Eravamo un popolo di santi, navigatori e eroi. La Costa Concordia e la
Costa Allegra (ma chi sceglie questi nomi?) hanno distrutto la nostra
reputazione. Siamo passati da Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci a
capitan Schettino. I santi si sono iscritti ai partiti politici e
scrivono libri. Gli eroi sono da tempo sottoterra. In Italia per loro
non c'è altra sorte. Chi sopravvive non è abbastanza eroe o non dà
abbastanza fastidio. Falcone, Borsellino, Ambrosoli e molti altri sono
morti e, da allora, entrati nell'Olimpo Italiano, wallpaper buoni per
tutti gli usi, trasformati in icone televisive, in mafia e pop corn.
Come potremmo definire oggi gli italiani? O meglio come ci definiscono
gli altri? Mafiosi, incivili, evasori? In questo Paese tutto è incerto.
La giustizia, il lavoro, la religione, l'informazione. L'italiano è in
trincea, disprezzato all'estero e braccato nel suo Paese. Non ha più
riferimenti se non la propria famiglia, l'unico valore che, se messo a
rischio, lo costringerebbe a fare la rivoluzione, che in Italia
assomiglierebbe però più a una vendetta che a una rinascita nazionale.
Vive tra le macerie, come i ratti e non se ne cura più. Da tempo pensa
che il degrado sia normalità, casa, rifugio. Non sa più nulla e crede, o
simula di credere, a tutto. L'importante è arrivare a domani. Non è
interessato a capire, né a mettere in discussione i dogmi della crescita
ad ogni costo, anche della vita, dell'ambiente, del futuro dei figli.
L'importante è tirare a campare per non tirare le cuoia. Chi lo disse?
Costa Allegra finita alla deriva nell'Oceano Indiano è ora trainata da
un peschereccio francese verso le Seychelles. I suoi motori sono fuori
uso. I passeggeri hanno dormito sul ponte. Un'istantanea dell'Italia.
Questo letargo che dura da decenni e che sembra eterno sta forse per
finire? Senza un risveglio delle coscienze e il ritorno della democrazia
(quella attuale va chiamata con il suo nome: dittatura), il Paese non
ce la farà. Il tracollo economico è un sintomo e un detonatore.
Fonte.
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