Il modello sociale europeo è tutto da riscrivere, e i Paesi con il
bilancio in rosso non hanno altra strada che risanare i conti pubblici
cercando di attutire l'impatto recessivo. Per farlo, la priorità sono le
liberalizzazioni e la riforma del mercato del lavoro. È il senso
dell'intervista d Mario Draghi al Wall Street Journal. Nel colloquio con
il giornale newyorchese, l'ex governatore di Bankitalia parte dalla
Grecia: "Se non avessi chiuso il pacchetto di aiuti, non ci sarebbe
gioco" ha detto. Poi la ricetta proposta a tutta l'Europa: per attutire
la recessione e dare fiducia la priorità sono le liberalizzazioni, e "al
secondo posto c'è la riforma del mercato del lavoro". Di fatto dice
Draghi, "il modello sociale europeo è già superato se guardiamo ai tassi
di disoccupazione giovanile in alcuni Paesi".
Sul quadro macroeconomico dell'Eurozona, Draghi dice che "è difficile
dire che la crisi sia finita". C'è maggiore stabilità sui mercati e
molti governi stanno risanando le finanze pubbliche. "Ma la ripresa
procede molto lentamente e resta soggetta a rischi al ribasso". Tanto
che, in un'altra intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung, Draghi
apre a un taglio dei tassi e allontana la fine degli acquisti di titoli
di Stato. Per la Bce la priorità resta il settore bancario: con il
maxi-prestito da 490 miliardi di euro di dicembre "abbiamo evitato un
credit crunch ancora maggiore" - è la rivendicazione di Draghi - anche
gli ultimi dati continuano a fornire "un quadro non positivo" del
credito a famiglie e imprese.
Ancora una volta l'ex governatore della Banca d'Italia si conferma uno
dei principali esponenti della "riforma" europea che prevede un
cambiamento a tutto campo. Una partita che si sta giocando in Grecia in
forma di massacro sociale ma che ha come laboratorio principale proprio
l'Italia. E "l'italiano" Draghi questo lo sa molto bene.
Fonte.
Banchieri e finanzieri vanno trattati come l'aristocrazia francese durante la rivoluzione: alla ghigliottina senza tanti complimenti.
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