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14/10/2013

"Siamo forti perchè siamo moderati"


Chissà cosa intendeva dire un costituzionalista serio come Gustavo Zagrebelski intervenendo dal palco a Piazza del Popolo della manifestazione "La via maestra". "Noi non siamo dei conservatori: vogliamo semplicemente che la Costituzione sia viva a venga attuata", ha detto Zagrebelsky e poi ha aggiunto "Noi siamo una piazza forte perché siamo moderati". L'ex giudice della Corte Costituzionale, tra i promotori della manifestazione, ha poi ribadito il parere negativo sulla Commissione per le riforme costituzionali presieduta dal ministro Gaetano Quagliariello, i cosiddetti "40 saggi". "Se si tratta di ridurre il numero dei parlamentari - ha aggiunto Zagrebelsky - allora siamo d'accordo, ma quando si mette in moto una grande macchina come quella per le riforme costituzionali non si sa dove si arriva". L'ex presidente della Corte Costituzionale ha quindi concluso il suo discorso affermando di essere contrario al presidenzialismo.

Il segretario della Fiom Landini ha affermato che "Io non devo rispondere niente a nessuno. In tanti dovranno rispondere a questa piazza, ai tanti italiani che pensano che per cambiare il Paese bisogna applicare la Costituzione". Ha spiegato poi che si è scesi in piazza "non solo per difendere la Costituzione, ma per attuare la Costituzione per cambiare questo Paese". Landini ha risposto così a chi gli chiedeva di commentare il viatico di Napolitano alle riforme costituzionali.

“La Costituzione è stata sequestrata e sono state distorte le regole fondative. Io vorrei che il presidente del Consiglio usasse una parola di verità, le sue parole sono tra la denigrazione e il terrorismo ideologico“ ha detto Stefano Rodotà nel suo intervento. Sulla riduzione del numero dei parlamentari e la modifica del bipolarismo perfetto, ha spiegato il giurista, “c’è ampio consenso sociale. Si sarebbe potuto avviare un processo di revisione limitata della Carta”. Invece, ha sottolineato, si sta tentando, “in assenza di consenso, una scorciatoia pericolosa. Stare attorno alla Costituzione oggi vuol dire evitare un rischio per la democrazia”.

Sulla terrazza del Pincio, di fronte al palco in piazza del Popolo è poi improvvisamente comparso un enorme striscione che richiamava la campagna contro la tortura di stato a partire dai casi avvenuti negli anni delle leggi di emergenza. Lo striscione è stato sequestrato dagli agenti della Digos, ma ha posto su quella piazza un interrogativo pesante sulla crescente contraddizione tra "legalità" e giustizia.



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