Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si
schiera a favore della Tav e invita alla calma gli oppositori: “Rivolgo
il più caldo appello a quanti restano non convinti della pur rilevante
importanza, per l’Italia e per l’Europa, di quell’opera, affinché
desistano da comportamenti inammissibili”, afferma Napolitano in un
comunicato. “C’è bisogno nel paese di un clima costruttivo nel quale
l’attenzione e gli sforzi si concentrino sull’impegno a garantire
sviluppo, occupazione, giustizia sociale”. Nel comunicato, il presidente
chiarisce che ”l’espressione del sacrosanto diritto al dissenso su
qualsiasi scelta e decisione politica e di governo, deve escludere il
ricorso a violazioni di legge, violenze, intolleranze e intimidazioni,
come quelle che si sono purtroppo verificate in nome dell’opposizione al
progetto Tav Torino-Lione”.
Napolitano dice no a un confronto diretto con gli amministratori della
Val Susa, chiesto in occasione della sua visita a Torino prevista domani
per chiudere le celebrazioni sui 150 dell’Unità d’Italia: ”Non posso
aderire a incontri in cui si discutano decisioni come quelle relative
alla linea Torino-Lione: decisioni che non mi competono, che sono state
via via assunte dalle istanze di governo responsabili e che hanno già
formato oggetto, nel corso di parecchi anni, di molte discussioni e
mediazioni”.
Intanto migliorano le condizioni di Luca Abbà.
L’attivista no-Tav che il 27 febbraio è caduto da un traliccio
dell’alta tensione in Valle di Susa si è svegliato e mostra un “lento e
costante miglioramento”, affermano i medici dell’ospedale Cto di Torino
dove il giovane è ricoverato in terapia intensiva. “Il paziente è
estubato da questa mattina, ha gli occhi aperti, esegue ordini
semplici”, spiega Maurizio Berardino, direttore del
Dipartimento di Emergenza del Cto. “Si assopisce facilmente e il suo
respiro è assistito in modo non invasivo; il torpore è anche conseguenza
della necessità di analgesici per le lesioni cutanee e gli esiti
dell’intervento. La prognosi verrà sciolta domani se la tendenza a
mantenere il respiro spontaneo verrà confermata”.
Una ventina di No Tav che erano con lui il giorno dell’incidente sono
stati denunciati per l’occupazione della Baita Clarea. Il dossier delle
forze dell’ordine è arrivato oggi in Procura. I militanti, che si
trovavano sul posto pacificamente, sono accusati della violazione di
sigilli, perché la baita era posta sotto sequestro, e di essere entrati
nell’area di interesse strategico resa off limits da un’ordinanza del
Cipe.
E le proteste contro la Torino-Lione proseguono anche a sud. Oggi a Palermo un gruppo di No Tav ha prima contestato il procuratore di Torino Giancarlo Caselli
poi ha tentato di occupare la sede del Pd. Hanno cercato di entrare e
sono stati fermati, ma hanno preso a calci e pugni la porta del locale e
imbrattato il portoncino dello stabile. E durante i tafferugli è
rimasto ferito a un dito il segretario provinciale del Partito
democratico Enzo Di Girolamo.
Il governo, però, ribadisce la linea dura. “Rimane sempre la fermezza
sul fatto che l’opera debba andare avanti ed essere conclusa”, ha
affermato il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri
a margine della firma di un protocollo di intesa per la promozione
della legalità e semplificazione nel settore edile in Emilia Romagna. La
prove di forza, ha aggiunto, “non convengono a nessuno”, e sono i No
Tav che “dovrebbero cominciare” con la distensione.
Ai giornalisti che le chiedevano un commento sulla definizione di
“comportamento nazista” da parte dello Stato nella repressione della
protesta, Cancellieri ha risposto: ”Credo, comunque, che, grazie a Dio,
abbiamo in Italia una magistratura che opera molto bene. Qualsiasi
azione verrà giudicata da chi dovrà giudicare e poi vediamo”. Sulla
questione è intervenuto anche il ministro del Lavoro Elsa Fornero: “Spero che prevalga il dialogo”, ha detto a margine di un convegno a Torino.
Le istituzioni piemontesi e i parlamentari eletti nella regione
annunciano l’intenzione di chiedere nei prossimi giorni un incontro al
presidente del Consiglio Mario Monti. La decisione è
stata presa in una riunione alla Provincia di Torino alla quale hanno
partecipato tra gli altri il sindaco di Torino, Piero Fassino, l’assessore regionale ai Trasporti, Barbara Bonino, il presidente della Provincia, Antonio Saitta, e il commissario di Governo per la Tav, Mario Virano. Quest’ultimo, dopo la relazione introduttiva, ha lasciato la riunione.
Con Monti, a Palazzo Chigi, si è già incontrato il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota,
che al termine ha messo sul tavolo la questioni delle compensazioni
economiche per la popolazione della Val Susa: “Monti mi è sembrato
convinto nel voler realizzare la linea Tav. E’ disponibile e dal
prossimo Cipe, il 9 marzo, ci sarà lo sblocco dei primi 20 milioni di
euro per le compensazioni”. Cota ha sottolineato che “i 20 milioni
sbloccati serviranno, innanzitutto, al potenziamento della linea
ferroviaria Torino-Bussoleno”, perché “la Tav è importante ma non
bisogna dimenticare i pendolari che prendono il treno ogni mattina”.
Secondo Cota, realizzare la Tav ӏ un dovere per le future generazioni e
per la Val di Susa. Non farla darebbe l’impressione di un Paese in cui
non si decide nulla. A Monti ho ribadito la posizione
dell’amministrazione regionale a favore della Tav e della realizzazione
nel rispetto dei tempi”.
Fonte.
Che schifo di presidente!
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