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12/03/2024

Perché la resistenza a Gaza è in grado di combattere per gli anni a venire

Un analista militare israeliano è stato citato da Al-Jazeera per aver fatto la seguente valutazione della guerra genocida israeliana contro Gaza:“Nella guerra del 2006 con Hezbollah in Libano, abbiamo trovato la foresta, ma non abbiamo trovato gli alberi, ma quando siamo entrati nella Striscia di Gaza, non abbiamo trovato né la foresta né gli alberi”.

In effetti, nei 157 giorni di una guerra distruttiva sulla piccola e assediata Striscia, non sono stati trovati né una foresta né un albero. Ma qual è la spiegazione logica di questo? Insomma, ‘difesa passiva’.

Che cos’è la difesa passiva?

La definizione di base di difesa passiva, secondo il sito specializzato Merriam-Webster, è “una difesa progettata esclusivamente per resistere sul posto o ridurre al minimo gli effetti di un attacco contro un’area, una posizione o un fronte specificato”.

Quando questo principio viene applicato in campo militare, si presenta più o meno così: “Un insieme di misure adottate per ridurre la vulnerabilità e minimizzare i potenziali danni causati dall’attacco di forze nemiche”.

Se l’operazione alluvione di Al-Aqsa del 7 ottobre è stata davvero, come concordano molti analisti, compresi gli israeliani, “la più grande operazione di strategia ingannevole” mai subita dall’esercito israeliano, che ha portato al “più grande fallimento dell’intelligence” del paese, allora la guerra che ne è seguita è la più grande operazione di difesa passiva mai condotta in una guerra mediorientale.

Cambio di tattica

Non solo la resistenza palestinese a Gaza è riuscita ad assorbire lo shock iniziale di una potenza di fuoco senza precedenti mai usata da un esercito permanente negli ultimi decenni, ma è anche riuscita ad attirare l’esercito israeliano in numerose imboscate, portando alla distruzione di un numero senza precedenti di carri armati Merkava e altri veicoli militari.

Migliaia di soldati israeliani devono essere stati uccisi e feriti in questi attacchi televisivi, anche se Israele ammette solo un numero molto minore di perdite.

E sembra che qualunque cosa faccia l’esercito israeliano per cambiare tattica, riprendendo così l’iniziativa, il risultato sia lo stesso, semplicemente perché anche la Resistenza cambia costantemente tattica.

Quest’ultima affermazione può essere facilmente dimostrata negli attuali combattimenti nel nord di Gaza, dove Israele ha affermato di aver eliminato la Resistenza, e dove attualmente sta affamando la popolazione rimasta.

Nonostante le costanti rassicurazioni del portavoce militare israeliano Daniel Hagari e, naturalmente, del suo capo, il primo ministro Benjamin Netanyahu, molti analisti militari israeliani – ex o anche attivi vertici militari – parlano di una realtà diversa in corso a Gaza. In questa realtà, l’esercito israeliano è semplicemente assediato, impoverito e corre da un’imboscata all’altra.

Anche gli americani capiscono che la battaglia è semplicemente impossibile da vincere, e molto probabilmente sanno anche che la politica israeliana di affamare i palestinesi è il risultato diretto dei loro ripetuti fallimenti sul campo di battaglia.

Una recente valutazione dell’intelligence americana ha indicato che Hamas è probabilmente in grado di combattere per gli anni a venire.

In effetti, la tattica della difesa passiva della Resistenza palestinese sembra funzionare e funziona bene.

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