Denis Bilunov, ingegnere informatico, ha preso parte alle
manifestazioni di piazza contro Putin del 4 febbraio. E’ membro di
Solidarnost, movimento di opposizione fondato da Nemtsov, Ryzhkov, e
Kasparov (tra gli altri), che vede in Alexei Navalny il più tenace – e
arrestato – oppositore del Cremlino
Come si prepara il movimento Solidarnost alle presidenziali del 4 marzo?
L’esperienza
delle elezioni parlamentari di dicembre ci ha convinto che l’apparato
di potere sta pianificando la vittoria di Putin al primo turno. Ma
questo progetto può essere messo in discussione. Io sono convinto che
non vi sia un sostegno sicuro, che non sia del tutto certo che Putin
possa raggiungere il 50 percento dei voti. Il problema è che
l’opposizione non ha alternative di lista. I cinque candidati sono tutti
uomini del Cremlino. L’unica alternativa per gli insoddisfatti è
disertare le elezioni. Il nostro compito, su questo punto, è cercare di
convincere gli elettori a partecipare, perché il voto per gli altri
candidati è un voto tolto a Putin. A noi non interessa quanti voti
prendano Zhirinovsky o Mironov. A noi interessa quanti voti non prende
Putin.
Solidarnost fa paradossalmente il tifo per gli altri.
L’importante
è che Putin non vinca al primo turno. E’ l’obiettivo più immediato. Se
ciò accadesse, la popolazione si renderebbe conto che il potere non è
assoluto, che è possibile cambiare. Se al secondo turno passasse
Zyuganov, dei Comunisti, a quel punto ci troveremmo a dover trattare con
loro, e non sarà comunque un compito facile. Zyuganov è un leader
famoso per il suo concordato eterno con il Cremlino, ma quando si
profila un orizzonte nuovo possono aprirsi spazi di trattativa anche con
lui. Se Putin vince al secondo turno, sarà un altro Putin, più debole,
più dipendente dall’opinione pubblica.
L’avvocato-blogger
Navalny, che ha subito ripetuti arresti dopo le grandi manifestazioni di
dicembre e febbraio, ha detto che anche se vince Putin, il
sistema-Putin non durerà più di 18 mesi, perché le proteste di piazza
potrebbero continuare anche dopo le elezioni.
Questo è
parzialmente vero. E’ tuttavia un wishful thinking ritenere che le cose
possano andare così. Non sono così sicuro che 18 mesi possano bastare.
Potrebbero essere 24 o 30 mesi. Se dobbiamo fare previsioni, io penserei
alle Olimpiadi di Sochi, nel 2016. Quell’appuntamento sarà
fondamentale, perché c’è il rischio che non riescano a organizzare in
tempo i giochi olimpici. Questo sarebbe un fiasco, una pesante sconfitta
agli occhi del mondo. La crisi economica si farà sentire, le
infrastrutture dello Stato burocratico russo sono molto pesanti e
macchinose, e i processi amministrativi sono lenti e inefficaci.
Che previsioni fa per Zyuganov, l’unico in grado di concorrere con percentuali non del tutto irrisorie?
Direi
il 12, il 15 percento. Ma nonè questa la cosa importante. Importante è
che Putin prende meno del 50 percento. Anche un’altro candidato potrebbe
andare, Prokhorov, per esempio. Anche lui un candidato del Cremlino,
nato per attirare l’attenzione dei liberali, del mondo imprenditoriale.
Ha parecchi soldi da spendere per ottenere voti per il secondo turno.
Forse, come dialogo, l’unico con cui potremmo idealmente trattare è
Mironov. Ma non ha molte possibilità di farcela.
Come potete assicurare elezioni giuste, secondo l’esortazione dei vostri leader?
Assicurare
elezioni giuste in questo caso vuol dire fornire tutti i seggi di
osservatori indipendenti, organizzare un flusso di informazioni rapido
ed efficace su internet, e accessibile a tutti. Ricordiamo il voto di
dicembre: è importante far capire alla gente la differenza tra i
risultati ufficiali e la realtà. A Mosca, in alcuni seggi, il risultato
di Russia Unita era spesso il triplo di quello che avevano davvero
ottenuto. La ragione di questo sono i brogli, diffusi e sistematici. Ma
se si possono vedere i risultati pubblicati rapidamente su internet, su
un sito ben disegnato e strutturato, la gente è anche più invogliata a
scendere in piazza. Questo è l’obiettivo.
Sarà più
difficile per Solidarnost, se Putin vince, continuare la sua campagna di
opposizione nelle piazze? Potrebbe verificarsi un ulteriore giro di
vite da parte del potere?
Così dicono. Ma vediamo.
Dobbiamo essere preparati anche per un Putin in versione più dura, più
repressiva. La differenza di base tra Putin e Stalin, è che Putin e i
suoi amici hanno troppi soldi all’estero, sono troppo dipendenti
dall’opinione dei governi occidentali, e non possono esercitare violenze
e comportamenti autoritari senza tener conto delle critiche della
comunità internazionale. Anche se pensano che sia irrilevante, il
sistema di valori rispettato in tutto il mondo, ha invece un peso
importante. Queste circostanze renderanno sempre possibile lo sviluppo
delle nostre attività.
Fonte.
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