E’ Marco Doria, l’outsider sostenuto da Sel, il
candidato sindaco del centrosinistra a Genova. Doria ha sconfitto il
primo cittadino uscente Marta Vincenzi e la senatrice Roberta Pinotti,
entrambe del Pd. Ieri al Fatto Quotidiano lo aveva detto: “La gente è stanca dei professionisti della politica” (leggi l’intervista di Luca Telese).
Ed è andata proprio così. Perché Doria, professore di Storia economica
all’Università di Genova e sostenuto dal fondatore della comunità di San
Benedetto al Porto, don Andrea Gallo, ha ottenuto il 46% dei voti, staccando di quasi 10 punti Marta Vincenzi (27,5%) e di 13 punti e mezzo Roberta Pinotti (26,3%). Gli altri due candidati, Angela Burlando e Andrea Sassano hanno ottenuto l’1,8% e lo 0,9%. Dopo Giuliano Pisapia a Milano, un altro candidato di Nichi Vendola batte alle primarie i nomi messi in pista dal Partito democratico.
Le votazioni si sono concluse alle 21. Nei 73 seggi allestiti in città
dalla coalizione, alle 18 erano stati registrati 21.374 elettori. Un
dato in calo rispetto a cinque anni fa (quando i votanti furono oltre 35
mila), forse influenzato dal freddo, che ha frenato gli elettori
soprattutto in Valpolcevera, a Sampierdarena e nel Ponente del capoluogo
ligure.
”C’è una terza strada, tra l’antipolitica di Beppe Grillo e la voglia di lasciar perdere che
emerge in settori della sinistra. E’ la voglia di cambiare da dentro, è
la passione, l’entusiasmo della gente”. E’ questo il “segnale preciso”
che Marco Doria manda a Roma. Intervistato da Repubblica, il
candidato indipendente ma sostenuto da Sel, ha sottolineato che “il
popolo di sinistra ha voglia di cambiare e non perde nessuna occasione”.
“Vinceremo la battaglia per conquistare Palazzo Tursi – ha spiegato –
insieme ai militanti e ai dirigenti del Pd, non contro di loro. Abbiamo
firmato tutti e cinque un preciso impegno: i quattro sconfitti avrebbero
appoggiato, con tutte le loro forze, il vincitore”. Il denaro speso per
la campagna? “Meno della metà di quello che avremmo potuto spendere.
C’era un tetto di 20mila euro, ne abbiamo spesi meno di 10 mila”.
Per il Pdl si tratta di un vero e proprio “tsunami
politico”. ”La vittoria del candidato di Sel alle primarie di Genova,
dopo quelle di Milano, dimostra come il Pd stia perdendo crediti e
consenso da parte dei suoi stessi elettori e come la sua classe
dirigente stia venendo costantemente bocciata dalla base”, ha detto il
deputato Pdl Rocco Girlanda secondo cui l’elettorato di
centrosinistra si starebbe “polarizzando tra una soluzione di sinistra
radicale, come quella di Vendola, e una moderata, quale quella avanzata
dagli ex Margherita,come Fioroni e Gentiloni o da Matteo Renzi”. La
scossa di Genova potrebbe quindi, sempre secondo Girlanda, provocare
un’implosione delle tante e mal conciliate anime del Pd e dare adito a
Nichi Vendola di chiedere con forza primarie di coalizione anche per la
scelta del futuro candidato premier”. Ma la vittoria di Doria alle
primarie del centrosinistra rischia in realtà di scompaginare anche i
programmi del centrodestra. Perché se è vero che lo sfidante di Doria sarà sicuramente il senatore Enrico Musso, a capo di una lista civica e sostenuto dal Terzo Polo, il Pdl e la Lega non hanno ancora scelto il loro candidato.
“Considero l’impegno politico come un servizio alla comunità, non cerco
potere o privilegi, ma solo una soluzione ai problemi della gente”, sono
le prime parole pronunciate da Doria. Alle spalle un passato nel Pci e
tre anni da consigliere comunale, all’inizio degli anni ’90. Poi più
nulla, fino all’appello di un gruppo di intellettuali e al sostegno del
prete di strada don Andrea Gallo che lo hanno spinto verso le primarie.
“Ha vinto un modo diverso di porgersi nei confronti dei cittadini, che
hanno bisogno di una politica diversa”, sottolinea Doria, che non vuol
sentire parlare di strategie di coalizione o di trattative per dare
posti in giunta ai candidati sconfitti. “Sono logiche da politica
vecchia – sostiene Doria – è il popolo del centrosinistra che deve
continuare ad avere la parola”.
Il Pd promette sostegno al candidato vincitore. “Non rimprovero niente a
nessuno – commenta il sindaco uscente Marta Vincenzi – ma ora si deve
aprire una riflessione sui programmi avanzati, visto che al momento ho
solo sentito dire dei no”. “A Genova come altrove si sono svolte
primarie aperte per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra e
i cittadini hanno potuto esprimersi liberamente tra più candidature –
ha scritto in una nota in serata il responsabile Enti locali della
segreteria Nazionale del Pd, Davide Zoggia – La
presenza di due candidature significative del Pd ha probabilmente aperto
la strada all’affermazione di un altro candidato”. Anche perché,
sommando i risultati delle due candidate Vincenzi e Pinotti, il
risultato del Pd avrebbe superato il 46 per cento di Doria. “Il
risultato va rispettato – aggiunge Zoggia – e si deve lavorare fin da
subito per vincere l’appuntamento delle elezioni amministrative di
maggio”.
Fonte.
”C’è una terza strada, tra l’antipolitica di Beppe Grillo e la voglia di lasciar perdere che
emerge in settori della sinistra. E’ la voglia di cambiare da dentro, è
la passione, l’entusiasmo della gente”.
Non ha nemmeno iniziato e parte già malissimo. Il rinnovamento da dentro, poi, è una cagata pazzesca (che guarda caso tanto piace a quel migliorista di Napolitano).
10 a 1 che anche questa faccia nuova assumerà le medesime denotazioni farsesche di Pisapia, ovvero nessuna differenza sostanziale rispetto ai predecessori (chi ha detto EXPO 2015???), solamente una retorica più affabulante nei confronti di un elettorato che va rimbecillito con lessico e promesse nuove.
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