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01/06/2019

Federico Borgonuovo, professionista o banale “trecartista”?

Giovedì sera qualcuno di noi è saltato sulla sedia. Nel corso della trasmissione Piazza Pulita del 30 maggio, nella parte dedicata ai fatti di Casalbruciato, uno degli ospiti in studio, il “giornalista” Federico Borgonuovo, oggi caporedattore de La Verità e ieri di Libero – ultradestra salviniana pura, insomma – nella discussione tira fuori Contropiano, definito come giornale online di Potere al Popolo.

E qui c’è la prima manipolazione. Potere al Popolo dispone dei suoi organi di comunicazione (sito e pagina fb), e non è un mistero che Contropiano ha sostenuto e sostiene convintamente il progetto di Potere al Popolo, ma di certo non ne è “il giornale”.

Forse tra i giornalisti come Borgonuovo è totalizzante l’idea che un giornale debba essere proprietà di qualcuno, azienda o partito che sia. L’idea di testate giornalistiche indipendenti, con giornalisti e redattori altrettanto liberi, proprio non gli entra nello schema.

E anche la citazione dell’articolo, ovviamente, è di quelle tirate parecchio per i capelli, fino a rasentare la manipolazione. Il pezzo potete sentirlo su questo link, all’ora 3.02.

Borgonuovo, polemizzando con gli altri ospiti (Vauro, Alessandra Moretti, Michela Marzano), afferma di aver letto su Contropiano un pezzo sui rom che se lo avesse firmato lui gli avrebbero dato del razzista.

Possibile che ci sia scappata di penna una scemenza così enorme? E quando l’avremmo scritto? Ormai abbiamo più di 60.000 “pezzi” in archivio, ricordarsi tutto è impossibile.

Da lì una rapida rassegna dei numerosi articoli usciti su Casalbruciato come su Torre Maura ed altri casi di conflitto “provocato” nelle periferie e di scontro con i fascisti. Niente.

Sappiamo per esperienza che “i destri” sono capaci di qualsiasi menzogna, ovviamente a livelli di capacità diverse (basta vedere la tranvata presa dall’accoppiata Casapound-Forza Nuova nello squallido tentativo di sciacallare un incidente stradale in chiave xenofoba).

Ma un giornalista “professionista” come Borgonuovo dovrebbe saper tirar fuori qualcosa di meglio, visto lo stipendio che gli viene corrisposto dal suo padrone. Pardon, editore.

In fondo a sparar menzogne son buoni tutti, non c’è necessità di erogare stipendi eccessivi...

Il problema è che i giornalisti di destra, messi alle strette – e succede spesso, nei talk show, se costretti a dialogare con persone normali o addirittura con compagni come Vauro – vanno facilmente in crisi di argomenti e ricorrono alla manipolazione di qualcosa di impossibile da verificare, nell’immediato, presentandola come paradosso. Una mossa svelta, in stile “gioco delle tre carte”...

Nella stessa trasmissione, Borgonuovo si era prodotto in qualcosa di molto simile, poco prima, con Fubini del Corriere della Sera. Ma in quel caso i “paradossi” piovevano numerosi, e non solo da parte di Borgonuovo.

E’ che il giornalismo “pulito o obiettivo” non esiste, non è mai esistito. Al massimo, come diceva Stefano Chiarini, se scegli di non operare nell’informazione apertamente alternativa e militante, si può cercare di fare almeno un giornalismo onesto. Ma questa è un’altra storia...

Quindi ci sembra il caso di “sfidare” mr. Borgonuovo a citare quale sia mai l’articolo che dice di aver letto. Siamo certi di poterlo sbugiardare in ogni sede, visto che un “professionista” dovrebbe quantomeno conoscere – se non lo spirito della deontologia – almeno quella parte del codice penale che punisce la diffamazione a mezzo stampa.

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