Dopo la rissa è giunta l’approvazione: una commissione parlamentare ad hoc
ieri sera ha dato il via libera alla controversa proposta di legge del
governo volta a sospendere l’immunità parlamentare in caso di indagini.
Una proposta, partorita dal partito di governo Akp del presidente
Erdogan, che ha un unico obiettivo: spogliare dell’immunità i deputati
dell’Hdp, il Partito Democratico dei Popoli, fazione di sinistra pro-kurda accusata di essere braccio politico del Pkk.
Negli ultimi mesi, dalla fine di luglio 2015 quando Ankara ha
lanciato una brutale campagna militare contro il sud est kurdo
uccidendo almeno 338 civili, sfollandone 100mila e distruggendo intere
comunità, il governo è impegnato nell’indebolimento politico
dell’avversario. Lo ha fatto con raid della polizia nelle sedi del partito e con arresti di centinaia di suoi membri. Ma il target è la leadership: il co-segretario Selahattin Demirtas
è tra coloro contro i quali sono stati aperti fascicoli di inchiesta
con l’accusa di sostegno al terrorismo, reato per cui si rischiano
almeno 15 anni di prigione.
Ma c’è l’immunità. O almeno c’era: stamattina è stata soppressa. Non senza tensioni: nell’aula
è scoppiata la rissa tra deputati, che si sono lanciati bottiglie
d’acqua a vicenda e si sono presi a pugni, mentre i membri dell’Hdp
lasciavano la sala in segno di protesta. Ora la palla passa al parlamento che dovrà approvare la bozza finale.
Erdogan è quindi ad un passo dall’obiettivo, trascinare in tribunale i leader dell’Hdp.
La rabbia è tanta: il Partito Democratico dei Popoli accusa Ankara di
voler reprimere il dissenso e di lavorare all’esclusione politica dei 22
milioni di kurdi cittadini turchi. Esclusi e martoriati: se molti di
loro avevano visto nel 13% dei voti ottenuti dall’Hdp alle elezioni di
giugno la speranza di inclusione, la campagna militare lanciata a fine
luglio l’ha presto dissipata. Le condizioni di vita sono rese
impossibili dai continui e ininterrotti coprifuoco imposti dall’esercito
turco sulle principali città kurde a sud est e dai raid e i
bombardamenti da parte dell’artiglieria.
Interi quartieri sono rasi al suolo, scene di guerra che non
finiscono sui media occidentali. Eppure a parlare sono anche altri
partiti di opposizione all’Akp, anche quelli tradizionalmente lontani
dalle aspirazioni autonomiste kurde: ieri il Partito Repubblicano ha
chiesto al governo di dichiarare il distretto di Cizre, nella provincia
di Sirnak, “area disastrata”: “Per migliorare le condizioni di vita dei
cittadini che continuano a vivere Cizre o che sono stati costretti a
lasciare le proprie case – si legge nel rapporto – ogni tipo di aiuto,
cibo, medicinali, vestiti, ripari, devono essere forniti subito”.
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