L’Italia torna in recessione tecnica dopo poco più di due anni. L’Istat
ha infatti calcolato che per il secondo trimestre consecutivo il Pil
risulta in calo congiunturale. E Bankitalia comunica che il debito sale
quasi di tre punti percentuali rispetto a fine 2010.
Nel quarto trimestre del 2011, il Pil, corretto per gli effetti del calendario, è sceso dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5%
rispetto allo stesso periodo del 2010. Si tratta del primo calo
tendenziale dal quarto trimestre 2009. Il quarto trimestre del 2011,
segnala l’Istat comunicando la stima preliminare, ha avuto tre giornate
lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate
lavorative in meno rispetto al quarto trimestre 2010. Anche il terzo
trimestre del 2011 si era chiuso con un saldo negativo dello 0,2% su base congiunturale.
L’ultimo periodo di recessione era terminato dopo il secondo trimestre
2009. Il risultato congiunturale complessivo, spiega ancora
l’istituto, è la sintesi di dinamiche settoriali del valore aggiunto
positive per l’agricoltura, negative per l’industria, sostanzialmente
stazionarie per i servizi. Nello stesso periodo il Pil è aumentato in
termini congiunturali dello 0,7% negli Stati Uniti mentre è diminuito
dello 0,2% nel Regno Unito e dello 0,6% in Giappone. In termini
tendenziali, il Pil è aumentato dell’1,6% negli Stati Uniti e dello 0,8%
nel Regno Unito ed e’ diminuito dell’1,0% in Giappone.
Per quanto riguarda il debito pubblico, invece, Bankitalia comunica che chiudiamo il 2011 con 1.897,9 miliardi, in crescita del 2,98% rispetto
ai 1.842,9 miliardi di fine 2010. Il debito di dicembre è comunque in
calo rispetto ai 1.904,8 miliardi raggiunti a novembre e al record
storico di 1.909 miliardi toccato a ottobre.
In miglioramento rispetto al 2010 risulta invece il fabbisogno. Il dato
si è attestato a fine anno a 62,6 miliardi contro i 67 miliardi
dell’anno precedente. Al netto del sostegno finanziario ai paesi
dell’area dell’euro, il fabbisogno è sceso a 53,4 miliardi, dai 63,1 del
2010. L’aumento del debito nel corso del 2011, pari 55,1 miliardi,
spiega Bankitalia, è stato determinato, oltre che dal fabbisogno
(inclusi 9,2 miliardi di sostegno finanziario ai paesi dell’area
dell’euro), dall’emissione di titoli sotto la pari (che ha comportato
scarti di emissione pari a 11,3 miliardi) e dal deprezzamento dell’euro
che ha accresciuto il valore delle passività denominate in valuta estera
di 0,2 miliardi. Ha invece ridotto la crescita del debito il ricorso
alle disponibilità liquide detenute dal Tesoro (diminuite di 19,0
miliardi, a 24,3). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori,
il debito delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 54,8 miliardi, a
1.786,8; il debito delle Amministrazioni locali è aumentato di 0,3
miliardi, a 111. Nel complesso del biennio 2010-11 il sostegno
finanziario ai paesi dell’area dell’euro è stato pari a 13,1 miliardi:
di cui 10 concessi alla Grecia, 1,6 al Portogallo e 1,6 all’Irlanda.
Fonte.
La Grecia è sempre più vicina, anche in questo mare di numeri usati per confondere il lettore con una complessità che è solo comunicativa.
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