Sabato 10 gennaio si è svolta una affollata e partecipata riunione del Coordinamento Nazionale di Eurostop. Molti interventi e buona discussione, sia di bilancio della campagna per il NO sociale, che ha contribuito alla vittoria nel referendum sulla controriforma costituzionale (e i dati sociali del NO confermano la giustezza dell’impostazione sul NO sociale); sia di rilancio del percorso di Eurostop, alla luce dei risultati referendari e della situazione del paese.
Eurostop intende procedere con un salto di qualità alla costruzione e sperimentazione di un movimento/fronte politico e sociale, che unisca la lotta contro le controriforme sociali di questi trenta anni alla battaglia per l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea, dall’Eurozona e dalla Nato. Oggi nel senso comune e nella disponibilità di ampi settori popolari c’è una crescente chiarezza su questo. Il governo fotocopia Gentiloni susciterà a sua volta, persino in misura maggiore, quel rifiuto popolare che ha colpito il governo Renzi. Per questo la radicalizzazione della opposizione politica deve per noi accompagnarsi allo stesso processo in quella sociale. Inoltre dobbiamo collegare regime politico, controriforma sociale, vincolo europeo. Sono tre aspetti dello stesso avversario e compito di Eurostop e di tutte le forze che vorranno partecipare a questa iniziativa comune è quello di costruire un movimento sociale politico che fronteggi sempre tutti e tre i volti dell'avversario. E che costruisca e diffonda consapevolezza della indissolubilità della lotta contro i governi del PD, contro le controriforme sociali liberiste, contro l'Unione Europea e i suoi strumenti e vincoli.
Per queste ragioni non siamo interessati a generici processi di "riaggregazione della sinistra cosiddetta radicale" che non sappiano, o non vogliano, partire da questi dati politico-programmatici di fondo. Così come consideriamo il sindacalismo confederale e la sua complicità alternativo al nostro progetto, a maggior ragione ora che la debolezza politica del PD e della stessa Confindustria porterà ad un rilancio della peggiore concertazione.
Per noi il giudizio negativo sul gravissimo contratto liberista firmato da Fim Fiom Uilm e quello altrettanto negativo sul patto pre elettorale di CGILCISLUIL per il pubblico impiego sono discriminanti. Nostri primi interlocutori sono quindi tutte e tutti coloro che, pur partendo da posizioni e storie diverse, condividano questi giudizi di fondo. Questo naturalmente non esclude la partecipazione nostra a mobilitazioni democratiche con forze anche lontane da noi. L'esperienza referendaria diventa per noi un modello di comportamento, siamo stati in campo spesso in modo rilevante con forze diverse e lontane, senza perdere la nostra identità, anzi rafforzandola.
Vogliamo quindi lanciare un progetto sociale e politico, che abbia l'ambizione di dare forza e organizzazione ad un mondo di sfruttati ed emarginati, che oggi non ha vera rappresentanza. Vogliamo incrociare il conflitto di classe con quello che emerge dalla esclusione sociale e politica, che coinvolge ceti diversi dalla tradizionale classe operaia.
Vogliamo essere parte della costruzione di una grande rottura democratica e socialista da parte del popolo sfruttato, una rottura contro tutti i poteri della globalizzazione.
A tale scopo il coordinamento nazionale Eurostop convoca per sabato 28 gennaio una grande assemblea nazionale e di massa a Roma, che sia la prima risposta del NO sociale al governo e alla continuità delle politiche liberiste italiane ed europee.
Contestualmente Eurostop intende avviare da subito la discussione e l’organizzazione per una manifestazione nazionale a marzo, in occasione del Sessantesimo anniversario del Trattato di Roma, che mise in marcia il progetto che oggi è diventato l’Unione Europea. A Roma ci sarà il vertice con tutti i capi di stato europei e coinciderà con la richiesta di manovra finanziaria aggiuntiva della Commissione Europea rispetto alla Legge di stabilità varata dal governo dimissionario di Renzi.
Per Eurostop quello di marzo è l’appuntamento per portare in piazza esplicitamente la battaglia per l’ItalExit.
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