di Michele Giorgio
Beirut ha reagito
all’affondo del ministro della difesa israeliano Avigdor Lieberman che
aveva accusato le Forze armate libanesi di essere divenute «parte
integrante del movimento sciita Hezbollah». Parole che
avevano toccato un nervo scoperto in Libano dove l’esercito, malgrado la
povertà di mezzi e risorse, è emerso negli ultimi anni come un pilastro
della coesione nazionale in un Paese da anni spaccato tra i sostenitori
del “fronte della resistenza”, quindi di Hezbollah e
dell’alleanza con Siria e Iran, e coloro che al contrario invocano una
stretta collaborazione con gli Stati Uniti, la Francia e il resto
dell’Occidente.
«Il Libano farà fronte a ogni aggressione israeliana... Ci
opponiamo ad ogni attacco contro la nostra sovranità, specialmente da
parte di Israele e del terrorismo (jihadista, ndr)», ha protestato il
ministro della difesa libanese, Yaacoub Sarraf che nelle parole di
Lieberman ha letto una minaccia rivolta alle forze armate del suo Paese.
Leader politici e comandanti militari israeliani di recente hanno
avvertito che in caso di un nuovo conflitto ordineranno di colpire
ovunque in Libano, quindi anche le Forze armate lasciate fuori dal
conflitto del 2006.
Sarraf ha condannato inoltre le ripetute violazioni dello
spazio aereo nazionale da parte dell’aviazione israeliana durante i raid
che compie contro obiettivi in Siria o in missioni di ricognizione.
Beirut il mese scorso aveva minacciato di rivolgersi all’Onu per
ottenere una condanna formale di Israele. Minaccia alla quale Tel Aviv
aveva reagito ordinando ai suoi piloti, in un paio di occasioni, di
sorvolare le città meridionali libanesi a bassa quota. I giornali
libanesi hanno riferito di scene di panico tra le popolazioni locali.
Lieberman, parlando a un gruppo di soldati al ministero della
difesa, ha descritto la prossima guerra che Israele combatterà come un
conflitto su «due fronti, al nord e al sud... ci saranno al nord gli
Hezbollah e al sud Gaza», ha spiegato riferendosi al movimento islamico
Hamas che controlla la Striscia di Gaza.
«Non ci sono più guerre su un fronte solo. Questa – ha aggiunto – è
la nostra considerazione di base. E questo è ciò a cui ci prepariamo
militarmente... Se un tempo parlavamo del fronte libanese, questo non c’è
più. Ma ce ne sarà uno unico di Siria e Libano insieme». Una nuova
guerra è sempre più vicina ha fatto capire Lieberman evidenziando che
«la realtà è fragile» e che può cambiare da un momento all’altro.
Dall’altra parte del confine sono convinti che Israele si
stia preparando ad uno scontro ampio, volto a colpire prima di tutto
l’Iran o almeno la sua presenza in Siria. Ad inizio ottobre era
stato il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ad
ammonire Israele dal pianificare un nuovo conflitto. «L’attuale governo
israeliano, presieduto da Netanyahu, conduce i suoi cittadini a morte e
distruzione», aveva avvertito Nasrallah. «Posso affermare che (gli
israeliani, ndr) non hanno un’idea precisa di ciò che li attende se
intraprenderanno questa stupida guerra».
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