Pubblichiamo un estratto dal capitolo dedicato alla Grecia nel libro Debitocrazia di Eric Toussaint e Daniel Millet, disponibile in libreria e acquistabile sul sito.
Il debito pubblico greco è stato in primo piano sulla scena pubblica
nel momento in cui i dirigenti di questo paese hanno accettato la cura
di austerità richiesta dal Fmi e dall’Ue, che ha provocato lotte sociali
molto importanti durante tutto il 2010 . Ma da dove viene il debito greco?
Dal lato del debito in carico al settore privato l’aumento è recente:
un primo balzo avviene subito dopo l’entrata della Grecia nella zona
euro, nel 2001 mentre una seconda esplosione del debito si produce a
partire dal 2007 quando gli aiuti finanziari concessi alle banche dalla
Federal Reserve negli Stati Uniti, dai governi europei e dalla Banca
centrale europea (Bce) viene in parte riciclato dai banchieri in
direzione della Grecia e di altri paesi come la Spagna e il Portogallo.
Dal lato dell’indebitamento pubblico, invece, la crescita è più antica.
Dopo il debito ereditato dalla dittatura dei colonnelli, il ricorso al
prestito è servito dagli anni 90 in poi a riempire il buco creato nelle
finanze pubbliche dalla riduzione delle imposte sulle società e sui
redditi più elevati. Peraltro, da diversi decenni, i numerosi prestiti
hanno permesso di finanziare l’acquisto di materiale militare
principalmente da Francia, Germania e Stati Uniti. Inoltre, non bisogna
dimenticare nemmeno l’indebitamento dei poteri pubblici per
l’organizzazione dei Giochi olimpici nel 2004. L’ingranaggio del debito è
stato oliato con consistenti mazzette da parte delle grandi compagnie
transnazionali con lo scopo di ottenere dei contratti: Siemens è un
esempio emblematico (...)
Elementi evidenti di illegittimità del debito pubblico
Innanzitutto c’è il debito contratto dalla dittatura dei colonnelli, che è quadruplicato tra il 1967 e il 1974. Con tutta evidenza questo rientra nella definizione di debito odioso .
Andando avanti, poi, troviamo lo scandalo dei Giochi olimpici
del 2004. Secondo Dave Zirin, quando il governo ha annunciato
orgogliosamente nel 1997 ai cittadini greci che la Grecia avrebbe avuto
l’onore di accogliere, sette anni più tardi, i Giochi olimpici, le
autorità di Atene e il Comitato olimpico internazionale prevedevano una
spesa di 1,3 miliardi di dollari. Qualche anno più tardi, il costo era
stato moltiplicato per quattro e raggiungeva 5,3 miliardi di dollari.
Appena dopo i Giochi, il costo ufficiale aveva raggiunto i 14,2 miliardi
di dollari . Oggi, secondo differente fonti, il costo reale supera i 20
miliardi di dollari.
Numerosi contratti siglati tra le autorità greche e grandi imprese
private straniere stanno destando scandalo da diversi anni. Quei
contratti hanno comportato un aumento del debito. Citiamo diversi esempi
che hanno scandito le cronache greche:
- diversi contratti sono stati firmati con la multinazionale Siemens
accusata – sia dalla giustizia tedesca che da quella greca – di aver
versato commissioni e mazzette al personale politico, militare e
amministrativo greco per un valore complessivo che si avvicina al
miliardo di euro. I principali dirigenti della Siemens-Hellas , che ha
riconosciuto di aver “finanziato” i due grandi partiti greci, è fuggita
nel 2010 in Germania e la giustizia tedesca ha rigettato la richiesta di
estradizione avanzata dalla Grecia. Gli scandali includono la vendita,
fatta da Siemens e dalle sue associate internazionali, del sistema
antimissile Patriot (1999, 10 milioni di euro in mazzette), la
digitalizzazione dei centri telefonici dell’Ote, l’Organismo greco di
telecomunicazioni (mazzette per 100 milioni di euro), il sistema di
sicurezza “C41”, acquistato in occasione dei Giochi del 2004 e che non
ha mai funzionato, la vendita di materiale alle ferrovie greche (Sek),
del sistema di telecomunicazioni Hermes all’esercito,
dell’equipaggiamento molto costoso venduto agli ospedali;
- lo scandalo dei sottomarini tedeschi (prodotti da Hdw, assorbita dalla
Thyssen) per un valore globale di 5 miliardi di euro, sottomarini che
avevano fin dall’inizio il piccolo difetto di pendere pericolosamente….a
sinistra (!) e di essere dotati di un equipaggiamento elettronico
difettoso. Un’inchiesta giudiziaria su eventuali responsabilità
(corruzione) degli ex ministri della Difesa è in corso.
E’ del tutto normale presumere che debiti contratti per realizzare
simili accordi siano viziati da illegittimità o da illegalità. Per
questo devono essere annullati. Accanto a simili casi, però, è
necessario comprendere l’evoluzione recente del debito greco.
