Avviene lo stesso con decine di turisti Usa ubriachi, in giro per il mondo. Ma quel che hanno combinato a Rio de Janeiro il campione americano di nuoto Ryan Lochte e i suoi tre compagni della squadra olimpica Usa è davvero illuminante.
Ubriachi persi dopo aver finito tutte le loro gare, se ne sono andati in giro a far casino, provando anche a distruggere un distributore di benzina.
Fin qui, niente di particolarmente originale. Qualsiasi metropoli del mondo vede quotidianamente decine di queste storielle, e Rio probabilmente un po' più della media.
La cosa "originale" è che il gruppetto di campioni, dopo aver "fiutato" che si stava indagando sul loro conto, si sono inventati di sana pianta una rapina di cui sarebbero stati ovviamente vittime. Chi mai avrebbe potuto dubitare della loro parola? Dei campioni con tanto di medaglia olimpica al collo, per di più statunitensi...
Le telecamere di servizio, però, sono tristemente indifferenti al passaporto. Registrano i movimenti, inquadrano le facce... sta agli inquirenti, poi, scoprire di chi si tratta. E quelle facce, a cominciare ovviamente da quella di Lochte, era corsa un po' troppe volte sugli schermi di tutto il pianeta per risultare sconosciute.
Qui di segui l'imbarazzata ricostruzione dell'agenzia Ansa:
Uno o più dei quattro nuotatori americani ha commesso un atto di vandalismo nel distributore di benzina di Rio de Janeiro, ma non c'è stata nessuna rapina, come indicato invece in un primo tempo da Ryan Lochte. Lo ha detto il capo della polizia civile di Rio Fernando Veloso, secondo cui i quattro hanno risarcito il responsabile del distributore con una banconota da 20 dollari e una di 100 reais. "Più che con la polizia, si dovrebbero scusare con gli abitanti di Rio". Veloso ha aggiunto che i quattro nuotatori non hanno voluto aspettare l'arrivo della polizia e che hanno lasciato il distributore dopo aver pagato il risarcimento. Tra gli atti di vandalismo, il capo della polizia ha citato la distruzione di uno specchio all'interno del bagno.Una parte da sciur Brambilla, da parvenu prepotenti, che sanno di poter contare su uno status "eccezionale" e cercano di farlo valere in ogni condizione, utilizzando stereotipi culturali consolidati (essere rapinati a Rio è come essere scippati a Napoli o Roma, no?).
I nuotatori avevano riferito di una rapina a mano armata che nel racconto sarebbe avvenuta sabato 14 agosto, in una delle notti olimpiche a Rio 2016. Per questo Keyla Blank, giudice della sezione 'Tifosi e Grandi Eventi' del tribunale di Rio, aveva emesso un'ordinanza che vietava di lasciare il Brasile ai nuotatori Usa. Per loro c'era anche un mandato di comparizione e di sequestro dei passaporti recapitato al villaggio olimpico, dove però non c'erano: Lochte è già in patria. Vincitore ai Giochi brasiliani di una medaglia d'oro nella 4 x 200 stile libero, Lochte era stato interrogato domenica scorsa in un posto di polizia del quartiere di Leblon e, anche negli Stati Uniti, dove aveva confermato la sua versione.
I nuotatori americani hanno raccontato di essere stati, di ritorno da una festa, rapinati da uomini armati che li hanno fermati mentre erano a bordo di un taxi. Uno dei rapinatori – che sarebbero stati vestiti da poliziotti – avrebbe anche puntato una pistola alla testa di Lochte. Lo stesso Lochte ha anche riferito alle forze dell'ordine che in quel momento era ubriaco e che quindi non aveva ricordi precisi. Secondo il loro racconto, inoltre, avrebbero fatto ritorno al villaggio alle 4 di mattina. Ma ora si sa che è tutto falso. A far vacillare questa versione fin dall'inizio è stato un video delle telecamere di sorveglianza che li ritrae mentre rientrano alle 7, e in cui appaiono sobri, e depositano negli appositi 'vassoi' orologi, cellulari e altri oggetti.
Ma non è troppo strano. E' la politica Usa in giro per il mondo... Basta mandare un generale all'Onu con una boccettina in mano e fargli dire che quello è "antrace iracheno" (o di qualsiasi altro paese tornasse utile) per poter scatenare una bella invasione...
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