In Italia il “rischio politico” percepito dai mercati è alto, ma diminuisce anche la fiducia sulla stabilità in Germania. E’ questo il risultato dell’ultimo sondaggio appena condotto dagli economisti del supergruppo bancario svizzero Ubs, che ha intervistato 600 esponenti della comunità finanziaria e di manager di multinazionali nell’eurozona, chiedendogli un giudizio su tale fattore.
“Rispetto al sondaggio condotto in febbraio – si legge nel rapporto di Ubs – il rischio politico del paese percepito è cresciuto in Italia (da un 17% del campione che lo giudicava negativo all’attuale 24%) e questo è comprensibile, viste le difficoltà incontrate nel formare un Governo e viste alcune delle potenziali politiche fiscali. Il rischio è cresciuto anche in Germania, anche se in modo meno pronunciato (dal 18% al 22%) ma è sceso in Spagna”.
L’agenzia Askanews riporta che, rispetto all’Italia, lo studio Ubs, della serie Macro-Strategy Key Issue, specifica che “la ricerca è stata condotta dall’8 al 29 maggio e include il grosso della ‘fiammata’ politica italiana anche se chiaramente nella prima parte della ricerca gli intervistati potrebbero non aver visto il pieno impatto della politica italiana. Ma anche se includiamo solo parte della volatilità politica attuale, le aziende italiane sono le più negative relativamente all’incertezza sull’Unione Europea, con un -12% netto, vedendola come un freno agli affari”.
Ubs sottolinea inoltre che dall’inizio dell’anno a oggi il mercato azionario in Italia ha avuto delle performance largamente in linea con quello europeo malgrado le preoccupazioni politiche, e che ha avuto una performance migliore del 13% rispetto al referendum del dicembre 2016 sulla Costituzione voluto da Renzi e sconfitto dalla popolazione. Gli economisti della Ubs restano in qualche modo cauti sulle azioni italiane delle società quotate in Borsa, “almeno fino a quando la situazione politica non si sarà stabilizzata e, soprattutto fino a quando non ci sarà più chiarezza sulle proposte sul bilancio”.
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