58 morti e 500 feriti dopo, il problema urgente del governo Usa era dichiarare al mondo che la strage “non è terrorismo”.
Per anni ci è stato spiegato che il terrorismo, soprattutto quello
degli ultimi due decenni, non aveva niente a che fare con la “politica” e
poco con la religione. In realtà, ci spiegano i professori, la
religione costituisce il pretesto attraverso cui individui instabili
sfogano la propria insoddisfazione esistenziale.
O qualcosa del genere. Eppure, quando si presenta davvero l’individuo
“instabile”, eccolo ridotto a macchietta. Al cuore della questione, come
abbiamo provato a scrivere più volte, c’è il fatto che il terrorismo fa paura proprio perché esprime una incontrovertibile natura politica, venga questa esplicitata o meno. L’uccisione di 58 persone (cioè più persone di tutti gli attentati in Europa nel 2017),
e il ferimento di altre 500, rimangono confinate alla cronaca. La
notizia durerà qualche ora, mentre domani ce ne saremmo già scordati.
Perché? Perché Stephen Paddock, l’attentatore di Las Vegas, non è un
militante politico e non combatte alcuna battaglia politica.
L’Isis, al contrario, si, ed è questo che manda in corto circuito la
gestione liberista della società. La sostanza politica dell’Isis è
essenzialmente reazionaria, anche quando vorrebbe farsi portavoce degli
interessi storici delle popolazioni arabe (come la lotta al colonialismo
anglo-francese), ma questo incide poco sull’interpretazione di un
soggetto in tutto e per tutto politico che utilizza metodi militari per
portare avanti la propria posizione. L’Isis reintroduce nel mondo
occidentale il conflitto e la violenza come opzione politica: questo è
l’indicibile, per l’appunto mascherato nelle analisi mainstream che
ascoltiamo e leggiamo sui principali organi di informazione. Tutti
solerti nel negargli natura politica, eppure di fronte all’attentato
terroristico (perché di questo si tratta a Las Vegas) veramente
impolitico, tutti tirano il classico sospiro di sollievo: “non è
terrorismo”, possiamo andare avanti. E’ questo, in buona sostanza, il
motivo per cui cinque feriti in Canada fanno notizia più dei 58 morti a Las Vegas. O perché le 71 (settantuno) vittime per terrorismo negli Usa tra il 2005 e il 2015 fanno molto più scalpore delle 301.797 vittime per l’utilizzo di armi da fuoco nello stesso periodo.
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