Nelle
guerre finanziarie non contano però le copertine dei settimanali
generalisti, figuriamoci le lodi del tg3 (ormai un clone del tg4 per
l'altra sponda), ma i commenti della stampa specializzata in materia di
business. E così la Reuters, guarda caso non ripresa da Repubblica,
parlava di visita americana di Monti come "operazione di stile ma non di
sostanza". Bastava leggere qualche serio comunicato ufficiale
dell'incontro tra Obama e Monti per capire che la visita era stata un
mezzo fiasco. Monti aveva chiesto l'intercessione americana per un
maggiore supporto del Fmi alla crisi greca, Obama aveva gentilmente e
testualmente risposto che il fardello del debito continentale era
destinato a gravare sulle spalle degli europei. Ma se andare a leggersi i
lanci di agenzia, basati sui comunicati ufficiali, è troppo per la
propaganda italiana perlomeno che si considerino le parole che lo stesso
Mario Monti ha rilasciato a commento della sua visita americana: "credo
di aver convito Wall Street sulla bontà dell'operato del nostro
governo".
Bene, anzi molto
male, passano poche decine di ore dal rientro di Monti in Italia e
Moody's abbassa il rating del nostro paese. Eppure il presidente del
consiglio, che è un tecnico di grande esperienza, dovrebbe sapere che
tra il convincere l'entusiasta (per i nostri sacrifici) redazione di
Repubblica e Wall Street differenza ne passa eccome.
Ma
cosa è accaduto? Nel primo link in fondo spieghiamo intanto due fatti
fondamentali per capirlo. Il primo è che la riduzione dello spread,
vanto del governo Monti, è dovuta ad una politica di creazione di massa
finanziaria da parte della Bce. Nel secondo registriamo, nella analisi
della stampa finanziaria specializzata, che sul cielo dell'Europa si
stagliano almeno tre grosse bombe finanziarie.
E'
quindi evidente che il taglio del rating da parte di Moody's, che
ancora una volta ignora gli auspici di Obama verso l'Europa, salta sul
dato dello spread per concentrarsi su quello delle bombe finanziarie che
minacciano il continente. Tanto per capirsi: nel giudizio di Moody's
sull'Italia pesano la difficile situazione greca, il deteriorarsi di
quella portoghese e l'emergere di un possibile dramma spagnolo. Tutto
questo, in poche parole, rischia di fare effetto-sistema negativo per la
sfera finanziaria e creditizia di questo paese. Quindi persino Moody's,
che truccava il rating dei titoli esplosi nella bolla del 2008, riesce a
dare un giudizio più sensato sul nostro paese di quanto possa darlo il
PD. Come dice Alistair Wilson, responsabile della divisione del credito
europeo presso Moody's, a Londra "le autorità dei paesi hanno fatto
qualche passo in avanti, ma riteniamo che non abbiano fatto ancora
abbastanza per rassicurare i mercati sulla stabilità del loro percorso".
Un modo diplomatico per dire che i i nodi di fondo sono tutti sul
tappeto. Mentre, nel breve periodo, la borsa italiana sconta il calo
dello spread dovuto alle politiche della Bce.
Ma anche qui basta vedere un semplice grafico
per capire come sia ancora seriamente scesa la circolazione di denaro in Europa preannunciando nuovi interventi Bce e tempi non facili.
Intanto
il PD si è impiccato sulla via nazionale ai sacrifici quando,
nell'attuale assetto europeo, si rivelano tendenzialmente inutili.
Quando Bersani appoggia, da autentico salumiere della politica italiana,
convintamente Monti commette quindi un doppio errore. Fa fuggire
l'elettorato a causa delle politiche antisociali benedette da
Napolitano, si veda caso Genova dove alle primarie si vota pure un
candidato antiMonti, ed è completamente ostaggio di una politica europea
che non è neanche in grado di valorizzare i tagli operati dal governo
italiano. C'è di più, la politica sa essere impietosa con gli
improbabili, persino il quadro politico europeo potrebbe cambiare. Anche
mettendo tra parentesi la situazione greca ad aprile ci sono le
elezioni in Francia. Ci sono ottime possibilità che vinca un candidato
convintamente antiMerkel. Che avvii una strada, vedremo quanto
praticabile, di cambiamento rispetto alle attuali politiche europee di
liberismo rigido adottate grazie all'egemonia tedesca e
all'accondiscendenza di Sarkozy. Considerando che anche la Merkel è in
picchiata nei sondaggi nel 2013 ci si potrebbe anche trovare in una
situazione molto curiosa. Con Monti, espressione della accondiscendenza
italiana a Merkel e Sarkozy, primo ministro completamente inutile nella
nuova Europa. Dove Francia e Germania potrebbero aver preso una nuova
direzione.
Sarebbe
l'ultimo, anche in ordine di tempo, capolavoro di Bersani. Svenare un
paese, e il patrimonio elettorale di un partito, per un premier
perfettamente inutile al tavolo delle potenze europee.
Se non sarà così sarà qualcosa di simile, non dubitate. Dove c'è PD c'è farsa, almeno questo è garantito.
Le puntate precedenti
Fonte.
Nessun commento:
Posta un commento