#Roma. Se anche la #Raggi ieri non è stata condannata, a parer mio, ciò non scongiura affatto lo scenario prossimo venturo, che si annuncia molto simile a quello che vide Veltroni lasciare la poltrona di primo cittadino di Roma dopo 7 anni, nel febbraio del 2008, al quale poi successe Gianni Alemanno, che riempì di fascisti tutte le istituzioni della capitale, compresi quelli direttamente collegati al duo Buzzi-Carminati.
Ecco, dopo quel fantastico capolavoro di Walter Veltroni che, 10 anni fa, da segretario del PD al 33,5%, riuscì a consegnare prima Roma e subito dopo il paese alle destre, prepariamoci ad assistere, quanto prima, ad un passaggio analogo.
Anche se il giudice si è pronunciato con un’assoluzione, niente e nulla potrà esorcizzare un’esperienza di giunta disastrosa, la cui cifra principale è stata la chiusura autoreferenziale nei palazzi del potere; la delega in bianco alla burocrazia alemanniana (Raffaele Marra compreso); l’asservimento ai nuovi palazzinari; il caos amministrativo; l’aumento del degrado diffuso; l’abbandono delle periferie (che avevano votato in massa 5S) e l’accanimento contro poveri e migranti.
Sicché la destra, quella peggiore, è pronta a riprendersi la capitale e poi il paese, dopo le elezioni Europee, quando Salvini darà il ben servito a quell’equilibrista di #DiMaio che, fin qui, gli ha fatto da perfetto zerbino.
Un capolavoro assoluto di idiozia politica ed un fallimento annunciato sin da quando venne sottoscritto un “contratto di governo” tra gli ormai ex “cittadini” e la Lega di #Salvini.
Un documento demenziale in cui c’è tutto ed il suo contrario: redistribuzione in basso ma anche la famigerata flat tax per i ricchi; investimenti per la “crescita”, sì, ma in regime di austerity e saldamente dentro i vincoli UE.
Un insulto all’intelligenza, un accrocchio senza alcuna logica.
E poi con chi? Con la Lega. Quella stessa che nonostante il restyling nazionalista e razzista di Salvini, aveva furoreggiato per più di due decenni al governo di Stato e Regioni con politiche regressive di privatizzazione selvaggia, sempre saldamente al centro di tutte le vicende di malaffare, corruzione ed oscure relazioni sia con settori della criminalità organizzata sia con disinvolti imprenditori che hanno lungamente saccheggiato le risorse pubbliche.
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