La Cina fa sapere che sta seguendo con grande attenzione gli sviluppi della crisi tra Iran e Stati Uniti ma ha anche fatto capire all’Iran che il suo impegno allo sviluppo di una partnership strutturata e bilaterale non verrà a mancare.
“Comunque sia cambiata la situazione regionale e globale, la determinazione della Cina a sviluppare una partnership strategica con l’Iran non cambierà”, ha sostenuto l’ambasciatore cinese a Teheran Chang Hua. Sul Global Times, un autorevole giornale cinese sul quale si palesano spesso anche le posizioni ufficiali del governo e del Partito Comunista, viene fatto un parallelismo sull’escalation in corso e quella che portò allo scoppio della Prima guerra mondiale.
Per Hua Liming, un veterano della diplomazia cinese che è stato ambasciatore in Iran, siamo a uno snodo fondamentale della vicenda: “La chiave ora è la dimensione della reazione americana, dovremo vedere se vorranno de-escalare la situazione”.
L’azione dei droni Usa che hanno ucciso il generale iraniano Qasem Soleimani e la conseguente rappresaglia iraniana di questa notte, con lanci di missili su due basi Usa in Iraq, ha portato alle stelle la tensione nella regione. Pechino ha condannato l’uccisione di Soleimani e ha poi chiesto alle parti di esercitare prudenza, di contenersi.
Cina e Iran hanno sviluppato una certa consonanza su temi internazionali, dettata principalmente sulla concorrenza strategica cinese e l’inimicizia iraniana rispetto agli Stati Uniti.
L’agenzia Askanews rende noto che l’ambasciata iraniana a Pechino è diventata un trend sul Twitter cinese, Weibo, con un post in lingua mandarina che ha avuto centinaia di migliaia di rilanci. A sormontare una bandiera iraniana, il testo recita: “È iniziata la fine della maligna presenza Usa in Asia occidentale”.
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