, assediato oggi da migliaia di persone.
La polizia afgana, e
spesso le stesse truppe Isaf barricate all’interno delle basi
assediate, sparano raffiche di mitra sulla folla inferocita. I morti si
contano ormai a decine, i feriti a centinaia. Solo oggi i dimostranti
uccisi sono, finora, almeno una dozzina: due a Kabul, due a Khost, uno a
Jalalabad e addirittura sette a Herat, la provincia sotto comando
italiano, dove si contano anche una cinquantina di feriti. Qui i
manifestanti hanno assaltato il consolato Usa nel capoluogo e occupato
la ‘Ring Road’ nel distretto di Adraskan.
Ieri i morti erano stati
diciassette. Tra questi anche due soldati Usa uccisi in una base nel
distretto di Khogyani, nella provincia orientale di Nanagarhar, da
militari dell’esercito afgano schieratisi con i manifestanti. Secondo le
ricostruzioni, dopo che le truppe Usa avevano aperto il fuoco contro i
dimostranti, alcuni soldati afgani di guardia alla base hanno rivolto i
loro fucili contro gli americani, uccidendone due e ferendone almeno
altri quattro. Le truppe Usa hanno risposto al fuoco sparando nuovamente
contro la folla, e provocando almeno due morti.
Le immagini che
abbiamo raccolto in questo video, riferite alle proteste di ieri e
dell’altro ieri, mostrano chiaramente come le forze di sicurezza afgane,
e non solo loro, stiano reprimendo sanguinosamente le proteste aprendo
il fuoco a volontà contro i dimostranti.
Fonte.
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