La montatura dell’indebitamento nel corso dell’ultimo decennio
Il debito del settore privato si è largamente sviluppato nel corso degli
anni 2000. Le famiglie, per le quali le banche ma anche tutto il
settore commerciale privato (grande distribuzione, automobile,
costruzioni) proponevano condizioni allettanti, hanno fatto ricorso
all’indebitamento massiccio, così come le imprese non finanziarie e le
banche che potevano attingere a prestiti a basso costo (tassi di
interesse bassi e inflazione più forte dei paesi più industrializzati
del’Unione come Germania, Francia, Benelux o Gran Bretagna). Questo
indebitamento privato è stato il motore dell’economia greca. Le sue
banche (alle quali occorre aggiungere le filiali greche delle banche
straniere), grazie a un euro forte, potevano estendere le loro attività
internazionali e finanziare a minor costo le loro attività nazionali. Hanno fatto ricorso al prestito a tutta forza (...)
Con le enormi liquidità messe a loro disposizione dalle banche centrali
nel 2007-2009, le banche dell’Europa occidentale (soprattutto le banche
tedesche e francesi ma anche quelle belghe, olandesi, britanniche,
luxemburghesi, irlandesi) hanno prestato massicciamente alla Grecia (al
settore privato e ai poteri pubblici). Bisogna tenere in conto il fatto
che l’adesione della Grecia all’euro le è valsa la fiducia dei banchieri
dei paesi dell’ovest europeo, ritenendo che i grandi paesi sarebbero
corsi in soccorso in caso di problemi. Non si sono invece preoccupati
della capacità della Grecia a rimborsare il capitale a medio termine. I
banchieri ritenevano di poter assumere rischi molto elevati. La storia
ha dato loro ragione, almeno finora, la Commissione europea e, in
particolare, i governi francese e tedesco hanno dato un sostegno
illimitato ai banchieri privati dell’Europa occidentale. Per questo, i
governi europei hanno messo le finanze pubbliche in uno stato pietoso
(...)
I cittadini greci hanno tutto il diritto di aspettarsi che il preso del
debito sia radicalmente ridotto e questo implica che i banchieri devono
essere costretti a cancellare dei crediti dai loro libri contabili.
Il comportamento odioso della Commissione europea
Dopo lo scoppio della crisi, la lobby militar-industriale
appoggiata dai governi tedesco, francese e dalla Commissione europea è
riuscita a ottenere che il bilancio della difesa fosse appena intaccato
mentre, allo stesso tempo, il governo del Pasok (partito socialista) ha
effettuato tagli alle spese sociali. Ad esempio, in piena crisi greca,
all’inizio del 2010, Recep Tayyip, primo ministro della Turchia, paese
che mantiene delle relazioni tese con il suo vicino greco, si è recato
ad Atene e ha proposto una riduzione del 20 per cento del
bilancio militare dei due paesi. Il governo greco non ha raccolto la
mano che gli è stata tesa. E’ stato invece messo sotto
pressione dalle autorità francese e tedesca che volevano garantire le
proprie esportazioni di armi. In proporzione, la Grecia spende in
armamenti molto che più degli altri paesi dell’Unione europea. Le spese militari rappresentano il 4 per cento del Pil
contro il 2,4 della Francia, il 2,7 della Gran Bretagna, il 2 per cento
del Portogallo, l’1,4 della Germania, l’1,3 della Spagna, l’1,1 del
Belgio. Nel 2010 la Grecia ha acquistato dalla Francia sei fregate da
guerra (2,5 miliardi di euro) e degli elicotteri da guerra (400
milioni). Dalla Germania ha acquistato 6 sottomarini per 5 miliardi di
euro. La Grecia è stata uno dei cinque più importanti importatori di
armi in Europa tra il 2005 e il 2009. L’acquisto di aerei da
combattimento rappresenta, da solo, il 38 per cento del volume delle sue
importazioni, in particolare con l’acquisto di 26 F-16 (Stati Uniti) e
di 25 Mirage 2000 (Francia), quest’ultimo contratto dal valore di 1,6
miliardi di euro. La lista dell’equipaggiamento francese venduto alla
Grecia non si ferma qui: ci sono anche veicoli blindati (70 VBL), elicotteri NH90, missili Mica, Exocet, Scalp, e droni Sperwer. Gli
acquisti della Grecia ne hanno fatto il terzo cliente dell’industria
della difesa francese nel corso del decennio trascorso.
A partire dal 2010, i tassi di interesse sempre più elevati, imposti dai
banchieri e dagli altri attori dei mercati finanziari con l’appoggio
della Commissione europea e del Fmi, hanno prodotto un classico effetto
“palla di neve”: il debito greco prosegue una curva al rialzo poiché le
autorità ricorrono al prestito per rimborsare gli interessi (e una
frazione del capitale precedentemente preso in prestito). I prestiti
concessi a partire dal 2010 alla Grecia dai paesi membri dell’Unione
europea e dal Fmi non puntano affatto a soddisfare gli interessi della
popolazione, al contrario i piani di austerità messi in atto comportano
molteplici attacchi ai diritti sociali. E’ a questo titolo che la
nozione di “debito illegittimo” dovrebbe essere loro applicata e
contestato il loro rimborso (...)
Fonte.
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