"Prima due fondi di Scalfari, ora una notizia falsa in prima pagina. Chi
vuole forzare la mano? Noi non subiremo pressioni improprie". La
smentita della Cgil al cosiddetto scoop di Repubblica su un presunto
incontro tra la segretaria generale Susanna Camusso e il presidente del
Consiglio Mario Monti prima della partenza di quest'ultimo alla volta
della Casa Bianca, è piuttosto aspra. Da palazzo Chigi, intanto, non si
fanno attendere. E anche loro sostengono che la notizia del quotidiano
di De Benedetti è del tutto infondata.
Il "partito di Repubblica"
stavolta sembra averla fatta grossa. Del resto gli interessi in ballo
sono piuttosto considerevoli. Sono stati loro, sempre con alcune
primizie di "disinformatia" allo stato puro, a scrivere qualche giorno
fa che, "secondo alcuni calcoli di esperti", l'abbattimento
dell'articolo 18 vale 200 punti di spread. Ed ora che il Pd si è chiuso
nel silenzio, si fanno avanti loro con un gioco che somiglia più al
biliardo che al tennis.
Lo scenario, se vogliamo, è identico a
quello che portò all'accordo separato del 2009: prima viene isolata la
preda e poi la si azzanna. Stavolta la prima fase è stata innescata
dalla cosiddetta "manutenzione" professata dal segretario della Cisl
Raffaele Bonanni in una intervista al Sole 24 ore esattamente una
settimana fa. Gli è venuto facile, visto che siamo in un governo di
"tecnici" perché non sfruttare l'occasione di una “messa a punto”.
Ironia a parte, in realtà la proposta, che ha incontrato subito il
semaforo rosso della Cgil, prevedeva un vero e proprio aggiramento della
tutela attraverso l'accoglimento del licenziamento economico. Una
presa in giro, Bonanni sa benissimo, infatti, che nessun imprenditore
licenzia ufficialmente per discriminazione politica, sindacale, razziale
o religiosa. Solo uno ci sta provando, l’amministratore delegato della
Fiat Sergio Marchionne, ma si è dovuto inventare un percorso molto
tortuoso; e non è detto che alla fine la spunterà.
La conferma
indiretta che l’incontro non c’è stato, o se c’è stato non ha certo
avuto le caratteristiche di quanto va raccontando Repubblica, viene
dalla dichiarazione della sinistra della Cgil. Giorgio Cremaschi si
guarda bene dal chiedere conto a Susanna Camusso del suo colloquio con
Monti e prende atto della smentita. “Ma la vera smentita – aggiunge –
deve essere lo sciopero generale, come chiederà la piazza il 18
febbraio” (giorno della manifestazione dei metalmeccanici a Roma, ndr).
Fonte.
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