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24/03/2017

Egitto - Mubarak è libero, in carcere ci sono i protagonisti di piazza Tharir


Nell’Egitto della repressione, delle violazioni dei diritti umani e del brutale assassinio di Giulio Regeni si consuma una terribile beffa. L’ex presidente Hosni Mubarak, costretto nel 2011 a dimettersi dalla rivoluzione di piazza Tahrir e accusato di aver ordinato il massacro di centinaia di persone, assolto nei giorni scorsi, questa mattina ha lasciato l’ospedale militare di Maadi, a sud del Cairo, dove era detenuto da anni e da uomo libero è tornato a casa nel quartiere di Heliopolis. Lo ha riferito il suo avvocato, Farid el Dib. “E’ uscito dall’ospedale di Maadi ed è tornato alla sua residenza di Heliopolis”, ha riferito ai giornalisti el Dib visibilmente soddisfatto. E’ la rivincita completa dell’ancien regime, tornato pienamente al potere in Egitto con il colpo di stato militare del 2013 e oggi incarnato dal presidente Abdel Fattah el Sisi.

Il 13 marzo, dopo l’assoluzione in cassazione nell’ultimo processo a suo carico, Mubarak, 88 anni, si è preparato a lasciare l’ospedale militare dove è stato agli arresti per quasi tutti i sei anni della sua detenzione. Liberazione non avvenuta subito per uno slittamento protrattosi a oggi con ogni probabilità a causa della riapertura di una vecchia inchiesta per corruzione (regali ricevuti da un gruppo editoriale). Poi questa mattina è stato eseguito l’ordine con cui la procura generale aveva disposto il rilascio.


Mubarak, rimasto per ben trent’anni al potere, dal 1981 al 2011, tanto da essere chiamato il “nuovo faraone”, è stato perseguito in giudizio fino al 2 marzo scorso, con varie accuse tra cui, la più grave, quella di essere stato il responsabile nella morte di centinaia di manifestanti durante la rivoluzione di sei anni fa. Quindi è arrivata l’assoluzione che con un colpo di spugna ha cancellato quell’accusa e con essa un capitolo di eccezionale importanza della storia recente dell’Egitto. E mentre Mubarak torna nella sua lussuosa residenza, tanti protagonisti di Piazza Tahrir, restano in carcere, a scontare condanne molto severe per aver semplicemente sfidato la legge contro le manifestazioni pubbliche introdotta dal regime di el Sisi.

“È molto triste tutto questo ma non è una sorpresa – aveva commentato qualche giorno fa la notizia della imminente liberazione di Mubarak, il famoso scrittore egiziano Alaa al Aswani, in una intervista al quotidiano Il Manifesto – il regime al potere oggi in Egitto è controrivoluzionario e uno dei suoi compiti è proprio quello di punire coloro che parteciparono alla rivoluzione. Le responsabilità di Mubarak sono state accertate – ha notato al Aswani – Alcuni di quelli che facevano parte del suo entourage hanno testimoniato che fu Mubarak in persona a dare l’ordine di sparare e uccidere i manifestanti durante la sollevazione popolare. Eppure siamo vicini alla sua liberazione e questo spiega bene la realtà in cui vivono gli egiziani”.

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