IPOTESI
- La Commissione Trilaterale è un organismo privato nato per tutelare gli interessi delle aziende americane, in special modo quelle grandi, che ovviamente hanno più peso specifico, superando i limiti intrinseci imposti dai lunghi iter burocratici delle democrazie (vedi nota 1).
- I suoi membri dunque, e in special modo le sue più alte cariche, sono devotamente dedicati al perseguimento degli interessi di cui al punto 1 (dall'inglese "Committed", vedi nota 2).
- Mario Monti è stato fino al mese scorso il responsabile dell’area europea della Commissione Trilaterale, con il compito preciso di realizzare l’integrazione europea (lo dicono loro, non lo dico io).
- Mario Monti, durante la conferenza stampa all’ambasciata italiana negli Usa, lo scorso 13 febbraio, afferma: “Le imprese americane, soprattutto le grandi, sono state sempre tra i fattori di spinta dell’integrazione europea, per il loro vantaggio materiale”.
TESI
Se le lobby americane (formate dalle grandi aziende) hanno sempre spinto per l’integrazione europea, per il loro vantaggio materiale, e attraverso il loro organismo di lobbying (la Commissione Trilaterale) hanno posto Mario Monti per anni a capo del progetto di integrazione europea (ruolo ricoperto fino al mese scorso), ne consegue che Mario Monti, con il suo incedere a passo di marcia verso l’integrazione europea economica e politica, sta perseguendo il vantaggio materiale delle grandi aziende americane.Vi è chiaro o devo riformulare? Monti sta inequivocabilmente facendo gli interessi delle élite americane. Su questo blog non è certo una novità assoluta, ma quella frase pronunciata da Monti all'ambasciata italiana di Washington rende il ragionamento piuttosto evidente.
Resta solo da stabilire se questo interesse possa eventualmente, e in quale misura, coincidere con gli interessi degli italiani, ma per accertare questo punto sarebbe necessario un ampio dibattito pubblico. Dibattito che non c’è stato né mai ci sarà. In ogni caso, un presidente del Consiglio italiano deve avere come unica finalità, inderogabilmente, gli interessi degli italiani, non quello delle organizzazioni private straniere.
Perché Mario Monti si lascia sfuggire queste candide e plateali ammissioni? Perché innanzitutto lui non distingue tra gli obiettivi particolaristici dei gruppi di potere che difende e quelli di una democrazia perlomeno nominale. Nella sua morale personale, assume che gli interessi dei forti debbano essere anche gli interessi dei deboli, dunque dal suo punto di vista non vi è nulla di male nel farsi mero esecutore dei suoi incarichi. Il principio di autodeterminazione di un popolo, con il suo processo di formazione di principi e obiettivi dal basso, non gli appartiene. Del resto la sua organizzazione è nata proprio per superare questo modello. Secondariamente, sa che in una società anestetizzata dai media, dove la maggior parte dei cittadini vive in apnea (e anche questa strategia è parte integrante della visione della Commissione Trilaterale), le sue parole passeranno in larga misura inosservate. Lui deve convincere i mercati, i think thank, le lobby, non i popoli.
Il problema, semmai, è che i popoli glielo lasciano fare.
note:
[1] Leggere le conclusioni del rapporto "The Crisis of Democracy", il primo rapporto della Commissione Trilaterale sulla crisi della democrazia.
[2] Da: http://www.trilateral.org/go.cfm?do=Page.View&pid=11 , dove fino al mese scorso campeggiava la foto di Mario Monti come chairman:
"I membri europei della Commissione Trilaterale, oltre al loro impegno nella Commissione, sono anche "committed" (devotamente dedicati) al perseguimento del processo di unificazione europea. L'idea di un'Europa in via di unificazione che gioca un ruolo via via più ampio sul palcoscenico globale è stata un'idea fondamentale nella Commissione Trilaterale fin dall'inizio.
Fonte.
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