Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

03/01/2012

Corea del Sud, mano tesa a Pyongyang: “Pronti a nuova era per penisola coreana”

Se la Corea del Nord si dimostrerà responsabile, Seul è pronta a fare la sua parte. Lo ha detto il presidente sudocoreano Lee Myung Bak, nel suo discorso per l’anno nuovo. “Potremmo aprire la porta di una nuova era per la penisola coreana se la Corea del Nord desse prova di sincerità”, ha detto Lee. Tuttavia, se Pyongyang si ostinasse a continuare nella politica di provocazioni e minacce, Seul reagirà “con forza”. “Menterremo rigorosamente la sicurezza nazionale, finché esisterà la possibilità di provocazioni da parte del Nord, e in tal caso reagiremo con fermezza”, ha detto il presidente sudcoreano. “Il nostro obiettivo è la pace e la stabilità della penisola coreana ma rimaniamo aperti ad ogni opzione”, ha aggiunto. Perché il dialogo sul disarmo possa proseguire, questa la condizione, il Nord deve sospendere tutte le sue attività nucleari.
Non è chiaro quale sia l’orientamento della nuova leadership di Pyongyang ma è certo che Seul stia cercando di capire quali siano gli spazi di manovra, dopo che lo scorso 17 dicembre è morto il nordocreano Kim Jong Il e gli è succeduto il terzogenito Kim Jong Un, outsider fino a pochi anni fa, una personalità tutta da decifrare, costretta a dividere la leadership con lo zio e con la cricca dei potenti generali dell’esercito. Lee lo ha detto con chiarezza: “Ci aspettiamo grandi cambiamenti nella penisola”, dopo la morte di Kim Jong Il. Le provocazioni cui si riferisce Seul sono, per esempio, gli attacchi alle imbarcazioni sudcoreane da parte della marina del Nord, che solo nel 2010 hanno fatto oltre cinquanta vittime; quarantasei marinai sono morti nel marzo 2010 nell’affondamento di una nave da guerra.
Il cambio al vertice al momento non ha portato a cambiamenti sostanziali nei rapporti tra le due Coree, anzi; il giovane Kim Jong Un ha continuato facendo ricorso alla retorica e a un linguaggio diretto e ricco di minacce vaghe,nel solco della tradizione paterna, com’era prevedibile. Tre giorni prima del discorso di Lee, il nuovo leader nordocoreano aveva dichiarato di escludere qualsiasi trattativa “con il traditore Lee”, accusato esplicitamente di guidare un governo fantoccio manovrato dagli Stati Uniti. In quell’occasione, Kim Jong Un, appena nominato “leader supremo del partito e dell’esercito”, aveva aggiunto di esser difeso da soldati che “sono pronti a diventare bombe e fucili umani, fino alla morte”. La Commissione per la difesa nazionale, da parte sua, sabato aveva avvertito il resto del mondo: “Non aspettatevi cambiamenti dalla nuova leadership”.

Fonte.

La situazione coreana mi appare del tutto indecifrabile, un po' per scarsa conoscenza della storia di quella regione, un po' perché quelle pronunciate da Lee Myung Bak mi sembrano le classiche parole di chi vuole che tutto cambi affinché nulla cambi.

Nessun commento:

Posta un commento