Mi domando cosa significhi la parola Giustizia oggi.
Questa è forse la domanda più importante che ci dobbiamo porre. È la
Giustizia di tutti o è riservata solo a coloro che possono permettersi
uno studio legale di grido e arrivare anno dopo anno alla prescrizione?
O la Giustizia degli intoccabili, che il carcere non lo vedranno mai,
che siano i parlamentari o i poliziotti accusati di pestaggio del G8?
Forse la Giustizia dei poveri cristi, spesso extracomunitari, che hanno
un avvocato di ufficio e una condanna pressoché certa?
Quante Giustizie esistono in questa disgraziata e impenetrabile Nazione?
La Giustizia amministrata per censo, per casta? La
Giustizia capitalista, dove il reddito è un elemento sempre a favore
dell’accusato, una prova inoppugnabile di innocenza? La Giustizia dalle 250.000 leggi
in cui lo stesso Kafka si perderebbe? Una Giustizia supplente della
Politica Scomparsa che si alterna da vent’anni, quando può, alla Finanza
nell’amministrare l’Italia?
Una Giustizia che applica le leggi create da un Parlamento dove siedono condannati a schiera? Una Giustizia che la legge si applica
e non si discute chiunque l’abbia ispirata, un Andreotti, un Dell’Utri,
un Cosentino, un Berlusconi? Una Giustizia che non mette mai in dubbio
lo spirito della legge e dipende unicamente e religiosamente da essa?
Una Giustizia cieca amministrata da burocrati? O una Giustizia che interpreta la legge
dove il Giudice è sovrano nelle decisioni? La legge si applica o si
interpreta? A decidere il Bene e il Male deve essere il Parlamento, pur
se composto da corrotti e mafiosi? O forse il Giudice e la sua
coscienza? Se una legge è ingiusta chi la applica è un Giusto? E il popolo è il convitato di pietra? Get Up, Stand Up for your rights!
Fonte.
La giustizia è preferenziale.
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